Proteggiamo l’acqua e abbattiamo la disparità di accesso, il pensiero di Cingolani

Intervento del ministro della Transizione ecologica all’evento on-line organizzato dal M5s ‘Acqua 2050’. “Nel quadro internazionale l’Italia è uno dei Paesi che sta meglio. Ma sappiamo benissimo che la nostra rete idrica non è molto funzionale, la manutenzione probabilmente non è mai stata fatta; in alcune zone perdiamo anche il 40% dagli acquedotti”

Cingolani
Credits: Ministero della Transizione ecologica

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Soltanto il 2,5% dell’acqua disponibile del Pianeta è acqua potabile, ma il 69% di questa è congelata nei ghiacciai, il 35% nelle falde, poco meno dell’1% nel permafrost e lo 0,4% in superficie; ed è questa parte che consumiamo per tutte le nostre attività. E’ con questi numeri che il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani prova a spiegare – nel corso dell’evento on-line organizzato dal M5s ‘Acqua 2050′ – che “la poca acqua a cui abbiamo accesso va protetta anche se purtroppo spesso invece la inquiniamo e la sprechiamo”. 

“Nel quadro internazionale l’Italia è uno dei Paesi che sta meglio – rileva il ministro – abbiamo sorgenti d’acqua e un territorio molto ricco; ovviamente anche noi non siamo perfetti anzi sappiamo benissimo che la nostra rete idrica non è molto funzionale, la manutenzione probabilmente non è mai stata fatta molto bene: in alcune zone perdiamo anche il 40% dell’acqua trasportata dagli acquedotti. Questo è un peccato capitale che noi dobbiamo riparare con opere e infrastrutture adeguate, manutenendo la nostra rete idrica”.

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Per il sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancellerioccorre realizzare le infrastrutture idriche, tra le più importanti ma che risentono spesso della mancata manutenzione o cattiva gestione. Il gap tra l’acqua erogata e quella che arriva a destinazione è spaventoso, nel Nord arriva al 26%, al Sud è pari al 46%. Non ce lo possiamo permettere, dobbiamo intervenire per fare in modo che quello che definiamo oro blu non vada sprecato. C’è un piano straordinario del ministero delle Infrastrutture, che dal 2018 a oggi ha stanziato 250 milioni per 30 interventi, di cui 29 oggi sono a buon punto. Nel 2022 dovremmo raggiungere gli obiettivi”. Con i prossimi passi del governo, dice Cancelleri, “abbiamo previsto la nomina di circa 30 commissari per 59 opere, sbloccando circa 66 miliardi di euro di opere pubbliche. Tra le varie opere ci sono anche delle dighe da sistemare, soprattutto in Sardegna e Sicilia”. 

“In questo momento muoiono sulla Terra più persone per mancanza d’acqua che per omicidi – osserva Cingolani – l’80% degli uomini ha accesso all’acqua ma ci sono notevoli differenze tra chi si trova in una Improve watersource area, ovvero dove le fonti d’acqua sono raggiungili con 30 minuti di cammino dal luogo in cui si vive, luoghi dove le fonti d’acqua sono ancora più lontane, e posti come l’Italia e l’Europa dove è sufficiente aprire il rubinetto per farla scorrere. Bisogna far il possibile affinché questa disparità si riduca sempre più. L’acqua è un bene trasparente al centro della vita stessa, e sprecarla è inaccettabile. Per questo bisogna guardare all’acqua come uno dei beni più preziosi da salvare per il futuro. Il nostro sforzo nei prossimi anni dovrà essere quello di educare le nuove generazioni a guardare all’acqua come ad uno dei beni principali e più preziosi da preservare per il futuro”.

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