I benefici della cogenerazione ad alto rendimento nella PA

Il GSE mostra come la produzione combinata di elettricità e calore sia una soluzione vantaggiosa nell’ambito di utenze di proprietà della pubblica amministrazione

cogenerazione ad alto rendimento

 

 I vantaggi della cogenerazione ad alto rendimenti per uffici pubblici, scuole, ospedali e centri sportivi

(Rinnovabili.it) – La cogenerazione ad alto rendimento (CAR) ha potenzialità ancora tutte da sfruttare in Italia. L’ultimo censimento del settore (anno 2015) riportava circa 1300 unità attive a livello nazionale per una capacità sopra i 13,3 GW e, benché il dato sia sicuramente cresciuto negli ultimi anni, il settore ha ancora ampi margini di crescita. Per incentivare questa soluzione energetica, il GSE ha pubblicato sul proprio sito  “Cogenerazione ad alto rendimento per la PA”, documento che illustra i vantaggi della CAR nell’ambito di utenze di proprietà della PA, ossia per impianti sportivi, uffici, ospedali, scuole ed edilizia residenziale. Il documento è finalizzato a mostrare  attraverso applicazione reali i vantaggi ottenibili sia in termini di efficienza energetica sia in termini economici.

 

Cosa è la cogenerazione ad alto rendimento?

La cogenerazione è la produzione combinata di energia elettrica e termica in un unico processo. Se l’impianto cogenerativo garantisce un risparmio di energia primaria di almeno il 10% rispetto alle produzioni separate di elettricità e calore, viene definito ad alto rendimento. Questa etichetta si applica anche ad impianti di taglia ridotta come le unità di micro-cogenerazione (< 50 kWe) o piccola cogenerazione (< 1 MWe); in questo caso il risparmio deve assumere semplicemente un valore positivo.

 

Perché investire in una simile soluzione tecnologica?

Perché, come spiega il GSE, esistono una serie di benefici riconosciuti a tutte le unità di CAR:

  1. priorità di dispacciamento dell’energia elettrica prodotta rispetto alla produzione da fonti convenzionali

  2. semplificazioni per la connessione alla rete pubblica
  3. accesso al servizio di Scambio sul Posto per gli impianti con potenza inferiore a 200 kW
  4. possibilità di essere classificati come Sistemi Semplici di Produzione e Consumo (SSPC)
  5. accisa agevolata sul metano
  6. accesso ai Certificati Bianchi o Titoli di Efficienza Energetica (TEE)
  7. premio FER, ossia accesso a incentivi maggiorati nel caso di impianti alimentati a biomassa che non ricevano già i certificati bianchi.

 

 

Nel caso di unità di micro cogenerazione, la normativa prevede ulteriori vantaggi (leggi anche Micro-cogenerazione: in 10 anni fino a 600 mln di risparmi).

  1. procedure semplificate per la connessione alla rete di trasmissione nazionale (modello unico)

  2. detrazione irpef del 65% per l’acquisto e l’installazione dell’unità in sostituzione a impianti di riscaldamento esistenti  (a patto per che garantiscano un risparmio di energia primaria di almeno il 20%)
  3. nessuno obbligo di pagamento al GSE di corrispettivi per la valutazione delle richieste di riconoscimento CAR e accesso ai certificati bianchi.

 

“Le unità di cogenerazione – scrive il estore – incrementano l’efficienza di utilizzo del combustibile fossile fino a oltre l’80% e possono sostituire le tradizionali centrali termiche, producendo per gli Enti locali un significativo risparmio energetico e di spesa corrente”. Inoltre molti Comuni nel nord Italia si stanno dotando di unità coenerative abbinate a reti di teleriscaldamento, per le quali, nel caso di realizzazione di nuove reti, è previsto un periodo di incentivo maggiorato.

 

Scarica qui il docuemnto “Cogenerazione ad alto rendimento per la PA”

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