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Rapporto MobilitAria 2025: per l’Italia la mobilità sostenibile è ancora lontana 

Il Rapporto MobilitAria 2025 fotografa un’Italia urbana in stallo sulla mobilità sostenibile: motorizzazione record, emissioni in crescita e qualità dell’aria critica. Pochi progressi, forti ritardi rispetto agli obiettivi 2030, ma anche proposte concrete per invertire la rotta

Rapporto MobilitAria 2025: per l’Italia la mobilità sostenibile è ancora lontana
via depositphotos.com

Italia: uno dei Paesi con il maggior carico di malattie associato all’inquinamento atmosferico  

Città ferme, mobilità sostenibile ancora lontana. Con queste perentorie parole è possibile riassumere l’ottava edizione del Rapporto MobilitAria 2025, realizzato da Kyoto Club e dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-IIA)

Uno sguardo critico sullo stato dell’arte della mobilità e della qualità dell’aria al 2024 nelle 14 città metropolitane italiane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia.

Nel 2024, l’andamento della mobilità è tornato alla situazione precedente la pandemia, con l’auto protagonista indiscussa degli spostamenti urbani ed il tasso di motorizzazione registrato in Italia più elevato dell’UE. Un contesto che non solo stupisce, ma preoccupa, allontanandoci dagli obiettivi di decarbonizzazione, riduzione dell’inquinamento, congestione e mortalità sulle strade. 

Un’Italia in stallo sulla mobilità sostenibile

Il Rapporto MobilitAria 2025 fotografa un’Italia che arranca sul fronte della mobilità sostenibile, addirittura regredendo in alcuni contesti. Dopo anni di avanzamenti graduali, la qualità dell’aria mostra ancora forti criticità, soprattutto in vista dell’entrata in vigore della nuova direttiva. 

Secondo i dati Ispra, le emissioni di CO2 legate al settore dei trasporti continuano ad aumentare contribuendo negativamente ad aggravare la crisi climatica più di quanto non facesse nel 1990.

Già nella scorsa edizione, il Rapporto propone una stima dell’impatto sanitario legato all’inquinamento atmosferico, evidenziando come questo abbia anche rilevanti ricadute economiche. I nuovi dati del Rapporto MobilitAria 2025 confermano il primato negativo europeo dell’Italia per decessi prematuri attribuibili agli inquinanti atmosferici PM2.5, NO2 e O3. 

Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), nel 2022 nel nostro Paese si sono registrati 48.600 morti per PM2.5, 9.600 per NO2 e 13.600 per O3, numeri che collocano l’Italia al primo posto tra i Ventisette per le prime due categorie, e tra le nazioni europee con il più alto impatto sanitario complessivo derivante dall’esposizione a questi tre inquinanti.

Motorizzazione record: quattro volte oltre i limiti di una mobilità green

Una delle possibili cause di assenza di progressi significativi è certamente la crescita record del tasso di motorizzazione: nei grandi centri urbani italiani ci sono dalle 2,5 alle 4 volte più auto rispetto a quanto auspicabile per una mobilità sostenibile, configurando un uso privatistico dello spazio pubblico che impedisce riforme strutturali. 

Nonostante il quadro pessimistico, non manca qualche segnale positivo. 

A Bologna  si registra un netto calo del biossido di azoto (NO₂), con una riduzione del 35% in un solo anno (da 43 a 28 µg/m³). Altrove, i miglioramenti sono minimi compresi tra il  3% e il 20%, mentre città come Bari e Venezia, hanno visto un peggioramento (+4%). Cagliari, Napoli e Messina registrano valori invariati. Solo Catania (4 superamenti) e Napoli (1) hanno registrato superamenti orari del NO₂

Per quanto riguarda il PM10, le concentrazioni medie rilevate nelle città metropolitane si mantengono entro i limiti previsti dalla normativa vigente. Tuttavia, persistono criticità significative nell’area padana e in alcune città del Sud, in particolare Catania, Napoli e Cagliari, dove si registra ancora il superamento del limite giornaliero. Anche il PM2.5 risulta ovunque al di sotto della soglia normativa, ma resta distante dai valori raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ben più stringenti in termini di tutela della salute.

