Agricoltura e cambiamento climatico: da problema a soluzione?

Il cambiamento climatico è un problema planetario, ma possiamo ancora fare qualcosa per limitarne gli impatti peggiori? Anche l’ultimo Rapporto IPCC indica l’agricoltura tra i principali responsabili. E se cambiassimo prospettiva e cercassimo le soluzioni proprio nell’agricoltura?

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via depositphotos.com

di Isabella Ceccarini

L’ultimo Rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), Climate change 2022: mitigation of climate change, ci mette ancora una volta davanti alle nostre responsabilità e punta il dito contro l’agricoltura.

È possibile limitare i danni?

Più che un’esortazione, quello che ci arriva dal Rapporto IPCC è un vero e proprio imperativo categorico. Il cambiamento climatico è un problema planetario, ma possiamo ancora fare qualcosa per limitarne gli impatti peggiori?

I piccoli agricoltori e le popolazioni rurali sopportano più di tutti il peso del cambiamento climatico e del degrado delle risorse naturali: siccità e inondazioni alterano gli ecosistemi da cui gli agricoltori dipendono per la loro sussistenza.

Non commettiamo l’errore di pensare che tutto questo non ci riguardi.

Gli eventi meteorologici estremi impattano sull’agricoltura globale, anche se alcune aree geografiche vivono maggiori difficoltà.

Le popolazioni dell’Africa subsahariana, ad esempio, si trovano in uno stato di grave insicurezza alimentare perché il cambiamento climatico compromette i raccolti e fa morire il bestiame.

Le sfide da affrontare

Tanti sono i problemi urgenti e irrisolti. L’agricoltura dovrebbe raddoppiare la produzione per soddisfare la crescente richiesta di cibo di una popolazione che aumenta e che nel 2050 potrebbe raggiungere i dieci miliardi di individui, si dovrebbero ridurre gli sprechi e le perdite di cibo, le catene del valore dovrebbero diventare sostenibili ed efficienti.

Le inondazioni non portano acqua utile: i terreni riarsi non riescono ad assorbire l’acqua di piogge troppo violente e le risorse idriche continuano a scarseggiare.

Inquinamento e sfruttamento eccessivo dei terreni agricoli degradano il suolo e le risorse forestali, e lo stesso discorso vale per il mare e le risorse ittiche.

Guardiamo l’agricoltura con altri occhi

Ma proviamo a cambiare lenti: smettiamo di vedere l’agricoltura come un problema e pensiamo agli agricoltori come custodi delle risorse naturali.

I piccoli agricoltori combattono ogni giorno contro il cambiamento climatico ma spesso non sono proprietari dei terreni che coltivano e hanno difficoltà ad accedere ai mercati e ai finanziamenti. Eppure proprio loro possono essere la soluzione anziché il problema.  

Agricoltura, silvicoltura, allevamenti e pesca possono svolgere un ruolo determinante nella lotta al degrado ambientale e al cambiamento climatico.

Gli agricoltori vanno aiutati, sicuramente con sostegni economici, ma soprattutto con una formazione mirata che apra le porte all’innovazione.

Finanziamenti per la resilienza

L’IPCC ha ribadito la necessità di limitare il riscaldamento globale a 1,5°. Un limite raggiungibile anche «promuovendo tecniche di agricoltura sostenibile, proteggendo le foreste e ripristinando torbiere e mangrovie che hanno un forte potenziale di mitigazione».

Il Rapporto IPCC sostiene che le azioni di mitigazione sostenibile in agricoltura, nelle foreste e nell’uso del suolo possono contribuire in modo determinante a ridurre le emissioni di gas serra.

I piccoli agricoltori producono l’80% del cibo nei Paesi in via di sviluppo, eppure solo l’1,7% dei finanziamenti destinati alla mitigazione del clima è destinato a loro: invece bisogna insegnare loro tecniche di coltivazione sostenibili e renderli capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici.

A tale scopo l’IFAD ha lanciato il programma ASAP+ (Enhanced Adaptation for Smallholder Agriculture Programme), un meccanismo dedicato interamente ai piccoli produttori per finanziarne la resilienza al cambiamento climatico.

Innovazione, la chiave del cambiamento

Grazie all’innovazione è possibile migliorare la gestione del territorio e le pratiche agricole: usare meno fertilizzanti e pesticidi e consumare meno acqua alleggerirà l’impatto dell’agricoltura sulla salute ambientale.

L’innovazione permette di adottare pratiche agricole sostenibili per aumentare le rese, diversificare la produzione, preservare la biodiversità e fermare il degrado ambientale.

Questi principi sono applicabili ovunque: anche i piccoli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo possono proteggere i suoli, gli ecosistemi e la biodiversità e svolgere un ruolo importante nello stoccaggio del carbonio, ma devono sapere come fare.

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