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Cosa vedo dopo il V Conto Energia

La previsione sui nuovi scenari del mercato fotovoltaico italiano generati dal decreto fatta da un autorevole imprenditore del settore, l’ing. Roberto Brovazzo

Sono momenti molto difficili per il settore fotovoltaico italiano.

Migliaia di operatori di settore si pongono, con molta ansia, il quesito sul futuro del mercato nazionale e sul destino di decine di migliaia di posti di lavoro. Se confermato, infatti, il nuovo Conto Energia confermerà l’arresto generato lo scorso anno dal Decreto Romani ad un settore letteralmente esploso e che nel 2011 ha generato il primato mondiale del fotovoltaico nostrano come potenza istallata. Ma il dibattito è ancora molto aperto e contradditorio.  Per avere un approccio concreto al problema, abbiamo raccolto il parere di un imprenditore tra i più lungimiranti nel nostro settore, l’ing. Roberto Brovazzo, Amministratore Delegato della Schuco Italia.

Mauro Spagnolo: Ing. Brovazzo, ci risiamo, dalle stelle alle stalle: il fotovoltaico italiano, dopo il primato mondiale dello scorso anno, si avvia ad una frenata importante. Come prevede possa cambiare il mercato italiano con il quinto conto energia?

Roberto Brovazzo: Se passa il Decreto, o ne passa uno molto simile a quello che abbiamo letto, credo che ci sarà una fortissima contrazione legata soprattutto alla completa impossibilità di sviluppare investimenti da parte di entità nazionali ed internazionali. C’è inoltre il problema dell’incremento della burocrazia che renderà assolutamente oneroso tutto il procedimento per avere la tariffa. Ritengo che a breve ci sarà una grossa contrazione della domanda, molti operatori alla fine chiuderanno perché non riusciranno a rimanere sul mercato. La vedo come una grande battuta d’arresto per tutto il settore.

MS: Mi dica qual è l’aspetto più positivo e quello più negativo del nuovo Decreto.

RB: Quello positivo potrebbe essere solo l’intento di ridurre l’accesso degli speculatori a questo mercato, e questo è condivisibile. Tutto il resto invece è negativo: un aumento di burocrazia, un aumento delle incertezze e quindi arresto del mercato, specialmente quello  residenziale.

MS: Pensa che gli incentivi per le altre fonti rinnovabili elettriche possano danneggiare lo sviluppo del fotovoltaico?

RB: Si certo.  Sicuramente è chiaro l’intento del legislatore di spostare il baricentro della politica di incentivazione delle rinnovabili sull’altro fronte e di ridurre concretamente, e il più possibile, il futuro sviluppo del  fotovoltaico.  Sono quindi convinto che questo non sia una concomitanza casuale.

MS: Infine ingegnere: ritiene davvero che questo ultimo Decreto possa causare, come alcuni operatori dicono, la fine del fotovoltaico italiano in tempi brevi?

RB: Così come impostato, tempo proprio di si.  Il volume che sarà sviluppato sarà talmente basso che porterà a una riduzione massiccia degli operatori con la riconversione di molti di essi su altri mercati ed una uscita di molte società, specialmente quelle più piccole di recente entrate.  Credo quindi che si arriverà, se non proprio a una completa distruzione del mercato, ad una lenta agonia, visto che non siamo ancora arrivati alla famosa grid parity e non c’è ancora la mentalità nel consumatore di farsi l’impianto con il ritorno dell’investimento basato sulle condizioni attuali.

Insomma: in assenza di un cambiamento radicale di rotta,  credo che ci sarà una forte accelerazione, se passerà questo Decreto, che ci porterà a breve non dico ad una sparizione totale del settore, ma quasi.