Rinnovabili •

Le barriere all’energia green

Un'approfondita analisi sulle quattro tipologie di "barriere" che ancora ostacolano lo sviluppo delle rinnovabili e delle metodiche per l'efficienza energetica

La domanda sempre maggiore di energia – annualmente ammonta a 12 miliardi di TEP (tonnellate di petrolio equivalente) – il cambiamento climatico che si va registrando in questi ultimi decenni con un preoccupante aumento della temperatura – la concentrazione di CO2 si attesta a 385 parti per milione – l’inesorabile riduzione di risorse non rinnovabili – il picco di Hubbert ovvero il picco della produzione petrolifera si prevede che venga superato tra il 2015 e il 2025 hanno imposto l’adozione in tempi rapidi di nuovi modelli energetici (Ipcc, 2007; L’atlante. Il mondo capovolto, 2009).

La sfida che si prospetta è quella di rispondere a questa richiesta, sempre crescente di energia, con nuove misure che siano sostenibili per l’ambiente, per l’economia e per la società.

Nel rapporto Saving Electricity in a Hurry (2011) la IEA ha richiamato l’attenzione sul problema della carenza energetica, a cui ogni paese è soggetto, sia in atto che in potenza, analizzando i danni da essa scaturiti sia nei sistemi geoeconomici che geoambientali e prospettando una riduzione della competitività economica, un aumento del costo energetico e dell’inquinamento atmosferico.

Lo stesso rapporto indica come esistano già le tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per attuare un risparmio energetico, che in alcune best practice presentate, vedi il Brasile, ha raggiunto livelli molto importanti  pari a circa il 20% di risparmio dell’energia consumata nei trasporti, in tempi industrialmente e socialmente rapidi.

Anche la Comunità Europea, consapevole dell’importanza strategica di una pianificazione energetica declinata nella sostenibilità, ha ben definito la mainstreaming da perseguire per lo scenario energetico futuro.

La strategia politica energetica «Europa 2020» definisce gli obiettivi primari relativi ad una riduzione delle emissioni di carbonio al 20%, ad un aumento del 20% della quota di energie rinnovabili e ad un potenziamento dell’efficienza energetica del 20%. Precisando nella comunicazione nota come «Energy 2020» che per raggiungere gli obiettivi è necessario intraprendere

1.         azioni per l’efficienza, in particolare, nel settore dei trasporti e dell’edilizia;

2.         la creazioni di infrastrutture energetiche paneuropee integrate;

3.       un coordinamento politico dell’energia dei 27 Stati al fine di avere un’unica voce, forte e autorevole, nei confronti dei Paesi terzi;

4.         azioni al fine di rendere competitiva l’Europa attraverso l’innovazione tecnologica;

5.         nuove misure per costi competitivi.

Nella bozza del Piano d’Azione Italiano per l’efficienza energetica 2011 (d’ora in poi PAE) e nel Piano d’Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili 2010 (d’ora in poi PAN) si ritrovano le traslazioni in termini nazionali italiani a medio e lungo termine degli obiettivi UE. Obiettivi che si traducono in un potenziamento dei consumi energetici da fonti rinnovabili – +17% nel 2020 corrispondente a 22.617 Ktoe – del risparmio energetico atteso nel 2016 pari a 126.327 GWh/anno di consumi in meno e pari a 149.00 kton/anno di CO2 non emessa.

La citazione di questi documenti, sebbene incompleta, risulta comunque funzionale all’economia di questo contributo, nel far emergere come allo stato dell’arte, il tema energetico sia stato già declinato e definito dalla comunità politica, economica e scientifica, e che siamo nella fase operativa/attuativa ormai da più di un decennio, avendo già superato la fase pionieristica della progettazione e della prima esperienza di management delle azioni per la sostenibilità.

Oggi, studiando le esperienze fin qui accumulate emerge come a contribuire significativamente al permanere della dipendenza dalle fonti di energia tradizionale concorrano delle “barriere” precedentemente non ipotizzabili, che rappresentano dei veri ostacoli alla ricezione e attuazione di piani e direttive internazionali, europee e nazionali determinando ritardi, rinunce, lentezze, sovrapposizioni a scala regionale e comunale.

La teleologia del nostro discorso si manifesta nel considerare brevemente alcune tipologie di barriere che si interpongono alla realizzazione delle Fonti di Energia Rinnovabile (d’ora in poi FER) e della efficienza energetica che possono essere distinte in diversi ambiti afferenti alla sfera socio-culturale, politica ed economica.

