Romania: niente UNESCO per Rosia Montana, schiacciata da oro e cianuro

Il premier uscente Ciolos non ha candidato Rosia Montana all’UNESCO come Sito Patrimonio dell’Umanità. Avrebbe evitato che la cittadina venisse sventrata dalla più grande miniera d’oro d’Europa

Romania: niente UNESCO per Rosia Montana, schiacciata da oro e cianuro

 

(Rinnovabili.it) – Il governo uscente della Romania ha deluso tutti su Rosia Montana. Il sito  che potrebbe diventare la più grande miniera d’oro d’Europa, tra le montagne della Transilvania, non è stato tutelato nonostante le promesse. Il premier Dacian Ciolos, che tra pochi giorni lascerà il posto al suo successore, non ha candidato all’UNESCO la piccola cittadina ricca di cultura e storia, una mossa che avrebbe tutelato l’area rendendo molto difficile l’apertura della miniera.

L’oro di Rosia Montana è al centro di una stagione di proteste lunga 15 anni, che hanno toccato il culmine nel 2013 quando le manifestazioni hanno portato migliaia di persone in piazza. Tutti uniti contro lo sfruttamento del sito da parte dell’azienda canadese Gabriel Resources. I cittadini temono l’inquinamento da cianuro, sostanza largamente usata nell’attività estrattiva, oltre alla deforestazione e ai danni irreparabili a preziosi manufatti architettonici di epoca romana.

 

Romania: niente UNESCO per Rosia Montana, schiacciata da oro e cianuroIl braccio di ferro si è fatto più teso negli ultimi anni. Lo scorso novembre, stanca di temporeggiare, Gabriel Resources aveva portato il caso di fronte al tribunale internazionale della Banca Mondiale per un arbitrato. A fronte di un progetto del valore di 1,5 mld di euro, i canadesi ne pretendevano ben 4 mld, qualcosa come il 2% del Pil di Bucarest. Per questo candidare alla Lista dei Siti Patrimonio dell’Umanità Rosia Montana sarebbe stata una soluzione ottimale: le basi ci sono e la procedura in corso avrebbe perlomeno congelato qualsiasi decisione dell’arbitrato internazionale.

Ma il governo l’ha pensata proprio al contrario. Il dossier di candidatura, finito il 9 dicembre, non è stato mai trasmesso. Il premier ha spiegato che non sarebbe possibile fare questo passo, proprio perché c’è un arbitrato in corso. Di fronte a pressioni crescenti, ha poi aggiunto che l’esecutivo uscente, negli ultimi giorni del suo mandato, non ha più abbastanza autorità per prendere una decisione del genere e in ogni caso sarebbe richiesto il via libera da parte di tutti i ministri, dettaglio che richiede tempi tecnici troppo lunghi rispetto agli scampoli di mandato rimasti.

La scadenza per la candidatura è l’inizio di febbraio: significa che il nuovo governo dovrebbe mettere Rosia Montana in cima alla lista delle priorità per non saltare l’appuntamento, ma anche gli attivisti non sembrano sperarci troppo. Intanto, però, il 26 dicembre Ciolos ha proposto una moratoria di 10 anni sull’uso del cianuro nell’estrazione di oro e argento su tutto il territorio nazionale. Se verrà approvata dal parlamento, la misura diminuirà l’impatto ambientale della miniera ma non impedirà che venga aperta.

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