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Tragedia sulla Grande Barriera Corallina

Per la prima volta nella storia, il reef è colpito da due sbiancamenti in un anno. Secondo gli esperti la Grande Barriera Corallina è in fase terminale

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(Rinnovabili.it) – Un secondo sbiancamento ha colpito la Grande Barriera Corallina a distanza di pochi mesi. È la prima volta nella storia che la morìa di coralli si verifica due volte in un anno.

Il mese scorso, gli scienziati James Cook University di Townsville, in Australia, hanno riferito che il 30% della barriera aveva subito uno sbiancamento grave nel 2016. Il fenomeno ha portato la parte settentrionale del reef a perdere per sempre il 67% dei suoi coralli.

Oggi, lo stesso team annuncia che la zona centrale, ad alto afflusso turistico, sta soffrendo allo stesso modo. Il corallo sbianca – e può morire – quando un caldo anomalo lo costringe ad espellere le alghe simbiotiche che vivono sui suoi rami.

 

grande barriera corallina

 

Se nel 2016 la strage è stata imputata all’azione di El Niño, il fenomeno climatico periodico che aumenta le temperature dell’acqua nel Pacifico equatoriale, stavolta è diverso. Il 2017 non è un anno in cui si attendeva l’arrivo di El Niño, poiché l’arco temporale in compare è mediamente di 5 anni.

«L’acqua è semplicemente troppo maledettamente calda», ha tetto Terry Hughes, oceanografo che ha guidato la ricerca. Hughes ha sorvolato l’area con un aeroplano a febbraio, notando il vasto sbiancamento, certificato anche da 200 immersioni subacquee. Lo scienziato teme che il cambiamento climatico stia creando una nuovo ambiente, insopportabile per i coralli.

Serviranno altri nove mesi per capire se la Grande Barriera Corallina sarà in grado di riprendersi da questo shock, ma Hughes avverte che la situazione potrebbe essere grave quanto quella che ha colpito l’area settentrionale del reef nel 2016. Con i due terzi del corallo colpiti da sbiancamento in meno di due anni, le possibilità di recupero sono molto ridotte. Circa 8 mila km della struttura vivente più grande del mondo sono qua e là interessati dalla catastrofe: alcuni scienziati sostengono che la barriera sia in fase terminale e che il governo australiano non stia facendo nulla per rimediare. Dovrebbe spendere oltre 8 miliardi di dollari per migliorare la qualità dell’acqua, ma gli stanziamenti sono drasticamente inferiori.