Rinnovabili • Contratti EPC e servizi energetici per investire nell’efficienza energetica Rinnovabili • Contratti EPC e servizi energetici per investire nell’efficienza energetica

Contratti EPC e servizi energetici per investire nell’efficienza energetica

I servizi energetici, e in particolare il ricorso a contratti EPC possono rappresentare una risposta efficace alle difficoltà che ancora oggi limitano la capacità d'azione in materia di efficientamento energetico

Contratti EPC e servizi energetici per investire nell’efficienza energetica

di Dario Di Santo, FIRE

L’efficienza energetica non è solo un mezzo per ridurre i costi in bolletta, ma rappresenta una leva strategica per migliorare l’uso delle risorse, ridurre le emissioni climalteranti, aumentare comfort e sicurezza, e garantire una maggiore affidabilità dei servizi. Una molteplicità di benefici che rende l’uso razionale dell’energia una scelta conveniente sotto molti punti di vista.

Tuttavia, perché i risultati attesi si concretizzino, non è sufficiente affidarsi a tecnologie più performanti: occorre anche saperle regolare e gestire correttamente. In caso contrario, le prestazioni ottenute rischiano di essere ben lontane da quelle potenziali.

La consapevolezza dei vantaggi legati all’efficienza energetica è in crescita, così come l’interesse verso strumenti utili a ridurre l’esposizione ai costi energetici. Ma restano barriere concrete – informative, operative, organizzative e finanziarie – che limitano la capacità di azione, soprattutto nel mondo delle PMI e nei condomìni. Spesso manca il tempo per approfondire, si percepisce una complessità eccessiva, si teme di sbagliare, o semplicemente non si hanno le risorse per agire.

I servizi energetici – e in particolare il ricorso a contratti EPC (Energy Performance Contract) – possono rappresentare una risposta efficace a queste difficoltà. L’approccio si basa sulla collaborazione con un soggetto esperto, tipicamente una ESCO (Energy Service Company), che affianca il cliente in tutte le fasi: individuazione delle soluzioni, implementazione, gestione e monitoraggio.

Uno degli elementi chiave è proprio questo affiancamento, che consente anche a soggetti meno strutturati di intraprendere percorsi di efficientamento complessi, con un trasferimento del rischio tecnico ed economico verso la ESCO. Quest’ultima può agire anche da finanziatore, nell’ambito del cosiddetto finanziamento tramite terzi.

Il quadro normativo italiano riconosce e regola questi strumenti. In particolare, la norma UNI CEI 11352 certifica le ESCO, e il contratto EPC è definito nel D.lgs. 102/2014 come uno strumento finalizzato alla riqualificazione energetica, con due requisiti imprescindibili: la misurazione e verifica continua delle prestazioni e la correlazione diretta tra il canone pagato e i risultati ottenuti.

Questi contratti si basano su un principio di condivisione del rischio e dei benefici. Il cliente ottiene sin da subito un vantaggio economico, mentre la ESCO viene remunerata con una quota dei risparmi generati. In caso di underperformance rispetto alla baseline, è la ESCO a perdere parte del compenso; in caso di overperformance, i risparmi vengono redistribuiti secondo quanto concordato. È il modello dei contratti a risparmi condivisi, che può essere modulato in funzione della durata e delle preferenze delle parti.

Il ricorso a un contratto EPC consente dunque di superare molte delle barriere tradizionali agli investimenti in efficienza, trasferendo alla ESCO l’onere di individuare e gestire le soluzioni più adatte, anche in termini finanziari. L’approccio si presta in particolare a interventi integrati e a medio termine, e può includere tecnologie per l’automazione, sistemi di monitoraggio, diagnosi energetiche, protocolli di misura e verifica (come il IPMVP) e sistemi di gestione dell’energia.

Naturalmente, l’efficacia di questo modello dipende anche dalla qualità del rapporto tra le parti. Quando il cliente e la ESCO condividono una base informativa simmetrica e un obiettivo comune, il contratto funziona meglio. In presenza di asimmetrie significative – ad esempio se il cliente non ha consapevolezza di cosa vuole o può ottenere – il percorso diventa più complesso e rischioso, anche per la ESCO.

Un’obiezione frequente riguarda l’opportunità di affidarsi a una ESCO: perché non fare tutto in proprio, evitando di “cedere” una parte dei risparmi? La risposta dipende dalla capacità effettiva del cliente di raggiungere gli stessi risultati in autonomia. Se ci riesce, è giusto che lo faccia. Ma se i risultati sono inferiori, l’apparente risparmio si traduce in un’opportunità mancata.

Alla fine, la scelta si basa su un trade-off tra profitto potenziale e garanzia di risultato. Chi privilegia la certezza e la tranquillità, anche per motivi di accountability interna o di policy aziendale, trova nei contratti EPC uno strumento utile, flessibile e collaudato.

Il messaggio chiave è semplice: per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione ed efficienza energetica, serve agire. I servizi energetici e i contratti EPC offrono una via concreta per farlo, riducendo i rischi e ampliando le possibilità di intervento. Sta a noi – imprese, enti, professionisti – coglierla e farne buon uso.