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Vestiti usati, che fine fanno quando vengono buttati?

Rivestito è il progetto di innovazione tecnologica per una moda circolare con l'obiettivo di rendere sostenibile ed ecologica la raccolta del tessile


Ogni anno compriamo 26 kg di vestiti, e ne buttiamo 11 kg. Questo è quanto accade in Europa, dove il consumismo spinto ci convince ad acquistare sempre più, e quasi senza accorgercene a produrre sempre più rifiuti dai vestiti usati. Il problema – spesso sconosciuto – è che pur adoperandoci per un corretto smaltimento del capo tessili, una volta conferiti nella raccolta differenziata vestiti usati, sono spesso di bassa qualità, quindi non sempre riciclabili o comunque molto difficili da riciclare. Quando ciò non avviene, gran parte dei rifiuti è spedita in Africa, per esempio in Ghana o in Sud America dove soffocano la produzione artigianale locale. Il destino finale dei vestiti, correttamente smaltiti dal consumatore o dall’azienda, sono le discariche a cielo aperto, dispersi in mare o bruciati.

Vestiti usati, Torino partecipa a progetto sperimentale di economia circolare

Nel tentativo di trovare una soluzione ad una condizione sempre più critica, Torino ha preso parte a Climaborough, un progetto finanziato da CINEA e dall’Unione Europea all’interno della missione “100 Climate neutral and Smart Cities” che coinvolge ben 12 città europee nella sperimentazione di soluzioni innovative di pianificazione urbana per la transizione ecologica e digitale verso la neutralità climatica. In questo caso, il vestito usato, che diventa rifiuto può (e deve) diventare una nuova risorsa: da qui è nato il progetto Rivestito, ideato da Atelier Riforma, Mercato Circolare e Huulke, e lanciato in occasione del Circular Monday, il movimento internazionale che promuove pratiche di riuso e consumo responsabile.

In cosa consiste il progetto? Rendere trasparente la raccolta dei prodotti tessili dismessi a Torino (e speriamo che il buon esempio sia raccolto anche da altre città ed aziende italiane) indirizzandoli verso le modalità di valorizzazione più idonee, in linea con le buone pratiche di economia circolare.

“In un mondo in cui le risorse sono limitate, è assolutamente urgente mettere in atto strategie per sfruttare al meglio i prodotti tessili già esistenti, con pratiche virtuose di economia circolare – dichiarano Elena Ferrero e Nadia Lambiase, amministratrici di Atelier Riforma e Mercato Circolare,  -.  RiVestiTo è una sperimentazione ambiziosa, volta a portare un cambiamento sostanziale nell’attuale modalità di gestione dei tessili usati, afflitta da sprechi, inquinamento, poca trasparenza verso cittadini e cittadine, e da una normativa con diverse zone grigie”.

Tecnologia al servizio delle persone

Il progetto adottato a Torino si distingue per l’utilizzo di strumenti tecnologici innovativi, tra cui l’intelligenza artificiale che è stata integrata all’interno di un’app: si tratta di Re4Circular, un’applicazione che attraverso l’IA aiuta gli enti che raccolgono vestiti usati a classificarli e digitalizzarli per poi destinarli alle aziende o artigiani indicati per riutilizzo, upcycling e riciclo di tessili. La seconda app, Mercato Circolare, invece, connette utenti e realtà che operano secondo i principi dell’economia circolare, per favorire il match tra domanda e offerta.

Tutti gli obiettivi del progetto “Rivestito”

Il progetto avrà il compito di mappare e individuare tutte quelle realtà che raccolgono indumenti e tessuti usati, a cui sarà fornito Re4Circular per indirizzare ciascun materiale tessile verso la modalità di valorizzazione più adatta. La piattaforma, infatti, è direttamente collegata a un marketplace b2b che mette in contatto chi raccoglie materiale tessile con imprese, artigiani disponibili a utilizzarlo; se il capo sarà in perfetto stato allora andrà nei negozi di vintage e di seconda mano, nel caso di piccoli difetti potrà essere trasformato da artigiani e sartorie attraverso l’upcycling.

Nel caso di danni evidenti, si procederà al riciclo tessile per ottenere nuovi filati e tessuti, infine quando sarà del tutto compromesso, allora finiranno in aziende specializzate nella produzione di prodotti isolanti per l’edilizia, nella massima trasparenza e tracciando la destinazione di ogni materiale.

Incentivare un percorso di economia circolare per i vestiti usati

Un altro degli obiettivi del progetto è creare un circolo virtuoso di economia circolare locale, grazie ai prodotti tessili dismessi da cittadini e aziende della città torinese; chiaro è che l’economia circolare esiste laddove c’è la partecipazione collettiva di aziende, cittadini e pubblica amministrazione, reso possibile dall’app Mercato Circolare, che mette in rete tutti gli attori partecipanti a questo processo di riciclo e di prodotti circolari.

Il progetto avvierà, inoltre, un corridoio sperimentale per permettere di trattare gli scarti di sartoria e i tessili pre e post consumo, come beni e non come rifiuti, questo perché la normativa esistente non permette di conferire questi materiali a imprese e artigiani che potrebbero dare loro una seconda vita, ma è possibile donarli solo ad enti caritatevoli. Invece grazie a questo corridoio sperimentale, potranno essere valorizzati come risorse permettendo di risparmiare l’utilizzo di materia vergine.

Rivestito si concluderà a settembre 2025 e se la sperimentazione avrà successo, l’obiettivo è replicarlo in altre città, contribuendo a risparmiare risorse e ridurre l’impatto economico, ambientale e sociale della filiera tessile.

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About Author / Paolo Travisi

Ancora prima che giornalista, curioso per natura. Ha iniziato a scrivere per mestiere nel 2004, dapprima in tv, poi su giornali nazionali e web. Appassionato di scienza e tecnologia (ma non solo), ama scoprire nuovi argomenti di cui poter scrivere ed imparare. In questa avventura per Rinnovabili si occupa in particolare di economia circolare e mobilità sostenibile, e realizza i contenuti video per i social.