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Emission Gap report: sul clima siamo totalmente fuori strada

L’UNEP avverte: gli attuali impegni climatici, anche se rispettati alla lettera, faranno crescere la temperatura di 3° C entro la fine del secolo

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Pubblicato il nuovo Emission Gap report dell’ONU

“Ad un anno dall’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, ci troviamo ancora in una situazione in cui non stiamo facendo abbastanza per salvare centinaia di milioni di persone da un futuro misero”. Erik Solheim, responsabile del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) presenta con un certo sconforto il nuovo Emission Gap report, la relazione annuale in cui si mettono a confronto gli impegni climatici nazionali e i trend globali delle emissioni. Il quadro che viene fuori da questa ottava edizione, mostra una strategia climatica globale assolutamente divergente dagli obiettivi fissati dalla COP 21 nel Paris Agreement, ossia contenere l’aumento della temperatura globale entro i 2°C, puntando se possibile ad un obiettivo di soli 1,5° C.

 

Il consesso scientifico ha spiegato come mancare questi target (si caldeggia soprattutto l’obiettivo di +1,5°C) significherebbe andare incontro a danni climatici ingenti a livello sanitario, ambientale ed economico. E come dimostrano gli ultimi stravolgimenti meteorologici, nessuno sarebbe al sicuro.

 

Eppure il Pianeta non potrebbe essere più lontano di così dalla meta. Gli impegni (INDC e NDC) presi dai Paesi firmatari dell’Accordo sul clima, permetterebbero di raggiungere solo un terzo della riduzione delle emissioni richiesta dagli scienziati e dall’Onu per il 2030.

Il nuovo Emission Gap report rivela come la quantità di CO2 emessa annualmente a livello globale sia rimasta stabile dal 2014, in parte merito dei nuovi piani energetici di India e Cina, che stanno progressivamente facendo delle energie rinnovabili l’asset energetico principale. L’equilibrio raggiunto ha fatto sperare che le emissioni avessero raggiunto il picco. Nulla di più sbagliato: gli altri gas serra continuano ad aumentare e la nuova spinta economica mondiale potrebbe riportare l’anidride carbonica di nuovo su una traiettoria in salita.

 

Se nulla dovesse cambiare, ci ritroveremo al 2030 con un totale di emissioni pari a 53-55 Gtonnellate di CO2 equivalente, a seconda che i Paesi implementino il loro INDC o l’NDC, rispettivamente contributo nazionale indeterminato e contributo nazionale determinato. La differenza tra i due si gioca tutta sul livello di ambizione mostrato (vago nel primo caso, preciso nel secondo) e sulle misure climatiche messe nere su bianco dalla Nazione.

 Tuttavia a prescindere dall’impegno profuso, a fine del prossimo decennio avremmo 17-19 Gtonnellate di CO2 equivalente di troppo rispetto all’obiettivo climatico ritenuto più sicuro (+1,5°C per 36 GtCO2e di emissioni totali ).

 

“Questo è inaccettabile – commenta Solheim – Se investiamo nelle tecnologie giuste, assicurando anche il coinvolgimento del settore privato, possiamo ancora soddisfare le promesse fatte ai nostri figli e proteggere il loro futuro. Ma dobbiamo dedicarci al problema ora”.

 

Emission Gap report: Come evitare la catastrofe climatica

L’Unep non si limita a tirare le orecchie ai grandi del Pianeta per la lentezza dei progressi, ma presenta anche alcuni suggerimenti per assicurare il raggiungimento dei target del Paris Agreement. I principali passi sono:

 

  1. Evitare nuove centrali elettriche a carbone e accelerare la graduale eliminazione degli impianti esistenti, garantendo un’attenta gestione di questioni quali l’occupazione, gli interessi degli investitori e la stabilità della rete. Attualmente sono attive nel mondo circa 6.683 impianti a carbone, con una capacità combinata di 1.964 GW. Far sì che lavorino sino all’ultimo giorno della loro vita, significherebbe immettere nell’atmosfera 190 Gt di CO2

  2. Promuovere la rimozione della CO2 atmosferica attraverso operazioni di piantumazione, rimboschimento, gestione forestale, ripristino delle terre degradate e aumento del sequestro del carbonio del suolo.
  3. Aumentare gli investimenti tecnologici in settori quali agricoltura, edilizia, energia, silvicoltura, industria e trasporti. Con un costo dell’investimento di 100 dollari per tonnellata di CO2 evitata o anche meno, si potrebbero risparmiare fino a 36 Gt di CO2 eq. l’anno entro il 2030.