 

1. Le “barriere” energetiche

Il concetto di “barriera allo sviluppo” si è già presentato in altre epoche e, in particolare, storicamente, si è dimostrato che più il processo è veloce e maggiore è l’attrito che la modificazione stessa accumula. Fenomeno che, in alcuni casi, ha solo rallentato ma in altri ha determinato il blocco completo del processo.

Nel caso energetico le barriere sono apparse in forme inattese, con risultati non previsti, ed hanno fortemente influito non solo sugli obiettivi in termini quantitativi, ma anche in termini qualitativi (ENEA, 2010).

Le barriere energetiche, in una prima fase legate solo alla tecnologia insufficiente e non competitiva in termini di costi con la precedente, rappresentano, quindi, un limite che deve essere necessariamente superato se si vogliono raggiungere i traguardi a medio e lungo termine prefissati per il potenziamento e l’accrescimento delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica.

I più esposti alle barriere sono i pianificatori, sia istituzionali che scientifici, mentre la componente imprenditoriale “subisce” gli effetti delle barriere.

Sia gli interventisti (per i quali è sufficiente la tecnologia ed i bassi costi) sia i sostenitori della sostenibilità forte hanno condotto la vexata questio delle barriere energetiche nell’agone scientifico. Recentemente sono stati analizzati in uno studio dal titolo BarEnergy (Emmert, 2011) i vari ostacoli ai cambiamenti del comportamento energetico dei consumatori, in generale, e delle famiglie, nel particolare, prospettando per i pianificatori dell’energia anche ipotesi metodologiche utili a identificare e rilevare i vari impedimenti.

Lo studio, di carattere sociologico, condotto in sei stati europei – Norvegia, Regno Unito, Paesi Bassi, Svizzera, Ungheria e Francia – rivela come alcuni ostacoli possano condizionare negativamente lo sviluppo e la piena realizzazione delle FER e dell’efficienza energetica. Pertanto, in considerazione anche del fatto che queste tematiche non siano, purtroppo, state tenute nella dovuta considerazione a scala nazionale, lo studio evidenzia come, invece, sia necessario nella pianificazione energetica territoriale porre l’attenzione su questi impedimenti che rappresentano un deterrente al pieno sviluppo della new energy.

2. Barriera politica

La piattaforma legislativa italiana che negli ultimi anni ha fatto registrare un’attenzione maggiore alla pianificazione energetica attraverso la promulgazione di emendamenti specifici – mi limito a ricordare le più recenti ovvero il D. Lgs. 28/2011, 115/2008, il DPR 59/09, il DM 26 giugno 2009 – rappresenta, nonostante ciò, un primo, forte, significativo ostacolo.

Si possono rintracciare nella normativa italiana diverse tipologie di ostacoli. La prima è rappresentata dal fatto che le normative italiane recepiscono in ritardo le direttive europee e internazionali, nonché gli elementi di certificazione necessari per informare e garantire le imprese e i cittadini sull’efficacia degli investimenti attuati.

A titolo esemplificativo possiamo rintracciare nei recenti riferimenti legislativi in ambito energetico un differimento che può essere mediamente contabilizzato in circa due anni tra la direttiva europea e la  promulgazione della corrispettiva legge italiana.

La Direttiva 2009/28/CE è stata, ad esempio, recepita attraverso il D. Lgs.. 28/2011.

Il D.Lgs. 115/2008 relativo all’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici, che ha istituito anche l’Unità Tecnica per l’Efficienza Energetica-UTEE nell’ambito della struttura di ENEA ha attuato una direttiva comunitaria del 2006/32/CE.

Il DPR 59/09, il DM 26 giugno 2009 e le Linee Guida Nazionali per la Certificazione Energetica degli Edifici per l’attuazione del D. Lgs. 192/2005, hanno recepito la direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’ edilizia. Questi pochi esempi sono sufficienti a dimostrare il significativo gap tra l’Europa e l’Italia nell’ambito della pianificazione energetica. La lentezza della normativa pregiudica non poco lo sviluppo e la diffusione delle energie alternative.

Sarebbe auspicabile o meglio necessario che la piattaforma legislativa nazionale fosse al passo con i tempi di quella europea e mondiale. Queste discrasie si ripercuotono nella pianificazione energetica nazionale e regionale attraverso ritardi, lentezze, disomogeneità delle procedure. Un ulteriore barriera si può rintracciare, leggendo il PAN o il PAE, nella mancanza di coordinamento tra questi strumenti e la pianificazione attuata dalle varie amministrazioni. L’insieme, infatti, appare non sinergico né in termini verticali (dal nazionale al locale) né in termini orizzontali tra le varie amministrazioni sul territorio e gli  enti locali, responsabili in materia di energia, rappresentando, così, un ulteriore motivo di ritardo.

