Idrogeno per produrre gin: in UK arriva la distilleria sostenibile

Il progetto HySpirits è tra i 20 vincitori del Fuel Switching Innovation Fund da 40 milioni di sterline proposto dal Governo UK per testare nuovi carburanti a basso impatto ambientale.

produrre gin
Credit NotFromUtrecht / Wikimedia Commons

L’idrogeno per produrre gin sostenibile sarà fornito da un impianto locale alimentato da fonti rinnovabili

 

(Rinnovabili.it) – La distilleria scozzese HySpirtis sarà la prima del Regno Unito a testare l’utilizzo dell’idrogeno per produrre gin sostenibile: il combustibile ecologico sostituirà i carburanti fossili attualmente impiegati per alimentare i bruciatori necessari a ridistillare i fermentati alla base della tipica bevanda inglese.

 

Il progetto rientra tra i vincitori di un fondo governativo britannico approvato a fine agosto: un totale di 390 milioni di sterline (poco meno di 430 milioni di euro) destinati a finanziare riconversioni industriali in svariati settori produttivi e la sperimentazione di tecnologie di taglio delle emissioni.

 

La distilleria HySpirits, nelle isole di Orcadi, in Scozia, riceverà circa 150 mila sterline per riconvertire i propri impianti a idrogeno: quest’ultimo verrà fornito dal Progetto Surf and Turf dello European Marine Energy Centre che combina una turbina eolica da 900 kW e alcuni prototipi di generatori elettrici che sfruttano il movimento delle maree per alimentare un elettrolizzatore locale.

 

L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di circa 86 tonnellate di CO2 annue, l’equivalente di quanto prodotto da 10 abitazioni o da 18 automobili nello stesso periodo. Ma il progetto HySpirits potrebbe fare da apripista per l’intero settore britannico della produzione di alcolici: circa 350 le aziende produttrici di gin su suolo britannico e oltre 2.200 gli stabilimenti di produzione di birra che potrebbero introdurre il procedimento a base d’idrogeno per alimentare i propri impianti.

 

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Il progetto HySpirits è solo uno dei 20 approvati nell’ambito del Fuel Switching Innovation Fund da 40 milioni di sterline messo a disposizione dal Governo britannico per testare tecnologie di riconversione estendibili su tutto il territorio inglese.

 

Tra i progetti più interessanti approvati nell’ambito del Fuel Switching Innovation Fund anche il Dolphyn Projects che prevede l’installazione di elettrolizzatori su turbine eoliche flottanti in modo da produrre idrogeno direttamente in mare. Una tecnologia che dovrebbe permettere a ogni singola turbina di produrre abbastanza idrogeno da soddisfare il bisogno di combustibile per il riscaldamento di 2.500 case, alimentare dai 120 ai 240 autobus o dagli 8 ai 12 treni.

 

Lo scorso giugno, il Regno Unito è stato il primo Paese dei G7 a porre l’obietto zero emissioni nette entro il 2050: un traguardo ambizioso raggiungibile solo spingendo il settore industriale a sperimentare nuove fonti energetiche a basso impatto ambientale.

 

Il programma di finanziamento varato dal Governo UK prevede un altro fondo da 100 milioni di sterline per mettere a disposizione delle industrie maggiori quantità di idrogeno così da favorire il processo di decarbonizzazione e un Clean Steel Fund da 250 milioni di sterline per aiutare la transizione low carbon dell’industria metallurgica e dell’acciaio, attualmente responsabile del 15% delle emissioni industriali nel Regno Unito.

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2 Commenti

  1. Gli inglesi! Gli suggerirei di riscaldare l’alcool direttamente concentrando la luce del sole con specchi, così non disperdono energia negli altri passaggi.

  2. Ho l’impressione che nessuno abbia fatto i conti. Elettrolizzando l’acqua si ricava idrogeno in grado di produrre 1/3 della energia elettrica consumata. Se si accumulasse l’energia elettrica prodotta dalla pala in batterie stazionarie o l’energia termica prodotta da resistenze alimentate dalla EE le perdite sarebbero il 60% in meno che con l’idrogeno.

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