La Cina continua a produrre illegalmente sostanze chimiche dannose per l’ozono

Uno studio mostra l’incremento di emissioni di triclorofluorometano (CFC-11) provenienti dalle fabbriche cinesi nel periodo 2014 – 2017

Cina ozono cfc 11Il CFC-11 è una delle sostanze bandite con il Protocollo di Montreal per la tutela dell’ozono nella stratosfera

 

(Rinnovabili) – La Cina è stata la maggiore responsabile della produzione illegale di sostanze che riducono l’ozono stratosferico dal 2014 al 2017: lo afferma uno studio coordinato dalla Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization australiana e dall’Università di Bristol.

 

Stando alla ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Nature, dal 2013, tra il 40% e il 60% della produzione di refrigeranti a base di triclorofluorometano (CFC-11), una delle principali sostanze responsabili dell’allargamento del buco dell’ozono, sarebbe stato prodotto nelle provincie di Shandong e Hebei, nel Nord della Cina.

 

Il CFC-11 è un composto liquido utilizzato per molto tempo nei frigoriferi e nei condizionatori: con il Protocollo di Montreal, un trattato per la protezione dello strato di ozono che prevedeva l’abbandono di tutti i composti a base di clorofluoocarburi (CFC) entro il 2010, il CFC-11 è finito sotto bando. Le concentrazioni di triclorofluorometano sono andate calando fino al 2012, quando gli esperti hanno cominciato a registrare una nuova impennata di CFC-11 nell’atmosfera.

 

I ricercatori inglesi e australiani hanno analizzato i dati atmosferici forniti da Sud Corea e Giappone e hanno stimato che il rilascio di emissioni di CFC-11 proveniente dall’est della Cina durante il periodo 2014-2017 è stato circa 7 milioni di kg annui più alto rispetto al periodo 2008-2012.

 

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La Cina ha ratificato il Protocollo di Montreal nel 1991 e nel 2018 ha annunciato di aver abbattuto la capacità produttiva di oltre 280 mila tonnellate annue di sostanze chimiche dannose per l’ozono.

Secondo un report dello scorso anno dell’Environmental Investigation Agency, in Cina sarebbero attivi una dozzina di impianti che ancora utilizzano il CFC-11 nella produzione di schiuma poliuretanica.

 

Sempre nel 2018, il Governo Cinese ha lanciato una vasta campagna d’ispezioni in circa 3 mila fabbriche di schiuma poliuretanica con l’obiettivo di identificare e punire i trasgressori del Protocollo di Montreal. Lo scorso marzo, portavoce del Ministero dell’Ambiente hanno annunciato la chiusura di 2 siti che producevano illegalmente CFC-11.

 

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