Il riso di Fukushima è promosso per la prima volta dalla catastrofe

11 milioni di sacchi di riso di Fukushima hanno superato i test per la sicurezza alimentare ed il divieto di consumo ed esportazione è stato revocato

Il riso di Fukushima è promosso per la prima volta dalla catastrofe

 

(Rinnovabili.it) – Nella prefettura di Fukushima, per la prima volta dall’incidente nucleare del 2011, è stato revocato il divieto di consumo ed esportazione del riso locale. Gli esami condotti su 11 milioni di sacchi di riso hanno dimostrato che il prodotto è di nuovo idoneo al consumo e all’esportazione, in quanto non sono mai stati riscontrati valori superiori a 100 Bequerel per chilo, limite di sicurezza stabilito dalle autorità.

 

Come tutti ricordiamo il 11 maggio del 2011 a causa del terremoto e conseguente maremoto del Tōhoku, ci furono una serie di incidenti nucleari distinti nella centrale nucleare della TEPCO nella prefettura di Fukushima. La società che gestisce l’impianto ha confermato che nei giorni successivi al fenomeno meteorologico si verificò la fusione dei noccioli dei reattori 1, 2 e 3. I reattori 4, 5 e 6 furono riportati in pochi giorni allo “spegnimento stabile”, con temperature all’interno del recipiente inferiori a 100° C.

 

L’incidente nucleare provocò indirettamente la morte di 18 mila persone ed è stato classificato dall’Agenzia per la sicurezza nucleare e industriale del Giappone al grado più alto della scala Ines, il livello 7 che corrisponde a “Incidente catastrofico”, lo stesso grado della catastrofe di Černobyl. Da quel giorno nessun prodotto della prefettura di Fukushima è stato consumato o esportato, in quanto ancora contaminato e pericoloso per la salute dei consumatori.

 

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Con il 2015 viene data la prima buona notizia; le Autorità Locali annunciano: “Tutto il riso raccolto nel 2014 – più o meno 360 mila tonnellate – è stato virtualmente controllato per la radioattività e soddisfa gli standard nazionali di meno di 100 Becquerel per chilogrammo”.

 

E’ la prima volta che si raggiunge questo traguardo; nel 2012 71 dei 10 milioni di sacchi di riso controllati eccedevano gli standard di sicurezza, 28 sacchi nel 2013.

 

“Il fatto che la quantità di riso che non passa i test”, conclude Tsuneaki Oonam, a capo dell’unità di controllo del riso di Fukushima, “sia stabilmente diminuita negli ultimi tre anni indica che siamo sulla strada giusta”.

 

Tutto ciò è stato possibile grazie alle accortezze dei coltivatori, che hanno messo in pratica tecniche per ridurre l’assorbimento di cesio da parte delle piante, tra le quali il cambio di fertilizzante.

 

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