La ricercatrice indiana Veena Shajawalla vince un premio per aver proposto il riciclo dei pneumatici fuori uso nei forni ad arco elettrico
(Rinnovabili.it) – Bruciare pneumatici fuori uso nei forni ad arco elettrico è meglio che smaltirli in discarica. Con questa idea, la ricercatrice indiana Veena Sahajwalla ha vinto il prestigioso Australian Laureate Fellowship ed è stata coperta di fondi pubblici per portarla avanti. Si dice che grazie al suo lavoro sul riciclo sia stato possibile rivoluzionare il modo di pensare l’utilizzo dei materiali contenenti carbonio: dalla grafite alle plastiche, fino agli pneumatici. La professoressa, che dirige il New South Wales’ Centre for Sustainable Materials Research and Technology, ha ricevuto fondi dall’Australian Research Council per 9 milioni di dollari, cui se ne sono aggiunti altri 2,2 con la vittoria del premio. Il supporto economico l’ha aiutata a ideare una tecnologia ambientalmente sostenibile per riciclare plastica e pneumatici nei forni ad arco elettrico, così da rimpiazzare parzialmente il combustibile tradizionale, composto da carbone e coke. Con questa idea ha evitato lo stoccaggio in discarica di 1,5 milioni di pfu, riducendo inoltre la quantità di gas serra nel processo.
Il ministro dell’educazione australiano, Christopher Pyne, ha dichiarato, durante la premiazione, che «la scoperta di questa ricercatrice darà un valido contributo al nostro Paese. Farà da mentore ai nostri studenti più giovani, perché è vitale continuare a produrre ricerca di caratura mondiale». Il finanziamento governativo faceva parte di un “montepremi” di 40 milioni suddiviso fra 16 ricercatori meritevoli.
Sahajawalla ha sottolineato che il suo lavoro, però, acquisisce economicamente un senso se i rifiuti contengono diversi metalli di alto valore, come il rame, e che l’impatto di una tale soluzione per il riciclo sarebbe molto più sensibile nella sua città d’origine, Mumbay.
«In India, una ricerca come questa potrebbe dar vita a benefici non solo nel campo delle sfide ambientali, ma anche in quello economico – ha spiegato – poiché potrebbe aprire delle possibilità anche ai non privilegiati».