Cerrado brasiliano, la devastazione corre nella savana che ospita il 5% della biodiversità mondiale

Mai così male dal 2015 il degrado della savana tropicale brasiliana, uno dei biomi con più diversità biologica al mondo. Sotto Bolsonaro, in tutto, sono scomparsi più di 33mila km2, come Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria messi insieme

Cerrado brasiliano: in 1 anno distrutti 10mila km2 di savana tropicale
Foto di Charles Betito Filho su Unsplash

Tra agosto 2021 e luglio 2022 sparita un’area di Cerrado brasiliano grande come Cipro o il Qatar

(Rinnovabili.it) – In appena un anno, la savana tropicale più ricca di biodiversità al mondo si è ristretta di più di 10.000 km2. Un’area grande all’incirca come Cipro o il Qatar. La devastazione del Cerrado brasiliano tra agosto 2021 e luglio 2022 ha toccato il record da 7 anni a questa parte, con una crescita anno su anno della distruzione della vegetazione nativa di più del 25%.

In 4 anni, spariti 33mila km2 di Cerrado brasiliano

I dati dell’Inpe, l’Agenzia nazionale brasiliana per la ricerca spaziale che monitora via satellite la deforestazione dell’Amazzonia e il degrado degli altri biomi, fissano la superficie di Cerrado brasiliano distrutto in questi 12 mesi a 10.688,73 km2, rispetto agli 8.531,44 dell’anno precedente. Le regioni con il maggior livello di degrado sono Maranhao con il 26,51% della superficie totale, Tocantins (19,9%) e Bahia (13,36%), che fanno parte dello stato di Matopiba. I satelliti dell’Inpe contano come degradata ogni area di almeno 1 ettaro in cui è scomparsa la vegetazione nativa, a prescindere dalla destinazione d’uso successiva del terreno.

Oltre a segnare il record di devastazione dal 2015, il 2022 del Cerrado brasiliano è anche il terzo anno di fila in cui i dati sul degrado del bioma sono in aumento. Una tendenza che non si era mai verificata negli ultimi 22 anni, vale a dire da quando esistono le serie storiche. Nei quattro anni di governo Bolsonaro, la superficie complessiva distrutta nella savana tropicale brasiliana è di 33.444 km2, un’area grande come Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria messe insieme.

Agricoltura e allevamento dietro il degrado della savana tropicale

Il Cerrado in origine aveva quasi 1 milione di km2 di vegetazione nativa, più di tre volte l’estensione dell’Italia, ma circa metà ormai è considerata degradata. Questo bioma ospita oltre il 5% della biodiversità mondiale, oltre a 25 milioni di persone, circa 100 popolazioni indigene e numerose comunità tradizionali.

“Il Cerrado è la savana più ricca di biodiversità del pianeta e ospita le sorgenti di otto dei dodici bacini fluviali del Brasile. L’espansione dell’agricoltura e dell’allevamento è responsabile della distruzione di oltre la metà della copertura originaria del Cerrado e le aree rimanenti sono altamente degradate e frammentate”, afferma Mariana Napolitano del ramo brasiliano del WWF. “Il risultato di tutto ciò si è già visto: l’aumento delle temperature e la siccità degli ultimi anni hanno ridotto la produttività di oltre il 20% della soia e del mais a Matopiba, per esempio”.

Articolo precedenteAnche l’Italia aiuta il Vietnam ad accelerare il phase down del carbone
Articolo successivoTetto al prezzo del gas, se a dire sì è l’Australia

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!