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Dalla buccia delle patate, contenitori per alimenti compostabili: l’idea di PeelPack

Con gli scarti delle bucce di patate la startup PeelPack ha sviluppato dei contenitori compostabili per alimenti che possono sostituire le vaschette in plastica della grande distribuzione

Dalla buccia delle patate, contenitori in plastica compostabili: l'idea di PeelPack
Fonte immagine PeelPack

Contenitori per alimenti compostabili dagli scarti alimentari

I nuovi contenitori per alimenti compostabili potrebbero sostituire quelli in plastica, comunemente usati nel packaging di frutta e verdura. Sebbene le vaschette polimeriche siano fondamentali per la conservazione del prodotto fresco, rappresentano un problema significativo a causa della grande quantità di plastica da riciclare.

Da questa consapevolezza è nata la startup italo-svizzera PeelPack, che ha sviluppato un processo innovativo per produrre contenitori compostabili da uno scarto alimentare: le bucce di patate.

L’idea di trasformare questi rifiuti in una nuova risorsa è nata all’ETH di Zurigo, mentre Massimo Bagnani – laureato in Bioingegneria al Politecnico di Milano – stava svolgendo il suo dottorato di ricerca. Dalla Svizzera, tramite il programma di accelerazione FoodSeed, l’intuizione è tornata in Italia per lo sviluppo industriale.

Come PeelPack crea i suoi contenitori compostabili

Le enormi quantità di bucce scartate dall’industria delle patatine vengono lavorate ed essiccate, e infine miscelate con altri ingredienti, rigorosamente naturali, che danno origine al materiale compostabile. Il risultato finale – ottenuto tramite un processo di termoplastica e termoformatura – sono contenitori per alimenti biodegradabili ma abbastanza resistenti da poter contenere frutta e verdura.

Ed ecco che il principio di economia circolare viene adattato in pieno a PeelPack, con un prodotto di bioplastica che potrebbe realmente cambiare il mercato del packaging in Europa.

I vantaggi di PeelPack

Sono diversi i vantaggi promessi dal materiale sviluppato da PeelPack per i suoi contenitori compostabili. Anzitutto, l’utilizzo riduce le emissioni legate ai polimeri di origine fossile, l’inquinamento da microplastiche e la dipendenza dalle bioplastiche importate da Paesi terzi.

Se la produzione avvenisse su scala industriale, l’Europa, e l’Italia in particolare, giocherebbe “in casa” nella produzione di contenitori compostabili, con una tecnologia proprietaria che sfrutta direttamente i rifiuti agricoli.

C’è anche un altro vantaggio, non secondario rispetto ai contenitori in plastica: una maggiore durata della frutta, che nelle vaschette tradizionali inizia ad ammuffirsi già dopo 5 giorni.

I contenitori di PeelPack avrebbero delle caratteristiche che permettono a frutta e verdura di “respirare“, non trattenendo l’umidità e di conseguenza inibendo la nascita di funghi e batteri.

Ora l’obiettivo è trasferire la produzione in Italia secondo un modello di economia circolare che abbatterebbe i costi di produzione e ridurrebbe le emissioni di gas serra, diminuendo l’impatto ambientale.

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About Author / Paolo Travisi

Paolo Travisi ha iniziato il suo percorso da giornalista nel 2004, come redattore del network televisivo 7Gold, una palestra professionale incredibile in cui è diventato giornalista professionista, realizzando servizi tv, dalla cronaca alla cultura, e collaborando a programmi e talk condotti da professionisti quali Aldo Biscardi, Alessandro Milan, David Parenzo. In parallelo all'esperienza televisiva, ha iniziato a scrivere per Il Messaggero web, all'epoca guidato da Davide Desario (attuale direttore di Adn Kronos) e poi a scrivere di scienza, tecnologia e cultura anche per l'edizione cartacea. La passione per la scrittura e la scienza, lo ha portato a collaborare con la “storica” rubrica TuttoScienze de La Stampa, con interviste a scienziati italiani ed internazionali. Dalla scienza alla sostenibilità, con la collaborazione con Green&Blue di Repubblica. Per Rinnovabili scrive quotidianamente e con grande entusiasmo di mobilità elettrica, realizza test drive delle auto e video per le pagine social.