3. Barriera Economica

Strettamente connesso con la piattaforma legislativa è il sistema di incentivi e sostegno alle energie rinnovabili e all’efficienza. Nel PAN si legge che “I sistemi di incentivazione attuali hanno dimostrato di essere in grado di sostenere una crescita costante del settore, garantendo, nonostante frequenti modifiche del quadro normativo, sufficiente prevedibilità nelle condizioni di ritorno dell’investimento e agevolando la finanziabilità delle opere. Essi rappresentano dunque uno strumento consolidato del sistema energetico nazionale, cui si può guardare, con i necessari adeguamenti, anche per il prossimo periodo come elemento di continuità importante per il raggiungimento dei nuovi obiettivi comunitari”.

Dal testo emerge che nonostante la presenza di incentivi è comunque necessario un adeguamento del sistema economico che rappresenta ancora un ostacolo allo sviluppo delle energie rinnovabili e dell’efficienza.

La barriera può essere rintracciata, parafrasando un famoso titolo di un libro dello scrittore Kundera nella “insostenibile pesantezza dei costi”. Gli investimenti nell’efficienza energetica e nelle FER sono ancora troppo esosi e i tempi di recupero sono lunghi. Pertanto, la collettività non percepisce a breve termine il profitto in termini economici di una scelta energetica sostenibile.

In realtà con il paradigma energetico precedente (si comprava energia prodotta centralmente), si aveva una spesa annua pro capite, distribuita nell’anno per l’energia, che ciascuno poteva modulare. Oggi con il nuovo paradigma (si produce localmente l’energia che si consuma) si deve usare un capitale iniziale concentrato, per cui diventa complicato/problematico il reperimento di detto capitale da parte dei cittadini ed imprese. La  certezza della redditività del capitale è, quindi, fondamentale ed essa deriva dalla qualità delle tecnologie e dalla continuità della normativa di incentivazione e autorizzazione.

Siamo oggi ancora lontani dalla auspicata grid parity che richiederebbe una sistematica rettifica dei sistemi di incentivazione e una maggiore flessibilità.

Soprattutto nel contesto della efficienza energetica una barriera è da individuarsi nei costi per le ristrutturazioni delle edilizie, soprattutto nei centri storici, e delle imprese e nella mancanza, ad oggi, dei certificati negli atti di compravendita di beni immobili. Citando la ricerca BarEnergy si evince che una barriera all’efficienza energetica è dovuta anche ai costi contenuti dell’energia e, quindi, non vi è un cogente bisogno di spegnere la luce o di razionalizzare il riscaldamento/raffreddamento delle case perché i costi di spesa non incidono significativamente sull’economia domestica.

Nel caso delle imprese, invece, si ha una barriera nella flessibilità del mercato che coinvolge anche la proprietà dell’impresa. Abbiamo, infatti, imprese che hanno cambiato proprietà tre volte negli ultimi sei anni, ed è evidente che nessuno dei proprietari ha manifestato il desiderio di investire nell’efficienza energetica, concentrandosi, invece, negli investimenti sulla quantità e qualità del prodotto.

Si potrebbe, paradossalmente, pensare ad un aumento istituzionale dei costi delle energie tradizionali, al fine di incentivare l’efficienza energetica, garantendo, attraverso un sistema organizzativo efficiente ed efficace – la carenza infrastrutturale costituisce di per sé una barriera – un’utile alternativa energetica sostenibile.

4. Barriera socio-culturale

Spesso l’efficienza energetica in termini di risparmio entra in conflitto con gli elementi culturali di una popolazione.

Possiamo rintracciare anche nella cultura di un popolo una barriera. L’illuminazione è un elemento identificativo che rinvia a specifiche identità locali. Nell’illuminazione di una casa si esprime il prestigio, la comodità, l’ostentazione di benessere. Nell’illuminazione di una città e dei suoi monumenti o luoghi simbolo, si ha un’affermazione degli iconemi urbani.

Ridurre l’illuminazione è stato spesso interpretato come una perdita di identità incidendo sui comportamenti individuali, come condizionamenti psicologici.

