Impugnato dal CdM il nuovo Piano Casa calabrese

Le norme del nuovo Piano Casa Calabrese sarebbero in contrasto con i regolamenti statali riferiti alle distanze minime tra gli edifici ed alle costruzioni in zona sismica, permettendo la sanatoria degli abusi edilizi.

(Rinnovabili.it) – Dopo la riunione del Consiglio dei Ministri dello scorso venerdì, il Governo ha deciso di  sottoporre al giudizio di legittimità della Consulta il nuovo Piano Casa della Regione Calabria (legge n.7/2012), riferendosi in particolare alla norma che modifica la legge regionale sul rilancio dell’edilizia recependo il Decreto Sviluppo.

Da quanto emerge nel comunicato stampa dell’Esecutivo la legge regionale della Calabria sarebbe in alcuni punti in contrasto con “i regolamenti statali che disciplinano la distanza tra gli edifici, la distanza di questi dal nastro stradale e le prescrizioni del rischio sismico”. Il nuovo Piano Casa così come strutturato permetterebbe la sanatoria degli abusi edilizi realizzati in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, che da una rilevazione del 2009 si aggirava attorno alle 5210 costruzioni irregolari, di cui numerosi interni alle Aree marine protette, in siti di interesse comunitario ed aree archeologiche.

La legge regionale prevede che gli interventi possano essere effettuati anche in deroga alle normative comunali, provinciali e regionali, prevedendo il rispetto dei limiti fissati dalla normativa nazionale in quanto a distanze e costruzione in zona sismica, solo in caso di delocalizzazione, innescando così un processo poco chiaro.

Spetterà ora alla Corte Costituzionale decidere in merito all’illegittimità del Piano Casa Calabrese stabilendo se effettivamente la normativa regionale potrebbe accelerare un processo di crisi già in atto.

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