T&E: La benzina sintetica? Inquina quanto quella tradizionale

La benzina sintetica emette lo stesso quantitativo di ossidi di azoto del carburante tradizionale (Rinnovabili.it) – La benzina sintetica non può rappresentare la giusta strategia di sostenibilità per il settore automobilistico. Anzi, a voler fare le pulci al settore, si scopre che alcuni inquinanti aumenterebbero nella versione “synthetic” rispetto quella tradizionale. A rivelarlo è lo […]

benzina sintetica

La benzina sintetica emette lo stesso quantitativo di ossidi di azoto del carburante tradizionale

(Rinnovabili.it) – La benzina sintetica non può rappresentare la giusta strategia di sostenibilità per il settore automobilistico. Anzi, a voler fare le pulci al settore, si scopre che alcuni inquinanti aumenterebbero nella versione “synthetic” rispetto quella tradizionale. A rivelarlo è lo studio “Magic green fuels” pubblicato stamane dall’organizzazione Transport & Environment (T&E).

Il documento affonda le mani in un tema relativamente nuovo ma di grande attualità: gli e-fuels o elettro-combustibili, carburanti sintetici creati dalla combinazione di CO2 e idrogeno ottenuto mediante elettrolisi (da qui la “e-” davanti al nome). Nonostante non abbiano ancora raggiunto il mercato, il comparto automobilistico sta già facendo pressioni affinché queste alternative entrino a far parte ufficialmente delle politiche climatiche comunitarie. Ritagliandosi un spazio nel Regolamento sugli standard di CO2 per auto e furgoni. Perché? Perché, almeno sulla carta, diesel e benzina sintetici garantirebbero un minor peso emissivo sull’intero ciclo di vita sfruttando anidride carbonica già emessa nell’atmosfera. E potrebbero offrire garanzie ancora più verdi se l’elettrolisi fosse alimentata da fonti rinnovabili.

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Peccato che la CO2 non sia il solo elemento di cui tener conto quando si parla di combustibili. Per venderci chiaro T&E ha commissionato a IFP Energies Nouvelles una serie di test di laboratorio per confrontare le emissioni della benzina sintetica (sintetizzata ad hoc per l’esperimento) con quelle della benzina tradizionale. Nel dettaglio lo studio ha monitorato il monossido di carbonio (CO), gli ossidi di azoto (NOx), il particolato fine, l’ammoniaca (NH3) e la formaldeide rilasciati da una Mercedes classe a180 con diverse miscele di benzina sintetica. Il tutto su cicli di guida in laboratorio e reali (WLTC e RDE).

Elettro-benzina, i dati la condannano

I test hanno mostrato che non vi è alcuna differenza nelle emissioni di NOx per nessuna delle miscele di benzina sintetica testate, sia in laboratorio che su strada. In tutte le prove è stata osservata una sostanziale diminuzione delle emissioni di particolato. Il numero di emissioni di particelle maggiori di 10 nm è diminuito del 97% nel test di laboratorio e dell’81-86% nel ciclo di test RDE. Il monossido di carbonio è apparso più elevato con le miscele di benzina elettronica, con concentrazioni fino a quasi 3 volte superiori nel test WLTC e 1,2-1,5 volte superiori nel test RDE rispetto ai combustibili fossili.

Sono diminuite, invece, le emissioni di aldeidi pericolose ma non ancora regolamentate – acetaldeide e formaldeide – con l’uso della benzina elettronica ma solo alla prima accensione del motore. Non è stata osservata alcuna differenza significativa nel test complessivo. Le emissioni di ammoniaca sono quasi raddoppiate per due delle miscele di benzina elettrica testate nel ciclo RDE, con valori particolarmente aumentati dopo la prima accensione del motore.

“I test effettuati confermano l’inadeguatezza degli elettro-combustibili nella decarbonizzazione del parco veicolare”, ha commentato Veronica Aneris, Direttrice di Transport & Environment Italia. “Oltre ad essere inefficienti e costosi, non risolvono il macro problema della qualità dell’aria, un dettaglio non trascurabile per l’Italia che  si è confermata maglia nera in Europa per morti da ossidi di azoto, anche quest’anno.”

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