Spesso le fonti di energia rinnovabile e dell’efficienza energetica sono associati nell’immaginario collettivo ad uno stile di vita minimalista, condizionato dal risparmio, dalle limitazioni e dalle rinunce.

Bisogna attuare delle azioni di informazione destinate a sensibilizzare e far conoscere dissipando inutili e vacui pregiudizi, che spesso sono alla base del fenomeno cosiddetto NIMBY.

L’informazione, dunque, rappresenta un’importante azione per il superamento delle barriere culturali e supporta lo sviluppo e l’incentivazione alle energie rinnovabili e all’efficienza, tanto quanto la componente economica.

Appare necessario catalizzare risorse e azioni mirate utilizzando social network e associando, ad esempio, il comparto energetico ad altre campagne pubblicitarie per creare i presupposti per una conoscenza sistematica capace di abbattere barriere pregiudiziali afferenti alla sfera socio-culturale.

Di certo alla comunicazione devono essere associati innovativi progetti di ricerca in campo energetico che sviluppino azioni destinate a garantire livelli qualitativi di comfort molto alti.

Nella sfera culturale un’ultima azione di contrasto alle FER e all’opera di efficienza energetica può essere rintracciata nel conflitto sociale motivato dalle categorie geografiche del paesaggio e dell’ambiente.

Molte delle tecnologie FER sono a significativo impatto ambientale e paesaggistico. Passata la fase del contrasto sociale all’eolico di grande dimensione, si è oggi nella fase di conflitto con gli impianti a biomasse per uso termico ed elettrico.

Una pianificazione attenta, consapevole, declinata in nome della interdisciplinarietà che veda coinvolte diverse figure professionali e scientifiche destinata a coniugare i vincoli e le vocazioni del territorio con le opportunità della tecnologia, può rappresentare un valido supporto per abbattere le barriere pregiudiziali ancora imperanti che vedono, a prescindere, negli impianti delle FER un danno per il paesaggio e per l’ambiente.

 

Pierluigi De Felice – Geografo presso l’Università di Cassino

 

Andrea Forni – Ufficio Studi ENEA – Frascati


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Rinnovabili • Giornata mondiale della terra

Giornata mondiale della terra: cos’è e quando si festeggia?

Giornata della Terra: l'evento che ogni anno mobilita un miliardo di persone per la salvaguardia del Pianeta Terra. - Earth Day

Giornata (mondiale) della Terra

Giornata mondiale della terra
Giornata Mondiale della Terra

La Giornata Mondiale della Terra è una manifestazione internazionale per la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del nostro pianeta.

Conosciuta nel mondo come Earth Day, la Giornata della Terra di aprile, è levento green che riesce a coinvolgere il maggior numero di persone in tutto il pianeta. Si calcola infatti che ogni anno, nel periodo dell’equinozio di primavera, si mobilitino circa un miliardo di persone.

Storia della Giornata Mondiale della Terra

L’Istituzione della Giornata mondiale della Terra si deve a John McConnell, un attivista per la pace che si era interessato anche all’ecologia: credeva che gli esseri umani abbiano l’obbligo di occuparsi della terra e condividere le risorse in maniera equa. Nell’ottobre del 1969, durante la Conferenza dell’UNESCO a San Francisco, McConnell propose una giornata per celebrare la vita e la bellezza della Terra e per promuovere la pace. Per lui la celebrazione della vita sulla Terra significava anche mettere in guardia tutti gli uomini sulla necessità di preservare e rinnovare gli equilibri ecologici minacciati, dai quali dipende tutta la vita sul pianeta.

La proposta ottenne un forte sostegno e fu seguita dal festeggiamento del “Giorno della Terra” della città di San Francisco: la prima celebrazione della Giornata della Terra fu il 21 marzo 1970. La proclamazione della Giorno della Terra ufficializzava, con un elenco di principi e responsabilità precise, un impegno a prendersi cura del Pianeta. Questo documento venne firmato da 36 leader mondiali, tra cui il Segretario generale delle Nazioni Unite U Thant, Margaret Mead, John Gardner e altri (L’ultima firma di Mikhail Gorbachev è stata aggiunta nel 2000).

