(Rinnovabili.it) – Il Senato americano ha votato ieri una legge per l’approvazione del progetto Keystone XL, maxi oleodotto che dovrebbe portare dal Canada al Golfo del Messico 830 mila barili al giorno di petrolio da sabbie bituminose estratto in Alberta. Tutti i senatori repubblicani e una manciata di democratici hanno espresso parere favorevole alla costruzione della pipeline: il voto finale ha visto 62 favorevoli contro 36 contrari. La Camera dei rappresentanti aveva già espresso il suo voto il 9 gennaio.
Sul tavolo della stanza ovale arriverà, entro una settimana, una patata bollente che il presidente, contrario all’oleodotto, ha già deciso di rispedire al mittente. Infatti, Obama avrà l’ultima parola, potendo esercitare il potere di veto perché l’oleodotto è un progetto transnazionale. L’unico modo in cui le camere potrebbero aggirare il niet presidenziale, sarebbe riuscire a raccogliere una maggioranza dei due terzi in ciascuna votazione. Solo così, dato l’esteso consenso, verrebbe a decadere il veto della Casa Bianca.
Una parte del Keystone XL esiste già: è la cosiddetta “gamba”, che arriva fino alla costa del golfo del Messico. È operativa anche una prima versione di quella settentrionale, che parte dal Canada ma, attraversando numerosi Stati del midwest, risulta poco efficiente dal punto di vista logistico. La proposta approvata ieri dal Senato prevede un tracciato nuovo, più veloce, che taglia in diagonale attraversando il South Dakota e il Nebraska. Il costo complessivo stimato per la costruzione di questa parte, lunga 1900 chilometri, è di circa 5,3 miliardi di dollari.
La contrarietà del presidente USA è un tentativo di ingraziarsi il fronte ambientalista, fermamente contrario alle sabbie bituminose per tutti gli effetti negativi che hanno sull’ecosistema e sulla salute. L’opposizione pubblica è vasta e trasversale, tanto da rallentare i progetti legati a questo combustibile e renderli sempre meno profittevoli per l’industria. Il Canada è in difficoltà, avendo legato il suo futuro all’espansione del settore. Possiede infatti la terza più grande riserva al mondo di sabbie bituminose, dopo l’Arabia Saudita e il Venezuela. E sta per accedere al mercato europeo. Ma l’estrazione del petrolio dal bitume necessita di enormi quantità d’acqua e solventi, che disseminano nell’atmosfera tonnellate di emissioni.
Forse molti di noi credono ancora che le tecnologie ci salveranno, per questo non si prende seriamente il cambiamento climatico, ma ormai e chiaro a tutti che la Terra si sta surriscaldando e che solo le Rinnovabili possono fermare il declino del nostro pianeta. Abbiamo poco tempo per decidere ,il cambimento va preso a livello Globale, solo cosi riusciremo a fermare il declino dell’intera umanità ,altrimenti sarà la fine. Non possiamo permetterci che una minoranza decide per tutti, ora più che mai bisogna chiedere il cambiamento. Alcuni paesi si sono avviati verso un sistema libero dai Fossili, facciamo si che queste scelte non siano solo per pochi e che la priorità sia un Mondo libero da Petrolio-Gas-Carbone ecc.