Raggiunto l’accordo politico tra Parlamento e Consiglio europei sulla prima normativa in materia di controllo e valutazione dello stato di salute dei suoli. Nascerà un quadro comune con criteri e definizioni condivise. Gli agricoltori non avranno ulteriori obblighi. Per la 1° volta si va verso un monitoraggio comune europeo degli PFAS

Un quadro comune per la valutazione e il monitoraggio dei terreni in tutta l’Unione Europea. Più supporto agli agricoltori, senza imporre nuovi obblighi. Con l’obiettivo (non vincolante) di arrivare a ripristinare integralmente la qualità dei suoli europei entro il 2050. Attualmente tra il 60% e il 70% dei suoli europei versa in condizioni non ottimali, con un costo stimato per l’UE di almeno 50 miliardi di euro all’anno. Sono i capisaldi della Direttiva Monitoraggio Suolo, la prima normativa del genere mai approvata dall’UE. Sul suo contenuto specifico, il 9 aprile è arrivato l’accordo politico tra Europarlamento e Consiglio UE.
Direttiva monitoraggio suolo: arriva un quadro comune di valutazione
L’accordo raggiunto fissa un obiettivo generale non vincolante di avere suoli europei sani entro il 2050, in linea con l’ambizione “inquinamento zero” dell’UE. Come?
La nuova Direttiva Monitoraggio Suolo stabilisce un quadro comunitario coerente e armonizzato per il monitoraggio dei suoli. Ad oggi, non esiste nessuno strumento analogo a livello europeo. Fino ad ora, infatti, il suolo non godeva dello stesso livello di protezione garantito ad acqua, ambiente marino e aria.
E proprio la mancanza di una normativa dedicata al monitoraggio dello stato di salute dei suoli europei era stata identificata come una delle principali cause del loro stato allarmante nella strategia UE per il suolo del 2021.
La direttiva introduce un sistema completo per il monitoraggio e la valutazione dei suoli europei. Secondo l’accordo, gli Stati membri dovranno monitorare e valutare la salute del suolo su tutto il loro territorio utilizzando descrittori comuni del suolo che caratterizzano gli aspetti fisici, chimici e biologici della salute del suolo per ogni tipo di terreno. Verrà inoltre adottata una metodologia comune dell’UE per i punti di campionamento, garantendo dati comparabili.
Per semplificare l’implementazione e ridurre i costi, i Ventisette potranno basarsi su campagne nazionali di monitoraggio del suolo già esistenti o su altre metodologie equivalenti.
Una novità importante introdotta dall’accordo è il concetto di classi per descrivere la salute del suolo, che saranno basate su:
- valori target sostenibili non vincolanti a livello UE per riflettere gli obiettivi a lungo termine;
- valori trigger operativi, stabiliti a livello di Stato membro per ciascun descrittore del suolo, per dare priorità e attuare gradualmente disposizioni che portino a uno stato di suolo sano.
Protezione per agricoltori e silvicoltori: supporto senza nuovi obblighi
C’è poi un capitolo dedicato alla tutela di agricoltori e silvicoltori. Anche sull’onda delle proteste del settore primario per i requisiti della politica agricola comune (PAC), l’accordo stabilisce esplicitamente che la direttiva non imporrà nuovi obblighi ai proprietari terrieri o ai gestori del territorio.
Al contrario, la Direttiva Monitoraggio Suolo obbliga gli Stati membri a supportare questi attori nel miglioramento della salute e della resilienza del suolo. Supporto che potrà includere:
- consulenza indipendente,
- attività di formazione e sviluppo delle capacità,
- promozione della ricerca e dell’innovazione,
- misure per aumentare la consapevolezza sui benefici della resilienza del suolo.
Gli Stati membri dovranno inoltre valutare regolarmente i costi finanziari per agricoltori e silvicoltori. Valutando se le azioni per il ripristino dei suoli siano economicamente sostenibili per il settore.
Gestione dei suoli contaminati e monitoraggio delle sostanze emergenti
La normativa UE richiederà ai Ventisette di redigere un elenco pubblico di siti potenzialmente contaminati – anche se solo entro 10 anni dalla sua entrata in vigore – e di affrontare eventuali rischi per la salute umana e l’ambiente.
Entro 18 mesi dall’entrata in vigore della direttiva, invece, dovrà essere preparato un elenco indicativo di sostanze emergenti che potrebbero rappresentare un rischio significativo per la salute del suolo, la salute umana o l’ambiente, e per le quali sono necessari dati. Questo elenco includerà i PFAS (i cosiddetti “forever chemicals”) e alcuni pesticidi: sono i primi passi per un monitoraggio organico, su scala UE, di queste sostanze.