La politica climatica di Biden cade a pezzi

Ieri Biden ha annunciato nuove misure contro la crisi climatica. Briciole rispetto al suo programma. Che non può realizzare perché la Corte suprema e il suo partito lo bloccano.

Visita di Biden in UE: la nuova sintonia sul clima tra Europa e Stati Uniti
Credits: Adam Schultz / Biden for President | CC BY-NC-SA 2.0

Il presidente rinuncia alla scorciatoia dell’”emergenza climatica”

(Rinnovabili.it) – Doveva essere il discorso della riscossa, ma ha solo confermato che la politica climatica dell’amministrazione Biden versa ancora in stato comatoso. Ieri il presidente non è andato oltre due annunci minori: 2,3 miliardi di dollari per finanziare più cooling centres, cioè luoghi con aria condizionata per ospitare chi non se la può permettere durante le ondate di calore, e apertura all’eolico offshore anche nel golfo del Messico. Inezie rispetto al programma presentato a gennaio 2021 e agli impegni internazionali presi nel frattempo.

Doveva suonare la riscossa perché nelle ultime due settimane la politica climatica di Biden ha ricevuto due “picconate” pesantissime. La prima: la Corte suprema americana ha stabilito che l’Epa non può fissare limiti sulle emissioni all’industria, come stabilito dal Clean Air Act. In pratica, ha azzoppato il principale strumento dell’azione climatica Usa e lasciato Biden con ben poco in mano. La seconda: ancora una volta, il presidente non è riuscito a far passare al Congresso un pacchetto di misure sul clima. Ancora una volta, a far saltare il banco è il senatore democratico Joe Manchin, che ha già lasciato le impronte digitali sull’affossamento del pacchetto Build Back Better.

Leggi anche Taglio delle emissioni, la Corte suprema cancella la politica climatica di Biden

A questo punto, Biden si avvia verso metà mandato senza aver fatto sostanzialmente nulla per il clima. Serve una sterzata, e ben decisa. Per questo molti consiglieri del presidente premevano perché tirasse fuori l’asso dalla manica: dichiarare formalmente l’emergenza climatica. È un modo per bypassare il Congresso e usare il Defense Production Act – pensato per velocizzare la produzione in tempi di guerra – per accelerare sulle rinnovabili.

Biden però non ha voluto (ancora) compiere questo passo. “Il cambiamento climatico è letteralmente una minaccia esistenziale per la nostra nazione e per il mondo”, ha dichiarato ieri. “Si tratta di un’emergenza, di un’urgenza, e io la considererò in questo modo”. Parole chiare, ma vuote se non diventano una dichiarazione formale. (lm)

Leggi anche Biden apre il Leaders Summit on climate, USA promettono -52% CO2 al 2030

Articolo precedenteTutti d’accordo per prolungare le deroghe alla Pac nel 2023
Articolo successivoIn Spagna si testa la torre solare che produce combustibili sintetici

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!