Rinnovabili • Droni per l’edilizia e stampa 3D: con LLM e AI nascono cantieri aerei autonomi per costruire ovunque. Rinnovabili • Droni per l’edilizia e stampa 3D: con LLM e AI nascono cantieri aerei autonomi per costruire ovunque.

Droni per l’edilizia e LLM: la nuova frontiera della stampa 3D aerea

I Droni per l’edilizia dotati di stampante 3D, potrebbero arrivare a costruire intere città o infrastrutture anche in contesti remoti

Droni per l’edilizia e stampa 3D: con LLM e AI nascono cantieri aerei autonomi per costruire ovunque.
LLM-Drone: Aerial Additive Manufacturing with Drones Planned Using Large Language Models- CXornell University – https://arxiv.org/abs/2503.17566 – CC BY-NC-SA 4.0

Nella corsa alla digitalizzazione del settore costruzioni, la stampa 3D con droni sta emergendo come tecnologia di punta per trasformare i cantieri in ambienti intelligenti, autonomi e flessibili. Già oggi nel DroneHub svizzero, i droni per l’edilizia vengono testati per operazioni di ripristino strutturale e monitoraggio ambientale. Ma un nuovo studio del Carnegie Mellon University College of Engineering mostra come l’integrazione con modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) possa ridefinire le potenzialità applicative della robotica edilizia aerea.

Droni per l’edilizia e LLM: un connubio rivoluzionario

Nel progetto “LLM-Drone: Aerial Additive Manufacturing with Drones Planned Using Large Language Models“, sviluppato dal team del Prof. Amir Barati Farimani, i droni non si limitano a seguire istruzioni preimpostate. Grazie all’impiego di LLM, possono generare piani costruttivi adattivi a partire da obiettivi generici come “costruire un ponte”, e modificarli in tempo reale in base agli errori o alle condizioni ambientali. L’architettura del sistema combina stampa 3D aerea con un processo di tipo pick-and-place, dove i droni assemblano blocchi magnetici all’interno di una griglia di test 5×5. Se una parte è posizionata in modo errato o si genera un errore strutturale, il modello linguistico ricalcola l’intero piano senza ricominciare da capo. Il risultato è un tasso di successo del 90% nelle simulazioni, secondo i dati condivisi dal laboratorio di Farimani.

Verso cantieri aerei autonomi

Come sottolinea Kaitlyn Landram nel comunicato ufficiale, l’obiettivo del progetto è estendere i test all’esterno dei laboratori per affrontare sfide reali, come la costruzione di infrastrutture in aree montane o la riparazione post-disastro dove l’accesso umano è difficile.

“Possiamo immaginare questo strumento mentre ripara buche stradali, sistema navicelle spaziali in orbita o costruisce in zone impervie dove i macchinari pesanti non possono arrivare”, ha dichiarato Farimani.

Integrazione con scenari ambientali

Il progetto LLM-Drone si inserisce in un filone di ricerca più ampio che guarda alla convergenza tra sostenibilità, automazione e rigenerazione ambientale. Il DroneHub, ad esempio, testa la stampa 3D aerea con robot volanti capaci di operare su facciate edilizie, superfici danneggiate e strutture verticali in contesti urbani.

Il concetto di “sistema immunitario ambientale” proposto in Svizzera si ritrova anche nell’approccio adattivo degli LLM integrati con i droni. Entrambi mirano a creare un ecosistema di intervento autonomo, scalabile e connesso.

Prospettive applicative e prossimi sviluppi

L’uso dei droni per l’edilizia in combinazione con intelligenza artificiale generativa apre scenari rilevanti anche per il comparto delle infrastrutture critiche, dell’esplorazione spaziale e della manutenzione urbana. Il team di Carnegie Mellon ha già annunciato l’intenzione di sperimentare materiali da costruzione più dinamici e adatti all’uso all’aperto, potenziando ulteriormente l’efficacia di questo approccio.

I test di laboratorio hanno mostrato che la sinergia tra visione artificiale, robotica autonoma e linguaggio naturale può costituire un vero e proprio cantiere volante, in grado di rispondere a imprevisti in tempo reale senza intervento umano.

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