In Lombardia il biogas sceglie la strada della sostenibilità

La giunta regionale è determinata a introdurre elementi nel prossimo Psr che escludano l’utilizzo delle materie prime in negli impianti di produzione di biogas

In Lombardia il biogas sceglie la strada della sostenibilità(Rinnovabili.it) – “Credo sia ingiusto il principio per il quale vengano finanziati con risorse pubbliche impianti che vanno a incidere drasticamente sul ciclo alimentare”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava ha spiegato la nuova direzione che la Lombardia intende intraprendere nel settore delle agroenergie. Intervenendo nel corso della tavola rotonda organizzata a conclusione del convegno ‘Biogas in Lombardia, numeri e impatti’, Fava ha annunciato alcuni degli elementi chiave che saranno inclusi nel nuovo Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione e mirati ad eliminare le possibili speculazioni in agricoltura e le conseguenti distorsioni di mercato. A cominciare dall’esclusione delle materie prime alimentari come fonte per la produzione di biogas, prodotto che rappresenta oggi una delle eccellenze energetiche della Lombardia. “Stiamo parlando di un segmento in prospettiva sempre più importante, ciò non toglie che occorrano regole diverse”.

 

Per l’assessore è fuori questione che il  futuro di questa tecnologia sia legato all’utilizzo prevalente di matrici diverse da quelle del ciclo alimentare. “Il problema principale, al di là degli aspetti ambientali – ha proseguito Fava -, è la competizione che si è creata per il valore di affitto dei terreni agricoli, a tutto vantaggio dei produttori e dei gestori degli impianti contro i produttori agricoli. Cifre che si attestano tra i 1500 e i 2000 euro all’ettaro per affitti che l’agricoltore non potrebbe sostenere, stante la difficoltà a remunerare la produzione stessa”. In tal senso la Giunta regionale sta lavorando affinché il nuovo PSR riesca ad escludere l’utilizzo delle materie prime in questi impianti: “Potremo – ha concluso Fava – mantenere finanziamenti per la realizzazione degli impianti, condizionandoli al fatto che non vadano a incidere sostanzialmente sul ciclo agrozootecnico lombardo, che già soffre di suo”.

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