Deforestazione: stop ai biocarburanti all’olio di palma entro il 2020

L’Europarlamento chiede alla Commissione di eliminare gradualmente l’uso di biofuel a base di oli vegetali per il 2020 e l’istituzione di un sistema di certificazione unico per l’olio di palma

Stumps on the valley caused by deforestation and slash and burn type of agriculture of Madagascar

 

(Rinnovabili.it) – I sistemi di autoregolamentazione dell’industria europea hanno fallito completamente: non sono riusciti a garantire una produzione sostenibile dell’olio di palma importato nel mercato comunitario, sostenendo di fatto una deforestazione indiscriminata nei Paesi produttori.

La questione non riguarda solo i prodotti alimentari. I biocarburanti all’olio di palma hanno ruolo importante nelle attività disboscamento e degrado dell’habitat, dal momento che quasi la metà dell’import è impiegato dall’industria dei biofuel. Ecco perché per l’Europarlamento l’impianto regolatorio è tutto da rifare.

 

I diversi schemi oggi esistenti, tutti rigorosamente su base su base volontaria, dovrebbero essere rimpiazzati da un sistema di certificazione unico che si basi su specifici criteri di sostenibilità sia per la materia prima che per i prodotti finali. E l’Unione Europea dovrebbe mettere progressivamente fine ai biocombustibili a base di oli vegetali.

“Vogliamo un dibattito aperto con tutte le parti interessate per avere una produzione di olio di palma sostenibile, senza abbattere foreste e con condizioni dignitose per quanto riguarda i diritti umani”, ha dichiarato la deputata Kateřina Konečná (GUE/NGL, CZ), la cui relazione è stata approvata ieri con 640 voti favorevoli, 18 contrari e 28 astensioni.

 

La fine dei biocarburanti all’olio di palma

Uno dei punti su cui il Parlamento preme di più è l’impatto ambientale dei biodiesel di prima generazione: nel 2014, il 46% di tutto l’olio di palma importato in Europa è stato utilizzato come carburante per i trasporti. Un dato in netto aumento rispetto al 2010 (più 34%) e che richiede l’utilizzo di circa un milione di ettari di suoli tropicali. Manca poi qualsiasi beneficio ambientale che faccia un minimo da controparte. Secondo studi scientifici, citati dallo stesso Parlamento Europeo, i biocarburanti all’olio di palma avrebbero almeno tre volte la quantità di emissioni del diesel convenzionale.

La posizione di Strasburgo è chiara: la Commissione deve prendere le necessarie contromisure per eliminare progressivamente l’uso dei grassi vegetali – incluso quello di palma – dai componenti dei biofuel “possibilmente entro il 2020”.

 

Deforestazione: stop ai biocarburanti all'olio di palma entro il 2020

 

Tracciabilità e nuovi criteri di sostenibilità

Tutto un altro discorso invece per i prodotti alimentari. I deputati chiedono che la Commissione migliori la tracciabilità dell’olio importato nell’UE, considerando anche l’ipotesi di applicare, da subito, differenti dazi che riflettano accuratamente i costi reali, in attesa che venga creato lo schema unico di certificazione.

Una misura urgente soprattutto se si considera che la domanda di olio di palma è destinata a raddoppiare prima del 2050, ampliando lo spettro dei danni ambientali nei paesi produttori, primi fra tutti Indonesia e Malesia. Solo in Italia, stando ai dati della Coldiretti, negli ultimi dieci anni le importazioni sono triplicate (+212%) e nel 2015 hanno raggiunto il quantitativo di oltre 1,6 miliardi di chili. Numeri che nel 2013 ci hanno reso il terzo più grande importatore a livello mondiale.

E le conseguenze nelle terre dei principali produttori sono sempre più forti e visibili: la biodiversità è in calo, lo sfruttamento minorile in aumento, i residenti sono stati cacciati dalle loro case e torbiere e  paludi, essenziali per il ciclo della CO2, si stanno riducendo di giorno in giorno.

 

“Questa è la prima relazione del Parlamento europeo su questo tema – ha aggiunto Konečná – e spetta alla Commissione come sostenerla. Non possiamo ignorare il problema della deforestazione, che minaccia l’accordo globale COP21 sui cambiamenti climatici e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”.

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2 Commenti

  1. Interessante. Tuttavia direi che l’Italia è terzo importatore europeo. Differente dire a livello mondiale. I primi sono Cina, India etc. Paesi del sud east asiatico dove non si utilizza burro né olio di oliva. E da soli sono oltre 2 miliardi di persone. Saluti

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