Ritorno al futuro per Joe Biden: il suo team di transizione guarda a Obama

In base ai profili scelti dal presidente eletto, le sue priorità sono battaglia legale contro le leggi di Trump, innovazione su efficienza energetica e energy storage, e un approccio più inclusivo

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Credits: Ben Solomon / Biden for President | CC BY-NC-SA 2.0

Nella squadra di Joe Biden molti ex funzionari chiave dell’ex presidente

(Rinnovabili.it) –  Prende forma il team di transizione di Joe Biden che accompagnerà il presidente eletto fino all’insediamento il prossimo gennaio. E vengono riempite anche le ultime caselle della squadra che lavorerà con il democratico sul clima.

Cos’è il team di transizione?

Sono scelte che di solito dicono già molto delle intenzioni dei nuovi presidenti. Subito dopo aver sconfitto Hillary Clinton nel 2016, Donald Trump aveva scelto un profilo come quello di Myron Ebell. Oggi il nome dice molto poco anche agli addetti ai lavori, ma se si scorrono le sue posizioni si ritrova molto di quanto l’amministrazione Trump ha poi effettivamente tradotto in pratica negli ultimi 4 anni. Ebell è un negazionista climatico convinto, è molto vicino alle lobby fossili e ha collaborato con organizzazioni accusate di diffondere notizie false e fuorvianti sul cambiamento climatico e su una miriade di altri temi ambientali. Insieme a Ebell c’era anche Scott Pruitt, poi messo a capo dell’EPA, che alle idee di Ebell univa competenze legali.

Tutti i nomi scelti da Joe Biden

Joe Biden invece sta scegliendo di ripartire là dove Obama aveva interrotto il lavoro. Nel suo team di transizione entrano funzionari che avevano servito in diverse agenzie prima che arrivasse Trump. Soprattutto all’EPA, l’Agenzia di protezione ambientale americana e uno dei capisaldi per ogni politica climatica nazionale, e al dipartimento dei Trasporti cui fanno capo dossier come biofuel e emissioni dei veicoli. Ecco nel dettaglio la squadra scelta da Joe Biden.

Environmental Protection Agency (EPA) – Il team di transizione qui sarà guidato da Patrice Simms. Che è un profilo diametralmente opposto a quello di Pruitt: Simms è un legale specializzato in questioni ambientali che viene da Earthjustice. Ed è l’uomo che ha scritto circa un centinaio di ricorsi contro decisioni in materia di clima prese dall’amministrazione Trump. La persona migliore per scardinare in punta di diritto l’eredità trumpiana.

A fianco di Simms lavoreranno anche Joe Goffman e Cynthia Giles. Entrambi erano all’EPA sotto Obama e hanno lavorato a stretto contatto con Gina McCarthy, a capo dell’EPA fino al 2016 e tra le persone che più si sono spese per la politica climatica dell’ex presidente.

Dipartimento dell’Energia (DoE) Arun Majumdar, ingegnere meccanico e scienziato dei materiali con laurea a Berkeley. Obama l’aveva voluto nel 2009 per creare un centro di eccellenza su ricerca e innovazione. Majumdar l’ha guidato per anni. Efficienza energetica e progresso tecnologico nell’energy storage sono i suoi mantra. Lo affiancheranno Dan Arvizu, ex capo del National Renewable Energy lab, e Jonathan Elkind, già funzionario obamiano per i dossier clima e energia.

Dipartimento dei Trasporti – Anche qui entrano funzionari ‘ereditati’ dall’era Obama: Phillip Washington, Polly Trottenberg e Therese McMillan.

Dipartimento degli Interni – E’ l’agenzia che ha voce in capitolo sull’uso delle terre federali e tribali. E Joe Biden ha scelto di mettere al vertice della squadra di transizione Kevin Washburn, in passato vice segretario per gli Indian Affairs. Un messaggio piuttosto chiaro sulla necessità di rispettare standard ambientali e sociali più stringenti per infrastrutture come gasdotti e oleodotti.

Dipartimento di Stato – Qui Biden ha piazzato niente meno che Sue Biniaz. Il suo nome passa inosservato perché ha lavorato per anni dietro le quinte. Ma è una dei funzionari americani che hanno curato la parte legale dell’accordo di Parigi. E che dovrà pianificare il ritorno degli Stati Uniti nel patto sul clima.

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