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Emissioni di CO2, Europa e Usa in testa, Cina in calo grazie alle rinnovabili

Le rinnovabili hanno consentito alla Cina di ridurre le emissioni di CO2. Stati Uniti ed Europa dominano nelle emissioni globali.

Emissioni di CO2, Europa e Usa in testa, Cina in calo grazie alle rinnovabili
via depositphotos.com

di Erminia Voccia

Per la prima volta, la crescita delle energie rinnovabili ha consentito alla Cina di ridurre le emissioni di CO2 nonostante la rapida crescita della domanda di energia. La Repubblica Popolare era considerata il maggiore produttore mondiale di emissioni di anidride carbonica ma nel primo trimestre del 2025 ha registrato il calo più importante dal 2020.

Le buone performance cinesi, tuttavia, non sono bastate ad abbassare i livelli globali, rimasti alti a causa principalmente di Stati Uniti ed Europa. Il bilancio delle emissioni totali combinate di Usa ed Europa, nel periodo gennaio-marzo 2025, è di 801 milioni di tonnellate metriche, da attribuire all’utilizzo di fonti fossili. A sostenerlo è Reuters citando i dati di Ember.

Le emissioni di CO2 in Europa e Stati Uniti

Il dato evidenzia un aumento di 53 milioni di tonnellate metriche, ovvero il 7% in più, rispetto allo stesso periodo del 2024, il volume più alto registrato dal 2022 a questa parte per il primo trimestre dell’anno. Stati Uniti ed Europa, dunque, hanno compensato il calo di 60 milioni di tonnellate di emissioni da fonti fossili evidenziato invece in Cina. Nei primi tre mesi del 2025 la produzione di energia da gas naturale è salita dell’8%, mentre quella da carbone del 6% rispetto allo stesso periodo del 2024, riferisce ancora Ember.

Con il settore energetico statunitense pronto a entrare nel periodo di maggiore intensità di consumi, è proabile che le emissioni globali di CO2 continueranno a crescere nel corso dell’anno. il sostegno di Trump ai combustibili fossili ha determinato un aumento della produzione di energia da indocarburi pari al 4% da gennaio a marzo di quest’anno rispetto a solo un anno fa.

Il caso della Cina

Secondo l’analisi di Carbon Brief, le emissioni cinesi di CO2 sono scese del 1,6% nel primo trimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024 e dell’1% negli ultimi 12 mesi. La fornitura di energia da nuovi impianti solari, eolici e nucleari è bastata ad abbassare la produzione di energia da carbone nonostante l’aumento della domanda. Secondo lo studio, infatti, i cali precedenti di emissioni di CO2 erano invece da imputare alla bassa crescita economica.

Come già evidenziato da Ember, nel 2024 la Repubblica Popolare ha rappresentato da sola più della metà della crescita globale di energia da impianti eolici e solari. I dati recenti indicano che il calo cinese di emissioni è stabile da più di un anno. Tuttavia, il volume è stato più basso solo dell’1% su base annuale. Ciò implica che nel breve termine le emissioni potrebbero facilmente risalire.

L’impatto iniziale delle tariffe imposte da Trump avrebbe avuto un certo peso sulla crescita economica cinese e, di conseguenza, sulle emissioni di CO2. Adesso, però, Pechino potrebbe approfittare della tregua di 90 giorni appea annunciata nella guerra commerciale in corso con Washington per spingere l’industria manifatturiera a incrementare la produzione. Contemporaneamente, incentivare la domanda interna di beni renderebbe il Paese meno dipendente dalle esportazioni. Il tutto non farebbe che riflettersi sulle emissioni totali di CO2.