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Le emissioni del fracking inquinano a centinaia di chilometri

Le operazioni di fracking provocano emissioni di gas climalteranti, che viaggiano per centinaia di chilometri inquinando anche Stati dove la pratica è vietata

Fracking emissioni a centinaia di chilometri

 

(Rinnovabili.it) – Le emissioni legate alla fratturazione idraulica – il metodo di estrazione del gas naturale comunemente noto come fracking – possono inquinare territori lontani centinaia di chilometri dai pozzi. Magari entro i confini di Stati che vietano questa pratica impattante e nociva, sia per l’inquinamento delle falde, sia perché causa di terremoti, sia, appunto, per le emissioni inquinanti. Sono i risultati di uno studio pubblicato dai ricercatori dell’Università del Maryland sulla rivista Atmospheric Environment. Il rapporto rende pubblici alcuni tra i più recenti dati presentati nel dibattito in corso sugli effetti a lungo termine del fracking sull’ambiente.

 

Il team ha utilizzato anni di misurazioni orarie dalle stazioni di monitoraggio poste a Baltimora e Washington, con l’intento di identificare le fonti di composti organici presenti nell’aria della regione.

I risultati sono inequivocabili: «la concentrazione atmosferica di etano, uno dei componenti del gas naturale, è cresciuta del 30% tra il 2010 e il 2013», spiega Sheryl Ehrman , professore di chimica molecolare all’Università del Maryland, che ha coordinato lo studio.

Il Maryland al momento non consente il fracking, ma quando il gruppo di Ehrman ha confrontato l’aumento di etano derivato dall’estrazione dello shale gas dal pozzo di Marcellus, sfruttato nei vicini Stati, ha notato un legame scientifico con le emissioni provenienti da Pennsylvania, West Virginia e Ohio.

 

Fracking emissioni a centinaia di chilometri-

 

«La domanda di iniziare a porsi è una – ha detto Tim Vinciguerra, autore principale del paper – Se i livelli di etano stanno salendo così tanto, e se l’etano rappresenta solo una piccola percentuale di tutto il gas naturale, quanto metano e altri gas stanno migrando da questi pozzi?». A seguito del processo di fratturazione, si avvia un processo di gas venting: il nome indica il rilascio in atmosfera di sottoprodotti gassosi, finalizzato spesso a garantire le condizioni di sicurezza nel corso delle varie lavorazioni e dei processi di trattamento. Le emissioni da gas venting sono costituite da metano, anidride carbonica, composti organici volatili, composti solforati e impurità gassose. Per quanto le compagnie dichiarino che si tratta di un processo controllato, i dati dell’Università del Maryland smentiscono una volta di più la sostenibilità del processo, che vanifica decisioni politiche legittimamente assunte da alcuni Stati, inquinati ugualmente se si trovano sottovento rispetto ai punti di estrazione fuori dal loro confine.