L’inquinamento atmosferico è letale per 430 mila persone

Un killer silenzioso continua a mietere vittime in Europa. L’inquinamento atmosferico non è stato ridotto a sufficienza negli anni e i dati lo dimostrano

inquinamento atmosferico

 

I danni dell’inquinamento atmosferico censiti dall’EEA

 

(Rinnovabili.it) – Nuovo report nuova ecatombe. Scorrere la relazione dell’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) sull’inquinamento atmosferico è sempre un tuffo al cuore. Le buone notizie sono sempre scarse, mentre spiccano i numeri da mattatoio sulle morti premature causate da una qualità dell’aria tutt’altro che accettabile.

Il dossier, nel 2017, raccoglie i dati ufficiali di oltre 2.500 stazioni di monitoraggio in tutta Europa riferiti al 2015. Questa edizione, inoltre, si concentra sull’agricoltura, un comparto spesso trascurato ma cruciale per la salute umana quando si analizzano gli inquinanti atmosferici assorbiti. Alti livelli di ozono a livello del suolo, infatti danneggiano la resa e la salubrità di colture, foreste e anche la salute di persone e animali. Basti pensare che il 30% della popolazione urbana dell’UE-28 è stato esposto a livelli di O3 superiori ai limiti nel 2015. Prendendo a riferimento le più severe linee guida dell’OMS, l’esposizione oltre la soglie è del 95%. Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, soltanto questo fattore ha causato la morte prematura di 14.400 persone in 41 paesi europei nel 2014.

 

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In generale, i dati mostrano che la qualità dell’aria in Europa sta lentamente migliorando. Tuttavia, le alte concentrazioni di inquinamento atmosferico continuano ad avere effetti significativi sulla salute, con tre indiziati principali: particolato (PM), biossido di azoto (NO2) e ozono a livello del suolo (O3). Le alte concentrazioni di PM2,5 sarebbero responsabili di circa 428 mila decessi prematuri in 41 paesi europei, di cui circa 399 mila nell’UE a 28. Il 7% della popolazione urbana nell’Unione (l’82% secondo l’OMS) è stato esposto a livelli di PM2,5 superiori ai limiti annuali comunitari, un dato che sale al 9% se si considera invece il biossido d’azoto, responsabile di 78 mila decessi in 41 paesi europei.

La scarsa qualità dell’aria ha anche notevoli impatti economici, che si concretizzano in costi sanitari, riduzione della produttività dei lavoratori e degrado del suolo, delle foreste e delle colture, dei laghi e dei fiumi. Occorre, per l’EEA, ridurre l’impoverimento dei suoli causato dagli inquinanti, con l’aggiunta determinante dell’ammoniaca proveniente dagli allevamenti. Oggi almeno il 7% degli ecosistemi europei è a rischio acidificazione.

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