Un mese dopo, il 22 aprile 1970, la definitivaGiornata della Terra – Earth Day” veniva costituita dal senatore degli Stati Uniti Gaylord Nelson, come evento di carattere prettamente ecologista. Questa Giornata della Terra era però pensata come una manifestazione prettamente statunitense, fu Denis Hayes (il primo coordinatore dell’Earth Day) a rendere la manifestazione una realtà internazionale: dopo aver “contagiato” le città americane, Hayes fondò l’Earth Day Network arrivando a coinvolgere più di 180 nazioni.

giornata mondiale della terra 2023
Villaggio per la Terra 2023 a Roma

La proclamazione della Giornata della Terra si inseriva in un contesto storico dove si era appena presa coscienza dei rischi dello sviluppo industriale legato al petrolio: nel 1969 a Santa Barbara, California, una fuoriuscita di greggio aveva ucciso decine di migliaia di uccelli, delfini e leoni marini. L’opinione pubblica ne fu scossa e gli attivisti iniziarono a ritenere necessaria una regolamentazione ambientale per prevenire questi disastri.

earth day giornata terra
Nel 2020 si è celebrato il 50° anniversario della Giornata Mondiale della Terra – Earth Day

Giornata Mondiale della Terra: le prime celebrazioni

Le prime celebrazioni del Giorno della Terra si svolsero in duemila college e università , circa diecimila scuole primarie e secondarie e centinaia di comunità negli Stati Uniti. Anche se l’evento ebbe una portata nazionale si dovette aspettare il 1990 per vedere un altro Earth Day significativo.

Nel 1990 la Giornata della Terra mobilitò 200 milioni di persone in 141 paesi ponendo l’attenzione sulle questioni ambientali nel palcoscenico mondiale. Le attività del giorno della Terra nel 1990 diedero un impulso enorme alla cultura del riciclo in tutto il mondo e contribuirono ad aprire la strada per il Summit della Terra organizzato dalle Nazioni Unite nel 1992 a Rio de Janeiro.

Per trasformare la Giornata della Terra in un evento annuale, piuttosto che uno che si verificava ogni 10 anni, Nelson e Bruce Anderson, organizzatori principali dell’ Earth Day New Hampshire nel 1990, hanno costituito Earth Day USA. Questo comitato ha coordinato le successive celebrazioni del Giorno della Terra fino al 1995, incluso il lancio di EarthDay.org. Dopo il 25 °anniversario del 1995, l’organizzazione passò all’attuale Earth Day Network.

Nel 2000 la Giornata mondiale della Terra combinò lo spirito originale dei primi Earth Day con l’internazionalismo dell’evento del ’90. Il 2000 fu il primo anno in cui venne usato Internet come strumento principale di organizzazione: questo si rivelò prezioso a livello nazionale e internazionale. Kelly Evans direttore esecutivo, arruolò più di 5.000 gruppi ambientali al di fuori degli Stati Uniti, raggiungendo centinaia di milioni di persone con un record di 183 paesi. Leonardo DiCaprio fu l’ospite ufficiale dell’evento, e in circa 400.000 parteciparono all’evento principale non ostante la pioggia fredda di quel giorno.

Alcuni scatti dal Villaggio per la Terra 2018 (Earth Day – Giornata della Terra a Roma)

La Giornata Mondiale della Terra Oggi: Una Festa Globale

Grazie al crescente interesse per la manifestazione, oggi la Giornata mondiale della Terra è diventata la Settimana mondiale della Terra: nei giorni vicini al 22 aprile, numerose comunità festeggiano per un’intera settimana con attività incentrate sulle tematiche ambientali più attuali. Gli eventi vengono utilizzati per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche della sostenibilità, e dagli attivisti, per fare analisi degli scenari odierni e proporre soluzioni concrete. Nel 2017, durante la Settimana della Terra e in aperto contrasto con le nuove “politiche negazioniste” di Trump,  si è svolta in decine di città, la Marcia per la Scienza, seguita dalla mobilitazione popolare del clima (29 aprile 2017).

Nell’ambito dell’Earth Day Network, “Earth Day Italia” è considerato uno dei migliori comitati organizzativi, tanto che nel 2015 l’organizzazione italiana è divenuta sede europea del network internazionale. L’edizione del 2016 ha rappresentato un momento di straordinaria importanza per Earth Day Italia, grazie al succedersi di eventi importanti fra cui l’eccezionale visita a sorpresa di Papa Francesco e il collegamento in live streaming con il Ministro Galletti da New York, in occasione della storica firma del primo accordo universale sul cambiamento climatico (COP21).

Villaggio per la Terra – Roma 2017

Ogni anno a Roma, nella bella cornice di Villa Borghese, prende vita il Villaggio per la Terra: una settimana di eventi per tutte le età, che culminano con una serie di imperdibili concerti.