Poche misure nazionali per le infrastrutture sostenibile

Lo sviluppo delle infrastrutture ciclabili in Italia ha subito una brusca battuta d’arresto, rallentato dall’esaurimento delle risorse del PNRR. Nel frattempo, la mobilità condivisa è penalizzata da misure restrittive adottate a livello locale, con particolare impatto sui servizi di micromobilità come i monopattini elettrici. Anche il mercato dei veicoli elettrici continua a crescere a ritmo contenuto, ben lontano dai livelli a doppia cifra registrati in molti altri Paesi europei.

La Legge di Bilancio 2025 non prevede nuove risorse per lo sviluppo di reti metropolitane, tramvie, corsie preferenziali per bus, mobilità ciclabile o ciclovie turistiche. L’unico fronte su cui si intravede una relativa continuità è quello della re-infrastrutturazione del trasporto pubblico nelle grandi città. Tuttavia, i fondi del PNRR hanno inciso poco o nulla sui centri urbani piccoli e medi, che rischiano ora di restare esclusi, mentre si avvicina la scadenza operativa delle risorse

Quanto siamo lontani dagli obiettivi 2030?

Anche quest’anno MobilitAria 2025 propone un indice sintetico per valutare la distanza delle città italiane dall’obiettivo 2030 di mobilità sostenibile in base a 8 dimensioni chiave: 

  • trasporto pubblico non inquinante, 
  • mobilità ciclabile, 
  • mobilità condivisa, 
  • tasso di motorizzazione, 
  • elettrificazione dei veicoli privati  (novità 2025), 
  • qualità dell’aria, 
  • impatto sanitario (novità 2025),
  • sicurezza stradale  (novità 2025).

Milano, la città più vicina al raggiungimento degli standard europei di mobilità sostenibile, nonostante i problemi in termini di qualità dell’aria rispetto agli obiettivi europei al 2030. Ultima in classifica Catania, che ha anche il tasso di motorizzazione più elevato, con più auto e moto che persone. Gran parte dei grandi centri del Mezzogiorno mostrano notevoli deficit di mobilità sostenibile. 

Gender gap nella mobilità: novità 2025

L’edizione 2025 introduce un focus inedito sul gender gap nella mobilità urbana. I dati evidenziano differenze marcate tra uomini e donne negli spostamenti urbani: secondo un’indagine RSM su Roma (2024), le donne si muovono più a piedi, con tragitti brevi e maggiore uso del trasporto pubblico

Sul fronte della sicurezza stradale, il divario è ancora più netto: circa il 75% delle vittime di incidenti è di sesso maschile, a indicare comportamenti di guida più rischiosi. Le Linee Guida UE e buone pratiche da città come Vienna e Barcellona dimostrano l’efficacia dell’integrazione della prospettiva di genere nelle politiche urbane.

Città più vivibili e aria pulita: le proposte di Kyoto Club e CNR-IIA

Partendo dai risultati del Rapporto MobilitAria 2025, Kyoto Club e CNR-IIA propongono un deciso cambio di rotta nelle politiche urbane e di mobilità con precisi interventi mirati:

  • Riforma del Codice della Strada – Restituire ai Comuni maggiore autonomia per gestire la mobilità urbana, introducendo strumenti come:
    • “Città 30”, 
    • ZTL intelligenti
    • regolazioni efficaci di traffico e accessi;
  • Strategia nazionale per il riequilibrio modale:
    • Ridurre l’uso dell’auto privata
    • Potenziare il trasporto pubblico elettrico
    • Sostenere la mobilità ciclabile e i servizi condivisi
  • Investimenti stabili e a lungo termine:
    • Reti tranviarie e metropolitane
    • Ciclovie urbane e turistiche
    • Infrastrutture leggere e logistica urbana sostenibile
  • Accelerazione dell’elettrificazione:
    • Transizione del parco veicolare verso l’elettrico
  • Recepimento ambizioso della nuova Direttiva europea sull’aria
    • Rafforzamento del monitoraggio ambientale
    • Miglioramento della comunicazione pubblica sui rischi sanitari
    • Politiche locali basate su dati scientifici.

Scarica il rapporto MobilitAria 2025

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