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Controllo biologico dei parassiti per la biodiversità funzionale dei terreni agricoli

Ogni anno i parassiti distruggono circa il 40% della produzione agroalimentare mondiale. L’agricoltura intensiva favorisce lo sviluppo di parassiti, di erbe infestanti e di malattie che mettono in pericolo la produzione alimentare e minacciano l’integrità dell’ecosistema e la sua biodiversità

Controllo biologico dei parassiti per la biodiversità funzionale dei terreni agricoli
Foto di oktavianus mulyadi su Unsplash

Ripristinare la biodiversità dei terreni agricoli

Il controllo dei parassiti è molto importante per la protezione delle colture. Il microbiota – ovvero l’insieme dei microrganismi come batteri, funghi, virus, che vivono nel terreno e interagiscono con le radici delle piante favorendo l’assorbimento dei nutrienti – gioca un ruolo fondamentale non solo per la crescita sana delle piante, ma anche per la protezione dall’aggressione dei patogeni.

Sistemi agricoli più poveri e geneticamente uniformi

Il microbiota, insieme agli invertebrati, contribuisce in modo sostanziale al controllo dei parassiti ma esistono ancora troppe lacune sulla comprensione dell’agrobiodiversità, a cominciare dal microbioma presente nei diversi terreni.

Ripristinare la biodiversità dei terreni agricoli per il loro controllo biologico conservativo offre interessanti potenzialità per ottenere risultati significativi in termini di aumento della produttività agricola senza impattare negativamente sull’ambiente.

Lo studio internazionale Restoring functional farmland biodiversity for biological pest control, pubblicato nella rivista scientifica “Trends in Plant Science”, sottolinea il fatto che dagli anni Quaranta i sistemi agricoli sono diventati sempre più poveri di specie e geneticamente uniformi, privati dell’habitat naturale ed esposti all’azione antropica.

I parassiti distruggono la produzione agricola

Nel 2050 la popolazione mondiale dovrebbe sfiorare i 10 miliardi di individui: ovviamente questo comporta una crescente necessità di produzione di cibo.

Tuttavia, ogni anno i parassiti distruggono circa il 40% della produzione agroalimentare mondiale. L’agricoltura intensiva favorisce lo sviluppo di parassiti, di erbe infestanti e di malattie che mettono in pericolo la produzione alimentare e minacciano l’integrità dell’ecosistema e la sua biodiversità.

È come un cane che si morde la coda, perché lo sviluppo dei parassiti ha portato a un uso crescente dei pesticidi che amplifica la perdita di biodiversità.

Gli studiosi ritengono che una gestione agricola ben calibrata e approcci “sistemici” integrati possono diffondere organismi benefici nei campi coltivati, fornendo vantaggi sia dal punto di vista della biodiversità sia della resa.

Il controllo biologico conservativo

Quindi, secondo lo studio, un efficace sfruttamento della biodiversità in azienda agricola per il controllo dei parassiti è fondamentale per contrastare l’inquinamento da pesticidi e costituire un primo passo verso il raggiungimento un ripristino degli habitat.

In particolare, interventi come la copertura vegetale precoce, le strisce fiorite e il sovescio possono sopprimere i parassiti in modo economicamente ed ecologicamente valido senza la necessità di ricorrere a pesticidi sintetici.

A differenza del controllo biologico classico che prevede il rilascio di organismi antagonisti, il controllo biologico conservativo crea un ambiente adatto alla sopravvivenza e proliferazione degli organismi benefici già presenti nell’ecosistema.

Lo studio ritiene che il controllo biologico conservativo, quindi la difesa delle colture che favorisce i nemici naturali dei parassiti, sia una strategia efficace per rafforzare l’ecosistema e rendere le colture più produttive.

Le scelte politiche influenzano i comportamenti

Lo studio sottolinea anche l’importanza di un diverso comportamento degli agricoltori: i fattori sociali sono determinanti, perché l’agrobiodiversità da sola non raggiunge l’auspicata sostenibilità. Ma il comportamento è modulato dai quadri normativi, ovvero dalla reale volontà politica di agire in tale direzione.

Lo studia cita due esempi: la riduzione dei fungicidi che può consentire il controllo microbico delle erbe infestanti, oppure l’integrazione di leguminose o la semina diretta che possono portare a un controllo dei parassiti.

Entrambe pratiche che non vengono adeguatamente promosse, mentre sarebbe strategico incentivare maggiormente le pratiche agricole virtuose.

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