Energia pulita: con il progetto STEM si ricava dalla sabbia

La società Magaldi, insieme al CNR e all’Università Federico II di Napoli, ha sviluppato il progetto STEM per ricavare energia pulita dalla sabbia

Energia pulita: con il progetto STEM si ricava dalla sabbia

 

Produrre energia pulita è ormai diventato un imperativo per tutte le società del settore. Una rinnovata attenzione all’ambiente, unita ad una forte concorrenza, hanno portato all’attenzione dei consumatori soluzioni ecologiche sempre più competitive ed interessanti. Anche al momento di porre le offerte di Illumia a confronto con quelle di Enel Energia, Edison, e così via, per trovare la soluzione più vantaggiosa per la propria casa è infatti possibile scegliere di avvalersi di una fornitura totalmente proveniente da fonti rinnovabili.

Oltre alle fonti alternative “classiche”, però, ultimamente se ne sono sentite davvero di tutti i colori. Dalla produzione di energia tramite pannelli solari trasparenti a quella ricavata dagli scarti delle olive, fino ad arrivare all’energia prodotta dalla pipì.

Questa volta, la novità arriva dal progetto STEM, realizzato dalla società Magaldi, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli, Firenze e Faenza, e l’Università Federico II di Napoli. Il progetto, il cui nome è acronimo di Solare Termodinamico Magaldi, si propone di ricavare energia pulita dalla sabbia.

 

Come si produce energia pulita dalla sabbia?

Il procedimento si basa sulla tecnologia del letto fluido: per i non addetti ai lavori si tratta di un meccanismo attraverso cui si porta un materiale solido (in questo caso la sabbia) a comportarsi come un liquido. Ciò è possibile semplicemente tenendo le particelle solide in sospensione grazie a getti di aria.

Lo STEM, in parole povere, permette dunque di accumulare il calore del sole tramite la sabbia e poi di trasformarlo in vapore ad alta temperatura, con il quale alimentare turbine per produrre energia elettrica.

 

Progetto STEM: iniziativa al 100% italiana

Oltre all’aspetto ecologico, il progetto STEM è importante anche per un altro motivo: è un’iniziativa tutta italiana. L’idea è nata nel 2009 ed è stata successivamente testata per diciotto mesi nello stabilimento Magaldi di Buccino, vicino a Salerno. Qui, le innovative batterie STEM sono riuscite ad attivare un impianto da 100 kW.

Ma il successo di questo progetto non si ferma qui. Attualmente, Magaldi sta realizzando un nuovo impianto per conto di un cliente privato nella zona di Messina, ma anche alcune miniere in Cile e in Australia faranno uso di questa nuova tecnologia. Un bel vantaggio, visto e considerato che si tratta di miniere isolate che alimentano i propri generatori con carburante diesel, con conseguenze terribili per l’ambiente e la salute dei lavoratori.

 

Le potenzialità delle batterie STEM

I realizzatori del progetto sono ora al lavoro per studiare i benefici che le nuove batterie a sabbia potrebbero portare in alcune delle zone più aride del pianeta. Si pensi ad esempio al deserto del Sahara, dove le popolazioni locali potrebbero trarre infinito giovamento dall’utilizzo di queste batterie per produrre energia pulita in autonomia e senza danni per l’ambiente.

Articolo precedenteRaven Loft: la casa sull’albero sostenibile da 8000 dollari
Articolo successivoDubai: dal primo aprile cemento green al posto del portland

1 commento

  1. a parte i problemi di silicosi e di usura per la sabbia abrasiva, non ho minimanete capito come si sottrae il calore dalla sabbia gettando aria, dato che l’ossigeno è un isolante.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!