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Nuova operazione del Fondo Italiano per il Clima: 50 mln al Ruanda per il Piano Mattei

Non è chiaro che tipo di progetti saranno finanziati con le risorse provenienti dal Fondo nazionale per il Clima. Per accedere ai fondi, il Ruanda dovrà approvare riforme politico-istituzionali che integrano aspetti di mitigazione e adattamento climatico

Fondo Italiano per il Clima: accordo da 50 milioni con il Ruanda
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Il Fondo italiano per il Clima ha una dotazione di 4,4 mld fino al 2026, 3 dei quali riservati al Piano Mattei

Sostenere progetti di “resilienza climatica” che aiutino il Ruanda a centrare gli obiettivi nazionali sul clima. Con, a garanzia, l’approvazione da parte del paese africano di un pacchetto di riforme politico-istituzionali che dovrebbero integrare aspetti di mitigazione e adattamento alla crisi climatica. E’ l’ultimo tassello aggiunto dal governo Meloni al Piano Mattei, attraverso un finanziamento di 50 milioni di euro presi dal Fondo Italiano per il Clima.

Mancano dettagli sull’uso dei 50 mln del Fondo Italiano per il Clima

Né il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) né Cassa Depositi e Prestiti (CDP) che gestisce il Fondo Italiano per il Clima specificano i dettagli dell’accordo siglato con le autorità di Kigali. La cornice resta quella del Fondo, dotato di 4,4 miliardi di euro fino al 2026, risorse che dovrebbero essere impiegate per finanziare progetti pubblici e privati nei paesi emergenti e in via di sviluppo. Vincolo per i progetti: devono contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali, in linea con gli impegni internazionali sul clima dell’Italia.

L’interesse per il clima non è però l’unico a influire su come vengono impiegate queste risorse. Il governo Meloni ha infatti fatto del Fondo Italiano per il Clima uno dei principali serbatoi da cui attingere per portare avanti il Piano Mattei, la nuova architrave della strategia nazionale per l’Africa. Agli obiettivi del Piano Mattei sono destinati ben 3 miliardi del Fondo.

L’accordo da 50 milioni annunciato ieri dal MASE “è finalizzato a supportare il governo ruandese nell’attuazione del proprio Piano nazionale per il clima”, spiega il ministero in una nota. Le risorse saranno messe a disposizione di Kigali “al raggiungimento di un pacchetto di riforme politico-istituzionali” su mitigazione e adattamento. Riforme che “saranno funzionali a traguardare il raggiungimento dei target nazionali di riduzione delle emissioni di CO2”. I vincoli climatici sembrano quindi essere sulla cornice di riforme che sblocca le risorse, non sull’impiego delle risorse stesse.

Nei mesi scorsi, una quota delle risorse provenienti dal Fondo e impiegate per il Piano Mattei ha preso la via del Kenya ed è finita a finanziare la filiera di ENI sui biocarburanti in Africa (75 milioni di euro). L’azienda di San Donato Milanese punta soprattutto sulle coltivazioni di olio di ricino. I progetti già in corso sono in Kenya, appunto, e in Congo. Tra i paesi dove ENI vuole espandere queste attività funzionali alla produzione di biocarburanti, l’azienda cita proprio il Ruanda, a fianco di Angola, Costa d’Avorio e Mozambico.

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About Author / Lorenzo Marinone

Scrive per Rinnovabili dal 2016 ed è responsabile della sezione Clima & Ambiente. Si occupa in particolare di politiche per la transizione ecologica a livello nazionale, europeo e internazionale e di scienza del clima. Segue anche i temi legati allo sviluppo della mobilità sostenibile. In precedenza si è occupato di questi temi anche per altri siti online e riviste italiane.