Nel 2017 tra la Terrazza del Pincio e il Galoppatoio di Villa Borghese, Earth Day Italia ha organizzato 5 giorni in cui si sono alternati eventi sportivi, concerti, esposizioni, mostre, convegni, spettacoli, laboratori, attività didattiche, giochi per bambini e ottimo cibo.

Tra i tanti eventi che hanno caratterizzato il Villaggio per la Terra 2017, il principale è stato il Concerto per la Terra. La serata gratuita, che ha preso il nome di “Over the Wall, Mecenati della Bellezza”, è stata presentata da Fabrizio Frizzi ed ha visto la partecipazione degli Zero Assoluto, Noemi, Sergio Sylvestre, Soul System, Ron e La Scelta.

Nel Galoppatoio di Villa Borghese il Villaggio dello Sport ha offerto a tanti la possibilità di praticare decine di discipline sportive differenti, di sperimentare simulatori sportivi virtuali, di assistere alle dimostrazioni di grandi campioni e di lanciarsi in gare, tornei e contest sempre divertenti e all’insegna della sostenibilità. In questo contesto il Coni, il Comitato Paralimpico e decine tra federazioni, associazioni e società sportive, club e campioni hanno offerto un importante contributo in difesa dei valori più autentici dello sport e dell’ambiente.

A caratterizzare maggiormente le attività per i giovani studenti romani è stato il premio “Io Ci Tengo” (#IoCiTengo). Nato per portare l’attenzione delle scolaresche sulle tematiche ambientali, il premio ha cercato di catalizzare progetti, lavori artistici e reportage che raccontassero in maniera innovativa e rivoluzionaria come trasformare il deserto di cemento delle nostre città in una foresta. Fu proprio Papa Francesco, con una partecipazione a sorpresa durante l’edizione 2016, a lanciare il messaggio “Voi trasformate deserti in foreste”. Le scuole hanno partecipato in tanti modi: foto, disegni, articoli, storie e video; con fantasia e immaginazione hanno conquistato l’attestato di Testimone della Terra 2017, mentre i vincitori sono stati nominati Ambasciatrici della Terra 2017.

Inoltre, durante il Villaggio per la Terra, sono state dedicate delle intere giornate sia alla mobilità sostenibile che ai libri, riconoscendo alla mobilità green e alla cultura ruoli fondamentali nel cambiamento verso una cultura della sostenibilità.

Villaggio per la Terra – Roma 2018

La Giornata Mondiale della Terra delle Nazioni Unite è stata celebrata anche nel 2018 con una grande partecipazione che ha portato a Villa Borghese oltre 150.000 persone. Questa 48ª edizione ha visto un Earth Day ricchissimo di iniziative ed venti. Cinque giornate (dal 20 al 25 aprile) dedicate alla tutela del Pianeta con un focus sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite con altrettante piazze multimediali dedicate agli obiettivi che hanno ospitato talk, laboratori e mostre.

Le attività per i giovani erano inquadrate dal Villaggio per lo Sport, dal Villaggio per Bambini e dal Villaggio per ragazzi.

Il Villaggio per lo Sport ha offerto tantissimi giochi gratuiti e assistiti, ma anche dimostrazioni e tornei. Il Villaggio per Bambini ha ospitato molte attività didattiche che hanno divertito i piccoli, dal grande Parco della Biodiversità dei Forestali, alla Pompieropoli dei Vigili del Fuoco, dagli esperimenti su vulcani e terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica, al Planetario dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

Il Villaggio dei Ragazzi, dedicato ai più grandicelli e alla scuola è stato protagonista del Festival dell’Educazione alla Sostenibilità e degli Stati Generali dell’Ambiente dei Giovani. A completare i programma per gli adolescenti tanti workshop, iniziative e la staffetta planetaria per la pace #RUN4UNITY.

Durante tutte e cinque i giorni i bambini si sono potuti cimentare con l’Orienteering, il canottaggio simulato, pallavolo, cavalcata sui pony, scherma, ping pong, e-bike, pallamano, tennis, calcio, tiro a segno con la fionda, tiro con l’arco e una alta parete da arrampicata.

Giornata della Terra 2019, proteggiamo la nostre specie

Protect our species – Proteggi le nostre specie”. Questo il tema della Giornata della Terra 2019. Oggi gli scienziati parlano senza troppe remore di una sesta estinzione di massa, di un “annichilimento biologico” della fauna selvatica. E a differenza delle precedenti cinque estinzioni di massa, causate da catastrofi e disastri naturali, questo sarebbe il primo evento provocato dall’uomo. La distruzione e lo sfruttamento degli habitat unitamente agli effetti del cambiamento climatico stanno, infatti, guidando la perdita di metà della popolazione mondiale di animali selvatici.

