Pellicole alimentari non inquinanti, la ricerca del CNR

Una ricerca del Cnr per ottenere pellicole biodegradabili per uso alimentare

Pellicole alimentari
Image by Free-Photos from Pixabay

(Rinnovabili.it) – I consumatori stanno diventando gradualmente più attenti alla sostenibilità degli alimenti e l’acquisto del biologico è in crescita, c’è un altro aspetto che desta qualche perplessità ed è quello degli imballaggi. La distribuzione di prodotti alimentari confezionati con pellicole derivanti dalla plastica tradizionale produce grandi quantità di rifiuti plastici. Inoltre i prodotti biologici freschi hanno una shelf life più breve perché rapidamente deperibili, specie se sono confezionati in plastica tradizionale. Le bioplastiche per gli imballaggi sarebbero sicuramente preferibili perché sono compostabili e costituiscono un esempio di economia circolare.

Mario Malinconico, ricercatore dell’Istituto per i polimeri, compositi e biomateriali (Ipcb) del Cnr sottolinea che «la plastica di origine fossile si degrada in un arco temporale che può raggiungere i 1.000 anni, a fronte della plastica biodegradabile, che si degrada di almeno il 90% in sei mesi. Nel 2015 i prodotti plastici consumati nel mondo ammontavano a 322 milioni di tonnellate».

Un’interessante alternativa potrebbe essere il Modified Atmosphere Packaging (Map), una tecnica di conservazione utilizzata per prolungare la shelf life degli alimenti freschi o “minimally processed”: consiste nel modificare la composizione dell’aria che circonda l’alimento permettendo di allungarne la conservazione. Questa metodologia può essere applicata a prodotti quali la carne, la frutta e la verdura.

Dal Map è derivato Equilibrium Modified Atmosphere Packaging (Emap), un sistema di conservazione senza il ricorso all’uso di sostanze chimiche che trova l’applicazione ideale per prodotti che devono essere trasportati su lunghe distanze, ovvero nel caso delle esportazioni, del mercato alberghiero o del commercio al dettaglio. Emap utilizza pellicole traspiranti, trasparenti, che permettono di sigillare gli alimenti evitando la formazione di condensa.

Il mercato del biologico ricerca soluzioni sempre più sostenibili che al momento sembrano essere le pellicole biodegradabili. Esistono pellicole Emap che impiegano materie prime biodegradabili e amiche dell’ambiente che riescono a coniugare la qualità e la durabilità dei prodotti alimentari con la sostenibilità. 

Il Cnr ha effettuato esperimenti su larga scala con il progetto europeo Hortibiopack, ed è ancora in corso la sperimentazione nell’ambito del progetto Biodegrapack del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. I risultati sembrano incoraggianti: il nuovo sistema che impiega una pellicola in acido polilattico offre buone performance sia in termini di prolungamento della shelf life che di biodegradabilità, infatti può essere smaltito con i rifiuti umidi ed entrare nel circuito del compostaggio industriale.

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