In dieci anni le famiglie hanno dovuto pagare un aumento di circa 177 euro a famiglia. Ma le rinnovabili incidono solo per il 13% sulle fatture elettriche
La colpa, afferma l’Associazione nel suo dossier “La verità sulle bollette elettriche”, è “dell’andamento del prezzo del petrolio e della nostra dipendenza dall’estero per le importazioni di fonti fossili”. Ogni segno più nella voce “servizi di vendita” – che comprende tutti i servizi e le attività svolte dal fornitore per acquistare e poi rivendere l’energia elettrica ai clienti – è seguito un aumento puntale delle bollette. E se la voce in questione è praticamente “decollata” passando da 106,06 euro a 293,96, nelle fattura familiari si è registrato un aumento del 177,2%.
Ovviamente nel tempo è cresciuto anche l’onere di sistema legato alle eco-energie. Secondo valori aggiornati al II trimestre 2012 (al lordo delle imposte) è possibile stimare una spesa in bolletta per la componente A3 pari al 15,04% del totale, che per un utente domestico tipo (residente con consumi pari a 2700 kWh/anno e potenza pari a 3 kW servito in maggior tutela) significa 77,51 euro l’anno. E se decurtate dalla parte A3 fonti “assimilate”, 67,3 euro l’anno, comparabile con quanto viene pagato in termini di servizi di rete e imposte.
“Va tenuto d’occhio anche questo aumento – commenta Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente – ma è uno strabismo e una chiara ipocrisia lanciare allarmi sulle rinnovabili ignorando l’87% della bolletta e le ragioni degli aumenti di questi anni. Se si vuole veramente aiutare le famiglie e le imprese, occorre ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e dall’estero e premiare, invece, gli investimenti in efficienza energetica e sviluppo delle rinnovabili. Oltre a fare in modo che il mercato dell’elettricità funzioni veramente, verificando che la concorrenza nell’offerta ci sia veramente e premiando le tecnologie più efficienti”.