Tutti gli esseri viventi hanno un valore intrinseco e ognuno gioca un ruolo unico nella complessa rete della vita – scrive Eart Day Network – Dobbiamo lavorare insieme per proteggere le specie minacciate e in via di estinzione: api,  barriere coralline, elefanti, giraffe, insetti, balene e altro ancora. La buona notizia è che il tasso di scomparsa può ancora essere rallentato e molte delle nostre specie in declino possono recuperare ma solo a patto di lavorare assieme per costruire un movimento globale di consumatori, elettori, educatori, leader religiosi e scienziati che pretendano un’azione immediata”.

L’appuntamento 2020 con la Giornata Mondiale della Terra diventa una maratona online

Nel 2020 la manifestazione ha celebrato il suo 50esimo anniversario in corrispondenza delle prime chiusure nazionali per arginare la pandemia di COVID-19. Ma la crisi del coronavirus non ha intaccato lo spirito della manifestazione che, in risposta ai lockdown e alle cancellazioni degli eventi in pubblico, si è trasformata in una gigantesca maratona virtuale. Una staffetta digitale che, per 24 ore, ha attraversato il globo raccogliendo azioni grandi e piccole, testimonianze e impegni a favore del Pianeta. “Il coronavirus può costringerci a mantenere le distanze, non ci costringerà a mantenere bassa la voce”, hanno spiegato gli organizzatori dell’Earth Day 2020. “L’unica cosa che cambierà il mondo è chiedere tutti assieme un nuovo modo di procedere. Potremmo essere separati, ma grazie al potere dei media digitali, siamo anche più connessi di prima”. Tema dell’edizione, l’azione per il clima. La pandemia virale ha sottolineato ancora una volta l’importanza di continuare a impegnarsi per contrastare i cambiamenti climatici. D’altra parte il riscaldamento globale è stato segnalato tra le concause della diffusione del Sars-Cov2, assieme all’intenso sfruttamento ambientale e alla distruzione della biodiversità e degli habitat naturali. Gli scienziati hanno avvertito che abbiamo poco più di un decennio per dimezzare le emissioni ed evitare gli impatti più devastanti su fornitura alimentare, sicurezza nazionale, salute globale, condizioni meteo e altro ancora. Tra le azioni da mettere in campo, la Giornata ha promosso la partecipazione all’Earth Challenge 2020, progetto dedicato alla creazione della più grande comunità di Citizen Science (Scienza dei cittadini). Grazie ad un app, disponibile in 11 lingue, è possibile divenire delle sentinelle ambientali, raccogliendo dati che saranno integrati in un’unica piattaforma su qualità dell’aria, l’inquinamento da plastica, qualità idrica, sicurezza alimentare e impatto sul clima locale.

Nel 2021 la maratona per la Giornata Mondiale della Terra era online con una lunga diretta multimediale.

Nel 2021 la Giornata Mondiale della Terra (Earth Day) è stata una maratona multimediale con 13 ore di diretta televisiva. La diretta televisiva è iniziata alle 7:30 del 22 aprile per proseguire fino alle 20:30: dagli studi televisivi di Via Asiago RaiPlay si è collegata con tanti programmi RAI durante tutta la giornata.

In diretta e on demand anche sulla piattaforma www.onepeopleoneplanet.it , numerosi sono stati i contributi, dalla galassia di partner, associazioni, istituzioni, testimonial, esponenti del mondo della scienza, della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport.

Nel 2022 la Giornata mondiale della Terra sarà una maratona caratterizzata dal Concerto per la Terra di Earth Day Italia, con la direzione artistica del Maestro Giovanni Allevi 

villaggio per la terraAllevi, compositore di fama internazionale, è stato nominato Ambassador dello Earth Day European Network durante la COP26 di Glasgow. Il concerto sarà uno spettacolo che il Maestro vuole dedicare alle nuove generazioni in vista della prossima Conferenza sul Clima dell’ONU. L’evento vuole mettere in collegamento tanti artisti provenienti da tante parti del mondo: un’unione artistica in grado di superare ogni confine e diversità, la “Voce della Terra”.

