Stop alle fossili, l’unica via per gli 1,5°C è rinunciare a ogni nuova produzione

Un rapporto dell’IISD analizza i 26 scenari emissivi “fattibili” che rispettano gli 1,5 gradi. In tutti, è necessario non mettere in produzione alcun nuovo giacimento fossile

Produzione di petrolio: l’Opec+ taglierà 1 mln di barili
Photo by John Cameron on Unsplash

C’è “ampio consenso” scientifico sulla necessità di uno stop alle nuove fossili

(Rinnovabili.it) – Se vogliamo conservare qualche ragionevole chance di limitare le temperature globali a 1,5°C, dobbiamo dire basta a ogni nuova messa in produzione di giacimenti fossili. Lo stop alle fossili è una condizione necessaria in tutti i percorsi emissivi che limitano il global warming alla soglia inferiore del Paris agreement e sono considerati “fattibili”. Si tratta, cioè, degli scenari emissivi che l’ultimo rapporto IPCC classifica in categoria C1 e prevedono uno sforamento (overshoot) limitato o assente e hanno una probabilità di restare sotto gli 1,5 gradi di almeno il 50%.

Lo afferma una revisione di tutta la letteratura scientifica in merito condotta dall’International Institute for Sustainable Development (IISD). Sui 97 scenari emissivi totali, il rapporto ne estrapola 26 che rispecchiano i criteri di fattibilità avanzati dallo stesso IPCC, ad esempio il richiedere una quantità di cattura di CO2 dall’aria inferiore a 3 Gt l’anno. In tutti e 26 un passaggio inaggirabile è lo stop alle fossili di nuova produzione.

Leggi anche Chi investe di più in nuove infrastrutture fossili oggi?

“Secondo un ampio consenso su molteplici modelli climatici ed energetici, lo sviluppo di nuovi giacimenti di petrolio e di gas è incompatibile con la limitazione del riscaldamento a 1,5°C. La produzione e il consumo globali di petrolio e gas devono diminuire di almeno il 65% entro il 2050”, si legge nel rapporto pubblicato il 21 ottobre. Anche la roadmap verso gli 1,5°C pubblicata a maggio 2021 dall’IEA conteneva la medesima avvertenza.

Altro messaggio importante dal rapporto IISD: lo stop alle fossili e lo sviluppo delle rinnovabili secondo una traiettoria coerente con l’obiettivo di Parigi sono due facce della stessa medaglia. È una questione di finanziamenti, soprattutto in una congiuntura in cui le ristrettezze economiche sono esacerbate da crisi energetica e impatto globale della guerra in Ucraina. “Il divario annuale di investimenti per la necessaria diffusione dell’eolico e del solare ammonta a 450 miliardi di dollari fino al 2030. Le previsioni indicano che nello stesso periodo saranno spesi fino a 570 miliardi di dollari all’anno per lo sviluppo e l’esplorazione di petrolio e gas, scrivono gli autori.

Leggi anche Emissioni nette zero, IEA: servono cambiamenti radicali

Articolo precedenteDopo Spagna e Olanda, anche Parigi si ritira dal trattato sulla Carta dell’Energia
Articolo successivoEcco l’Hotel Hyundai, l’albergo alimentato da un’auto elettrica

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!