L’India vuole manipolare i dati sull’inquinamento

Non verranno più pubblicati immediatamente, ma passeranno al vaglio del governo. Altro che “informazioni autentiche”, così si insabbia l’inquinamento

L’India vuole manipolare i dati sull’inquinamento

 

(Rinnovabili.it) – Il governo indiano ha dichiarato che prima di pubblicare i dati sull’inquinamento atmosferico di Nuova Delhi, dovrà passarli al vaglio per la certificazione. Le organizzazioni ambientaliste sono molto preoccupate per questa intrusione da parte dell’esecutivo, perché temono che voglia insabbiare le cifre scomode che riguardano la città più inquinata del mondo.

 

Oggi sono tre le agenzie governative che compilano, distintamente l’una dall’altra, i dati ottenuti dalle stazioni di monitoraggio nella capitale. Ciascuna di esse pubblica poi direttamente le cifre. Ma adesso il governo ha deciso di frapporsi  tra le agenzie e il pubblico, imponendo che i dati vangano inviati al Central Pollution Control Board per l’analisi prima della commercializzazione. Il motivo ufficiale? Fornire «informazioni autentiche sulla qualità dell’aria ai cittadini di Delhi».

«Il passaggio è abbastanza preoccupante – dichiara Aishwarya Madineni di Greenpeace India, attivista impegnata a contrastare l’inquinamento atmosferico – Non capisco in cosa consisterebbe questa modifica dei dati sulle schede di controllo prima del rilascio. Le persone meritano di sapere, perché l’inquinamento colpisce la loro salute».

Oggettivamente, questa mossa sembra complicare invece che snellire le operazioni di trasparenza dell’amministrazione. Se esiste un monitoraggio in tempo reale, come spiega il Consiglio per l’energia, l’ambiente e l’acqua (un gruppo di ricerca indipendente), non è chiaro perché debba esserci una qualche convalida.

 

Decessi e suicidi per colpa dell’inquinamento

È probabile che, con questa mossa, il governo indiano cerchi di rispondere alla pressione che arriva da tutto il mondo, dopo che un rapporto dello scorso anno a cura dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha certificato che su 1.600 metropoli del pianeta Delhi è la più inquinata. La colpa è delle pm2.5, finissime particelle (inferiori a 2,5 micron di diametro) strettamente legate a un aumento dei tassi di bronchite cronica, cancro ai polmoni e malattie cardiache. Infatti, penetrano in profondità nei polmoni e possono passare nel flusso sanguigno.

Le particelle che ammorbano l’aria di Nuova Delhi e di altre città in tutto il mondo sono spesso contenute nella polvere dei cantieri, causate dall’inquinamento dei motori diesel o dalle emissioni industriali.

 

Tutto ciò che l’India ha saputo rispondere, dopo il report dell’Oms, è che l’inquinamento atmosferico nella capitale è paragonabile a quello di Pechino, non peggiore. Non proprio una fortissima linea di difesa.

Il tempo è passato, ma non sono ancora state annunciate le misure per affrontare il problema, anche se i politici hanno annunciato restrizioni sui veicoli privati, connessi a tassi di inquinamento superiori, e una più rigorosa applicazione delle leggi urbanistiche. Intanto, uno studio della British Columbia University, ha concluso che gli alti tassi di inquinamento potrebbero aumentare i casi di depressione e suicidio.

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