Secondo l’IEA, il biogas sostenibile può raggiungere i 1.000 miliardi di metri cubi all’anno. Oggi se ne sfrutta meno del 5%.

di Alessandro Petrone
Nel nuovo rapporto Outlook for Biogas and Biomethane, l’International Energy Agency presenta una mappa geospaziale del potenziale produttivo di biogas sostenibile basata su 5 milioni di localizzazioni. L’analisi considera 30 tipi di feedstock da rifiuti agricoli, urbani e forestali. Il risultato è un potenziale annuale di 1.000 miliardi di metri cubi equivalenti, pari al 25% della domanda mondiale di gas naturale.
Biogas sostenibile, la prima valutazione geospaziale globale
La produzione di biogas e biometano si basa su tecnologie mature e locali. Il gas prodotto può essere utilizzato senza modifiche su reti e infrastrutture esistenti. Tuttavia, la competitività resta limitata: con un costo medio di 18 USD/GJ, il biogas è cinque volte più caro del gas naturale alla produzione, ma inferiore ai prezzi all’utente finale in molte aree. Secondo l’IEA, circa 45 miliardi di metri cubi possono essere già competitivi, soprattutto in Asia.
Vantaggi ambientali e riduzione delle emissioni
Il biogas riduce le emissioni sia nella gestione dei rifiuti che nel settore energetico. Usare reflui animali, scarti agricoli o fanghi urbani riduce il rilascio di metano in atmosfera e può evitare fino a 1.400 Mt CO₂-eq all’anno. Il digestato residuo è un fertilizzante naturale, utile per ridurre la dipendenza da prodotti chimici. Ma le perdite lungo la filiera restano un rischio. Gli impianti esistenti perdono mediamente il 6% del metano prodotto. Servono standard elevati e monitoraggio continuo per garantirne l’efficienza.
Biogas sostenibile, benefici e barrierie
Il biogas sostenibile genera valore anche oltre l’energia. È una risorsa programmabile, utile per la stabilità della rete, e ha effetti occupazionali rilevanti: l’IEA stima fino a 10 milioni di posti di lavoro entro il 2035. Gli impianti creano reddito nelle aree rurali, con un impatto positivo sull’economia agricola.
Anche in Italia, dove gli impianti di biogas sono più di 2.000 (dato aggiornato al 2023, secondo il Rapporto Statistico 2023 del GSE), si registra un contributo al PIL agricolo, pur con margini di crescita ancora elevati.
Uno dei principali limiti all’espansione è la burocrazia. In alcuni casi, servono fino a sette anni solo per i permessi. Anche i costi iniziali sono alti: un impianto di biogas da 100 kW può costare da 400.000 a 700.000 euro. La redditività dipende da incentivi, prezzi del carbonio (70 $/t rendono competitivo il 40% del potenziale), e valorizzazione di sottoprodotti. In assenza di una carbon pricing strutturata, molti progetti non sono economicamente sostenibili.
Scenari e politiche per lo sviluppo globale
Nel World Energy Outlook Scenario, la produzione di biometano cresce del 15% l’anno fino al 2035. In Europa, l’obiettivo è 35 miliardi di metri cubi entro il 2030. In India la domanda si moltiplica per sette. Secondo l’IEA, se il biogas fosse pienamente sviluppato, si potrebbero evitare 30 miliardi di dollari di importazioni di gas e creare 200.000 nuovi posti di lavoro solo in Europa. Gli impianti a biogas in Italia, se valorizzati, possono contribuire in modo strutturale alla transizione.
Una mappa interattiva globale per esplorare il potenziale del biogas
A completamento del rapporto, l’Agenzia ha messo a disposizione anche uno strumento interattivo di mappatura globale, utile per esplorare visivamente il potenziale del biogas nei diversi territori. Sono inoltre disponibili una serie di schede informative che dettagliano le tipologie e le quantità di feedstock sostenibili presenti nelle principali aree geografiche.