Come ogni anno Rinnovabili.it sarà media partner e trasmetterà parte della diretta sul sito e sui canali social. Segui la diretta visitando il sito OnePeopleOnePlanet

Segui gli hashtag ufficiali #OnePeopleOnePlanet #EarthDay2022 #OPOP22 #IoCiTengo

Earth Day Italia 2023: una staffetta di voci per il Pianeta

In occasione della Giornata Mondiale della Terra 2023, torna con la sua quarta edizione la Maratona Multimediale #OnePeopleOnePlanet (#OPOP) di Earth Day Italia. Una staffetta live che dalla Nuvola di Fuksas porterà in diretta su Rai Play dalle 8 di mattina talk show, collegamenti internazionali, testimonianze artistiche, scientifiche e istituzionali. Per culminare alle 21.00 nell’atteso Concerto per La Terra, con grandi cantanti del calibro di Leo Gassmann, Ermal Meta e Tommaso Paradiso.

Ma prima di arrivare alla maratona del 22 aprile, il Galoppatoio di Villa Borghese aprirà le porte il Villaggio per la Terra: 17 piazze multimediali guidate da giovani universitari di diversi atenei che dal 21 al 25 aprile approfondiranno 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Nel palco principale allestito sulla Terrazza del Pincio, invece, si daranno il cambio quotidianamente Talk Show e performance di street artist di fama internazionale che realizzeranno delle opere sul tema ambientale.

 “Le celebrazioni italiane della Giornata della Terra  – spiega Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia – hanno caratteristiche uniche perché nascono da una storia unica. Storia d’incontro e di dialogo con centinaia di organizzazioni, che negli anni, insieme al Movimento dei Focolari, abbiamo imparato ad accogliere e valorizzare. Crediamo che il nostro vero lavoro sia proprio questo: creare ponti tra persone, tra organizzazioni, tra Paesi, che hanno davvero tanto da dire e da dare ma che a volte solo nel nostro evento trovano l’occasione giusta per iniziare a lavorare insieme”.

Giornata Mondiale della Terra 2024, Pianeta vs Plastica

“Pianeta contro Plastica”, questo il tema che contraddistingue la 54ma edizione della manifestazione. La Giornata Mondiale della Terra 2024 non poteva che affrontare uno dei problemi più sentiti a livello globale quando si parla di tutela amabientale. Riflettori puntati dunque sull’inquinamento dei rifiuti plastici, con l’obiettivo di sollecitare un’azione che riduca l’usa e getta, metta al bando il fast-fashion e investa in tecnologie e materiali alternativi ai polimeri di origine fossile. Chiedendo un riduzione del 60% della produzione di plastica entro il 2024.

In Italia il conto alla rovescia verso l’Earth Day 2024 sarà scandito quest’anno da due eventi:

  • il Villaggio per la Terra a Villa Borghese e sulla suggestiva Terrazza del Pincioa Roma: 600 eventi gratuiti e aperti a tutti, tra laboratori ludici e didattici, lezioni, incontri e dibattiti sui temi della sostenibilità ambientale, sociale e dell’innovazione, presentazioni di libri, proiezioni, giochi, dimostrazioni e pratiche sportive, spettacoli, esibizioni musicali e artistiche, e altri eventi culturali.
  • il Festival dell’Innovability presso la Casa del Cinema a Roma, pensato per celebrare anche la Giornata mondiale della Creatività e dell’Innovazione che le Nazioni Unite.

Entrambi si apriranno il 18 aprile per proseguire fino a domenica 21 per culminare il 22 aprile nella ormai consueta #OnePeopleOnePlanet, la maratona multimediale di 16 ore, dall’auditorium della Nuvola di Fuksas.

Giornata mondiale della terra 2021

Giornata mondiale della terra 2020

Giornata mondiale della terra 2019

Visita il sito di Earth Day Italia

Visita il sito del Villaggio per la Terra 2018

Visita la pagina dedicata al Villaggio per la Terra 2017

Visita la pagina dedicata alla Marcia per la Scienza 2017

Visita il sito di Earth Day Network

Leggi il nostro articolo sul Earth Day 2017

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Rinnovabili • Batterie al sodio allo stato solido

Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa

Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico

Batterie al sodio allo stato solido
via Depositphotos

Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre

La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.

Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo

Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.

Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.

Un Flusso di Polisolfuro reattivo

É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.

Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“.  I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .

Rinnovabili •
About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • fotovoltaico materiale quantistico

Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

leggi anche Fotovoltaico in perovskite, i punti quantici raggiungono un’efficienza record

L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.