Plastica nei fiumi europei: le bottiglie sono i rifiuti più inquinanti

Un report dell’Earthwatch Institute and Plastic Oceans UK traccia lo stato di salute dei fiumi in Europa: bottiglie, involucri alimentari e mozziconi di sigarette i rifiuti più presenti

bottiglie plasticaL’80% dei rifiuti in plastica sversato negli oceani proviene dai fiumi: le bottiglie rappresentano il 14% del totale

 

(Rinnovabili.it) – La bottiglie in PET sono i rifiuti di plastica più presenti nei fiumi europei: la conferma arriva dal report Plastic Rivers pubblicato dall’Earthwatch Institute and Plastic Oceans UK.

Lo studio ha combinato i risultati di 9 ricerche europee sul tema dell’inquinamento da plastica all’interno dei fiumi nel vecchio continente: dietro le bottiglie, il secondo inquinante più spesso rinvenuto sono gl’involucri di alimenti preconfezionati, mentre al terzo posto ci sono i mozziconi di sigarette. Molto basso il dato sulle buste in plastica che rappresentano appena l’1% degl’inquinanti presenti nei nostri fiumi: merito soprattutto delle politiche per limitare l’uso di prodotti simili e per l’introduzione in tutta Europa di legislazioni che favoriscano il passaggio a sacchetti biodegradabili.

 

Secondo la ricerca, ogni consumatore utilizza in media 150 bottiglie di plastica ogni anno. Circa l’80% della plastica che finisce negli oceani proviene dai fiumi: diversi esperti consultati nelle ricerche insistono sulla necessità di bonifica dei bacini idrici interni in coordinamento con le politiche per allentare la dipendenza dal consumo di plastica usa e getta.

 

>>Leggi anche Il Parlamento europeo vieta la plastica monouso a partire dal 2021<<

 

Il report dell’Earthwatch Institute non ha preso in considerazione gli scarti derivati dalle attività di pesca, agricole e industriali, mentre si è concentrato solo sull’inquinamento da plastica prodotto dai consumatori: tra i rifiuti visibili a occhio nudo, le bottiglie rappresentano il 14% del totale presente nei nostri fiumi, gl’involucri alimentari il 12%, i mozziconi di sigarette il 9%, i contenitori alimentari il 6%, i bastoncini di cotton-fioc il 5% e i bicchieri usa e getta il 4%. Considerevole anche il contributo di dispositivi sanitari come pannolini, tampax e salviettine umidificate.

 

L’Unione europea ha recentemente approvato il decreto che mette al bando la plastica monouso: posate e piatti in plastica, agitatori per bevande, cannucce, bastoni per palloncini, bastoncini di cotone (i comuni cotton-fioc), le plastiche ossi-degradabili, i contenitori di alimenti e le tazze in polistirolo espanso non potranno più essere commercializzate a partire dal 2021.

 

Discorso diverso per le bottiglie di plastica: secondo il decreto Ue, entro il 2025 i produttori potranno mettere in commercio solo bottiglie con almeno il 25% di contenuto riciclato, percentuale che dovrà salire al 30% entro il 2030. Allo stesso tempo, gli Stati membri sono chiamati a raggiungere il 77% di tasso di riciclo delle bottiglie in plastica entro il 2025 e il 90% entro il 2029, introducendo anche sistemi di cauzione-deposito.

 

>>Leggi anche Ok al Ddl Salva Mare, inizia la guerra ai rifiuti di plastica<<

Articolo precedenteDl Crescita, cosa cambia per ecobonus e sismabonus?
Articolo successivoEventi climatici estremi, in 37 anni morte 82mila persone in Europa

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!