Una ricerca tedesca ha sperimentato un processo per trasformare rifiuti in plastica di qualità utile per stampare in 3D componenti di auto ed aerei

Generiamo tonnellate di rifiuti da imballaggi in plastica. Nel 2022 – in Ue – ne sono stati prodotti circa 16,1 milioni di tonnellate, circa il 19,4% del totale, secondo Eurostat. In Italia 232,4 kg di rifiuti da imballaggio per abitante, con 159,8 kg per abitante avviati al riciclo. Ed i numeri sono in crescita.
Data la situazione, la ricerca internazionale è focalizzata nel trovare modi sempre più efficienti di usare e trasformare questi scarti in risorsa. Come lo studio dell’Istituto Fraunhofer per la tecnologia di produzione e i materiali avanzati, che mira a trasformare rifiuti del packaging in prodotti stampati in 3D di alta qualità. Una procedura niente affatto semplice.
“E’ molto più difficile riciclare i rifiuti post-consumo che i residui di plastica lasciati dalla produzione industriale”, evidenzia Silke Eckardt, docente di sistemi energetici sostenibili ed efficienza delle risorse presso l’Università di Scienze Applicate Hochschule Bremen-City. Il problema principale, infatti, è che questi materiali sono generalmente sporchi.
Plastica riciclata utilizzata nei filamenti per la stampa 3D
Per essere riutilizzati nella stampa 3D, i rifiuti in plastica devono soddisfare requisiti molto severi per quanto riguarda purezza, forma e dimensioni. Come prova il polipropilene prodotto da un impianto di selezione dei rifiuti di imballaggio è stato utilizzato in uno studio di fattibilità.
I ricercatori hanno triturato la plastica, l’hanno lavata e hanno separato il materiale indesiderato da quello principale utilizzando una separazione a galleggiante. Con la tecnologia del vicino infrarosso hanno identificato le plastiche estranee residue e le hanno rimosse, macinate di nuovo fino a raggiungere livelli di purezza superiori al 99,8%.
Rifiuti in plastica trasformati in alta qualità
Il team del Fraunhofer è riuscito a produrre un filamento di plastica solido, attraverso un processo in cui il materiale è stato combinato, mescolato, fuso a temperature superiori a 200 gradi Celsius. Il risultato finale è stato un filamento di plastica grigio, spesso circa due millimetri, utilizzato direttamente in una stampante 3D commerciale.
I ricercatori tedeschi, che ora stanno ottimizzando il processo di produzione, hanno già in mente idee per progetti successivi, che con alcuni aggiustamenti – tra cui le fibre di vetro – potrebbero rendere la plastica riciclata, utile per componenti di alta qualità per l’aviazione e l’industria automobilistica.
“L’economia circolare sta diventando sempre più importante“, dice uno degli autori dello studio, “più rifiuti riutilizziamo e ricicliamo, più energia e risorse possiamo conservare”. (P.T.)