La Danimarca è riuscita ad accoppiare crescita economica e innovazione puntando su un rapido taglio delle emissioni di gas serra e sull'implementazione delle energie rinnovabili.

Presidenza del Consiglio UE, la Polonia lascia il posto alla Danimarca
Il primo luglio è iniziato il semestre di presidenza della Danimarca al Consiglio Ue. L’approccio di Copenaghen ai temi ambientali è tra i più avanzati in Europa. Secondo il Paese nordico, infatti, la transizione verde non costituisce un ostacolo alla costruzione di economia competitiva, alla promozione di una maggiore prosperità e alla creazione di nuovi e più qualificati posti di lavoro. Bensì lo strumento portante.
Una posizione in netto contrasto con quella di diversi leader europei, oggi convinti che il Green Deal sia di impedimento alla semplificazione delle norme e alla riduzione degli oneri burocratici per imprese e investitori. Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, il primo ministro italiano, Giorgia Meloni, e il presidente polacco, Donald Tusk, ad esempio, chiedono chiedono a gran voce di ripensare completamente alcune norme ambientali.
Grandi aspettative
Per il governo danese, invece, la transizione può e anzi dovrebbe guidare la crescita economica e le leggi su energia e clima dovrebbero essere fortemente legate alle politiche sulla competitività. La presidenza danese è intenzionata a porre sullo stesso piano transizione verde e concorrenza economica. Avendo ben chiaro questo, la Danimarca cercherà di aumentare la proporzione di energia pulita nei mix energetici e incentivarne l’utilizzo.
La Danimarca è riuscita ad accoppiare crescita e innovazione puntando su un rapido taglio delle emissioni di gas serra e sull’implementazione delle energie rinnovabili, guardano in particolare ai parchi eolici offshore per sostituire i combustibili fossili importati. Come dichiarazione d’intenti, la premier danese, Mette Frederiksen, ha invitato il collegio dei commissari Ue a visitare la Laura Maersk, la prima nave portacontainer al mondo alimentata a metanolo verde.
“Lavoreremo per creare un ambiente più favorevole alle imprese europee riducendo gli oneri normativi, mantenendo contemporaneamente il nostro impegno per la transizione verde. Tutto questo ci consentirà di aumentare la competitività dell’Europa sul lungo termine. Il governo danese è pronto a mettersi al lavoro e non vediamo l’ora di ottenere risultati concreti“, ha affermato la Ministra per gli Affari Europei, Marie Bjerre.
Le prorità della presidenza della Danimarca al Consiglio Ue
Sul fronte delle politiche ambientali, la presidenza danese si concentrerà sul rafforzamento dell’economia circolare, lanciando negoziati interistituzionali informali tra rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio dell’Unione europea e della Commissione sui veicoli fuori uso. Intende completare i negoziati con il Parlamento sul monitoraggio delle foreste e sulla direttiva relativa alla conservazione e allo sfruttamento sostenibile della biodiversità marina.
Vuole anche avviare in sede di Consiglio la discussione sulle future proposte per la revisione del Regolamento REACH, la normativa dell’Ue per la produzione, l’immissione sul mercato e l’utilizzo di sostanze chimiche, e del Decarbonisation Accelerator Act, la proposta di legge Ue per la decarbonizzazione dell’industria europea.
Sul fronte dell’agricoltura, la presidenza danese è pronta ad avviare i colloqui sulle prossime proposte relative alla Politica agricola comune post-2027 e alla legge Ue sulle biotecnologie. Lavorerà anche per concludere i negoziati interistituzionali informali sulle nuove tecniche genomiche e aprirne di nuovi sulle pratiche commerciali transfrontaliere sleali e sulla riforma dell’Organizzazione comune dei mercati. La presidenza intende anche mettere a punto la posizione del Consiglio in merito al ruolo degli agricoltori nella filiera. C’è anche l’intenzione di avviare i colloqui interistituzionali sulla pesca nel Mediterraneo, non appena il Parlamento avrà definito la propria posizione al riguardo.
La Danimarca si è anche impegnata a lavorare per il raggiungimento di un accordo sugli obiettivi climatici europei per il 2040. In tal senso, il 2 luglio è atteso l’aggiornamento della legge Ue sul clima. L’orientamento della presidenza danese è di trarre da questi obiettivi 2040 quelli nazionali per il 2035 definendoli in maniera chiara durante una riunione straordinaria del Consiglio “Ambiente” il prossimo 18 settembre, quindi ben prima della COP30 prevista per novembre in Brasile. Dunque, il governo danese non è dell’idea di scorporare tali obiettivi da quelli per il 2040, come chiesto da diversi Paesi tra cui la Francia.
QUI il programma della presidenza