Il fotovoltaico in Cina registra una crescita storica nel primo trimestre 2025 grazie alle nuove linee guida NEA, contribuendo al calo delle emissioni di CO₂.

di Alessandro Petrone
Il fotovoltaico in Cina ha raggiunto un nuovo picco nel primo trimestre 2025, con 60 GW di nuova capacità installata. Di questi, ben 36 GW provengono da impianti distribuiti su tetti, la quota trimestrale più alta mai registrata. A trainare la crescita è stato l’effetto combinato delle nuove linee guida della National Energy Administration (NEA), entrate in vigore a maggio, che promuovono l’autoconsumo e puntano a ridurre la congestione della rete.
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Nuove regole e transizione energetica
La direttiva NEA mira a supportare gli obiettivi climatici nazionali: picco delle emissioni entro il 2030 e neutralità climatica al 2060. L’approccio privilegia un modello più orientato al mercato e sostenibile. Nonostante la rimozione dell’accesso garantito alla rete per molti progetti commerciali e industriali (C&I), il fotovoltaico distribuito continua a rappresentare un’opportunità concreta per ridurre l’impatto ambientale. Al punto che gli analisti stimano un ulteriore crescita del fotovoltaico sui tetti anche per il secondo trimestre dell’anno.
La stima, elaborata da Rystad Energy, pronostica 130 GW di nuove installazioni totali cumulate, di cui 92 GW da progetti sulle coperture commerciali e industriali (C&I) e 38 GW da progetti residenziali.
Sviluppo regionale disomogeneo del fotovoltaico in Cina
Il quadro normativo nazionale trova applicazioni diverse a livello provinciale. Mentre regioni come Jiangsu e Guangdong mantengono un approccio flessibile, territori settentrionali come Mongolia Interna e Jilin impongono soglie elevate di autoconsumo, fino al 90%. Questo ha rallentato la diffusione di impianti C&I nelle aree più vincolanti, mentre ha favorito politiche più dinamiche altrove.
Mercato energetico e nuovi modelli di scambio
In alcune province, come Shandong e Hubei, tutta l’energia in eccesso generata dagli impianti C&I deve essere venduta nei mercati dell’energia. Questo obbligo si inserisce nel più ampio obiettivo di rendere il fotovoltaico in Cina un settore integrato nei meccanismi di prezzo di mercato. Al tempo stesso, si stanno sviluppando strumenti come i certificati verdi e il carbon trading, che offrono nuove prospettive economiche ai produttori.
Il fotovoltaico in Cina contribuisce al calo delle emissioni
Secondo un’analisi di Carbon Brief, l’accelerazione del fotovoltaico in Cina e delle rinnovabili ha già prodotto effetti concreti: le emissioni di CO₂ sono calate dell’1,6% nel primo trimestre 2025 rispetto all’anno precedente. È la prima volta che il calo non è legato a una domanda debole, ma alla sostituzione effettiva di energia fossile con fonti pulite. “La produzione da nuove installazioni solari, eoliche e nucleari ha superato quella da carbone nonostante la crescita della domanda”, ha spiegato Lauri Myllyvirta, analista del Centre for Research on Energy and Clean Air.