Con gli adeguati investimenti l'energia da onde e maree dell'Uk potrebbe presto diventare competitiva abbassando i costi di produzione e istallazione
Il settore dell’energia marina britannica, ha ricordato il rapporto pubblicato la scorsa settimana dal Energy Technologies Institute (ETI) e Energy Research Centre UK (UKERC), ha il potenziale per dimezzare i costi energetici entro la fine del decennio arrivando a rappresentare un valore di circa 70 miliardi entro il 2050, ma a patto che nei prossimi anni lo sviluppo del settore subisca un’accelerazione significativa. “Il settore dell’energia marina del Regno Unito potrebbe valere più di 70 miliardi e sostenere 68.000 posti di lavoro nel 2050″, ha detto il ricercatore dell’UKERC Henry Jeffrey che ha lavorato alla stesura della roadmap. “Abbiamo raggiunto un punto critico nello sviluppo dell’energia marina. Decisioni prese oggi determineranno se l’energia marina sarà impiegata come fonte significativa di energia entro il 2050.”
L’importante, viene ricordato dai ricercatori, sarà non abbandonare gli investimenti nel settore nel corso dei prossimi decenni visto che il settore è promettente ma ha ancora bisogno di conquistare la fiducia degli investitori principalmente perché non supportato adeguatamente da politiche di sostegno convincenti.
“Nel prossimo decennio l’innovazione deve essere la priorità, utile per supportare l’installazione e garantire il funzionamenti dei dispositivi di piccole dimensioni. In questo modo, sarà possibile ridurre significativamente il costo dell’energia marina, permettendo al Regno Unito di approfittare delle sue abbondanti onde e maree” ha chiarito Jeffrey.