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La Germania presenta la maxi strategia sull’idrogeno da 7mld

Il governo tedesco dà il via libera nuovo piano nazionale con cui mira a divenire leader per l’idrogeno. Obiettivo: realizzare una capacità produttiva 10 GW entro il 2040 e guadagnarsi il primo posto nel mercato mondiale

La Germania idrogeno
Credits: © BMWi / Andreas Mertens

Il ministro Altmaier presenta la nuova stratega tedesca sull’idrogeno

(Rinnovabili.it) – Il Gabinetto tedesco ha adottato ieri l’attesa Strategia nazionale sull’idrogeno (Nationale Wasserstoffstrategie), l’imponente piano da 7 miliardi di euro per rendere la Germania leader del mercato, sia in termini produttivi che tecnologici. Un’ambizione ben ostentata nelle parole del ministro federale dell’economia e dell’energia, Peter Altmaier. “Con la strategia dell’idrogeno, stiamo preparando la strada per divenire il numero uno al mondo nelle tecnologie dell’idrogeno. Il tempo è maturo”, ha affermato il ministro durante la presentazione alla stampa. “Pertanto, ora dobbiamo sfruttarne il potenziale per creare valore, occupazione e protezione climatica. Perché l’idrogeno sarà una materia prima chiave per una transizione energetica di successo”. 

Nelle 28 pagine del documento illustrativo si tratteggiano le nuove linee per la generazione, il trasporto, l’uso e il riutilizzo futuri del vettore e, quindi, per le corrispondenti innovazioni e investimenti. È la prima volta che Berlino definisce precisi target in materia e lo fa con un’ambizione ad oggi mostrata solo dall’Australia. Nel dettaglio, il Paese mira a realizzare entro il 2030 una capacità produttiva sul territorio di 5 GW che dovrebbe salire a 10 GW per il 2040.

Ma in che modo sarà prodotto il gas? Uno dei capisaldi della Nationale Wasserstoffstrategie è riuscire a garantire una fornitura di idrogeno “priva di CO2“. La maggior parte della produzione avverrà tramite elettrolisi dell’acqua alimentata da parchi eolici offshore; ma il Paese si mostra interessato anche cooperare con le economie in via di sviluppo che abbiano potenzialità nel campo eolico e fv, per importare il loro green hydrogen. D’altra parte il governo sta fornendo finanziamenti per partenariati internazionali con questo preciso scopo. In Marocco, ad esempio, ha già concluso diversi accordi per partecipare alle strutture produttive locali.

L’idrogeno verde ci offre l’opportunità di promuovere la protezione climatica in aree in cui non abbiamo ancora soluzioni, ad esempio nel settore siderurgico o nel settore dell’aviazione, spiega il ministro federale dell’ambiente Svenja Schulze. Nel primo caso le aziende riceveranno aiuti finanziari se investiranno in impianti di elettrolisi per trasformare i loro processi produttivi. L’idea è di lanciare un programma pilota per i cosiddetti Carbon Contracts for Difference (CfD), specificatamente dedicato alle industrie siderurgiche e chimiche.

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La strategia prevede inoltre lo sviluppo di un mercato europeo dell’idrogeno nei prossimi dieci anni, in cui verranno scambiati anche idrogeno “blu” e “turchese”. Questi due attributi si usano quando il vettore è prodotto a partire dal gas naturale, nel primo caso tramite reforming con cattura delle emissioni e nel secondo tramite pirolisi.

Uno degli elementi qualificati della nuova strategia è la creazione di un consiglio nazionale dell’idrogeno composto da 25 membri tra rappresentanti dell’industria, del mondo scientifico e della società civile. Il suo ruolo sarà quello di fornirebbe regolarmente un servizio di consulenza  al governo.

Intensificheremo ulteriormente il finanziamento a ricerca e innovazione nel campo dell’idrogeno rinnovabile”, ha concluso il ministro federale dell’Istruzione e della ricerca, Anja Karliczek. “Dalla generazione e stoccaggio al trasporto, distribuzione e utilizzo. Metteremo a disposizione altri 310 milioni di euro per tale obiettivo entro il 2023. Questo ci darà un vantaggio, in modo da competere con successo per il titolo mondiale di idrogeno verde”.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.