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Legge UE sul clima, la modifica al target 2040 è un passo indietro per l’ambiente

Gli strumenti indicati dall'esecutivo UE per garantire tale flessibilità sono l'uso, seppur limitato, dei crediti internazionali di alta qualità a partire dal 2036, l'uso di assorbimenti permanenti nazionali nel sistema di scambio di quote di emissione dell'Unione Europea (EU ETS) e una maggiore flessibilità in tutti i settori.

Legge sul clima dell'UE, la proposta prevede maggiore flessibilità
La Vicepresidente esecutivo per la transizione pulita Teresa Ribera e il Commissario europeo per il clima Wopke Hoekstra durante la presentazione della modifica alla Legge sul clima UE. Foto di Lukasz Kobus. Copyright: Unione europea 2025

La Commissione Europea ha presentato oggi la discussa proposta di modifica della legge sul clima dell’UE. La proposta conferma al 2040 l’obiettivo per l’Unione di ridurre del 90 % le emissioni nette di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990.

La modifica delle legge è costruita sull’obiettivo giuridicamente vincolante dell’Unione di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 ma delinea una maggiore flessibilità per raggiungere tale obiettivo, in vista del perseguimento di un’economia europea decarbonizzata entro il 2050. L’esecutivo europeo ha previsto un sistema di compensazione delle emissioni per il raggiungimento dell’obiettivo di decarbonizzazione, un passo indietro rispetto alle ambizioni precedenti.

Cosa c’è nella proposta di modifica della legge sul clima UE

La normativa sul clima aveva già fissato un primo obiettivo intermedio per ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030 e aveva imposto alla Commissione di proporre un prossimo obiettivo intermedio da conseguire entro il 2040.

La proposta dell’Esecutivo UE arriva dopo mesi di ritardi e un acceso dibattito. L’Unione sembra voler mantenere in vita l’obiettivo della neutralità climatica attraverso la riduzione netta delle emissioni del 90% entro il 2040. Tuttavia, le cosiddette forme di flessibilità previste su come raggiungere questo obiettivo rischiano di trasformarsi in giochi a somma zero, ha avvertito l’Ufficio europeo dell’ambiente (EEB). La Commissione infatti ha proposto ai Paesi Membri di raggiungere parte dell’obiettivo del 2040 attraverso compensazioni di carbonio all’estero, mettendo a durissima prova la credibilità climatica. Questo costituisce una svolta radicale nell’azione dell’Unione finalizzata a limitare il riscaldamento globale.

La proposta identifica quindi un nuova maniera di conseguire l’obiettivo del 2040. Gli strumenti indicati dall’esecutivo UE per garantire tale flessibilità sono l’uso, seppur limitato, dei crediti internazionali di alta qualità a partire dal 2036, l’uso di assorbimenti permanenti nazionali nel sistema di scambio di quote di emissione dell’Unione Europea (EU ETS)una maggiore flessibilità in tutti i settori.

L’UE, come tutte le parti che hanno sottoscritto L’Accordo di Parigi, deve presentare alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) un contributo determinato a livello nazionale aggiornato nel quadro dell’Accordo stesso, in vista della COP30 fissata per novembre 2025 a Belém, in Brasile. la Commissione ha intenzione di collaborare ora con la presidenza del Consiglio proprio sul punto del contributo determinato a livello nazionale (NDC) dell’UE. la Francia, insieme a Polonia e Ungheria, Paesi tradizionalmente ritardatari in materia di clima, aveva chiesto a Bruxelles di scorporare i due obiettivi. L’esecutivo UE sembra aver accontentato Parigi spostando in avanti la definizione del contributo nazionale europeo per il 2035.

Le critiche delle ONG ambientaliste

I Paesi dell’Unione Europea potranno quindi conteggiare gli investimenti nei progetti climatici realizzati all’estero, molto probabilmente in Paesi a basso reddito, ai fini del loro obiettivo per il 2040. Ciò equivale a delocalizzare ed esternalizzare la responsabilità dei Paesi UE, con un alto rischio di frode e tagli alle emissioni non verificabili

La proposta di modifica delle legge sul clima dell’UE consente inoltre ai Membri UE di spostare gli sforzi tra i vari settori, permettendo così altri ritardi in settori già non adeguatamente avanzati come l’agricoltura o i trasporti. La riduzione del 90% viene espressa dalla Commissione solo come cifra netta, senza distinguere tra tagli effettivi delle emissioni e rimozioni di carbonio, che tra di loro non si equivalgono. 

Mathieu Mal, responsabile delle politiche per l’agricoltura e il clima presso l’EEB, più vasta rete europea di ONG ambientaliste, ha affermato: “La crisi climatica non aspetta e certamente non gradisce i trucchi contabili. Queste cosiddette ‘flessibilità’ sono solo scappatoie per ritardare un’azione concreta. Sappiamo che prima riduciamo le emissioni, maggiori saranno i benefici e minori i danni. Quando ci troviamo di fronte a una guerra o a un virus, i responsabili politici agiscono rapidamente e i finanziamenti diventano disponibili. Perché non per il clima? Ci troviamo di fronte a un’emergenza climatica, naturale e di inquinamento e abbiamo bisogno che i nostri leader si comportino di conseguenza. Il tempo è essenziale”. 

Le ONG chiedono all’UE obiettivi più ambiziosi e più chiari

L’EEB esorta il Parlamento europeo e gli Stati Membri a promuovere:

  • Tre obiettivi distinti: tagli alle emissioni complessive, rimozioni industriali e sequestro basato sulla natura, assicurando chiarezza e trasparenza. 
  • Nessuna compensazione: la neutralità climatica dovrebbe essere perseguita attraverso azioni interne. Supportare Paesi terzi nella riduzione delle emissioni certamente non è un male ma dovrebbe essere uno sforzo complementare a quello di decarbonizzazione dell’Europa.
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About Author / Erminia Voccia

Giornalista appassionata e osservatrice delle dinamiche globali. Prima di approdare a Rinnovabili ha lavorato per i telegiornali e ha scritto per diversi quotidiani nazionali di temi legati all’ambiente e agli esteri, con uno sguardo particolare verso l’Asia. Si interessa di clima, politiche climatiche e geopolitica. Ha studiato il giapponese, ama la pizza ed è mamma di Lavinia.