Riuscendo a simulare la formazione di ghiaccio sulle turbine si possono limitare i danni agli impianti e garantire una ottimale produzione energetica
Visto l’aumento dell’istallazione di parchi eolici, anche in zone fredde, la problematica ha col tempo assunto una dimensione strategica che ha meritato un’analisi e un tentativo di risoluzione per fortuna andato a buon fine. Tipico caso di difficoltà di produzione eolica in inverno è la Svezia, dove i rotori spesso si ghiacciano e costringono gli impianti alla chiusura per evitare il danneggiamento dei dispositivi.
“Siamo stati in grado di identificare quando il ghiaccio si formerà sulle turbine eoliche grazie ai nostri modelli di previsione. Ciò è stato confermato dai valori della formazione di ghiaccio reale che abbiamo raccolto da un certo numero di stazioni di controllo in varie località di Svezia”, ha affermato Esbjörn Olsson, uno scienziato del SMHI ricordando però che ogni area è soggetta a cambiamenti meteorologici e di temperatura differenti, che rendono necessari schemi di simulazione elaborati ad hoc.