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Israele attacca l’Iran, chiusura dello Stretto di Hormuz lo scenario peggiore

Gli attacchi militari hanno scosso gli investitori. Un conflitto più ampio in Medio Oriente potrebbe comportare la chiusura dello Stretto di Hormuz.

Israele attacca l'Iran, le conseguenze sul prezzo del petrolio
Immagine creata con IA

di Ermina Voccia

Israele attacca l’Iran e le conseguenze si riflettono sui mercati delle materie prime. I prezzi del petrolio si infiammano: venerdì mattina, dopo l’attacco di Tel Aviv a al Teheran, i prezzi del greggio sono balzati a più 4 dollari al barile, toccando il massimo in almeno 5 mesi. L’attacco di Israele alla Repubblica Islamica aggrava drasticamente le tensioni in Medio Oriente sollevando anche il timore di un’interruzione delle forniture di petrolio.

Israele attacca l’Iran, le conseguenze sul prezzo del petrolio

I future sul Brent sono saliti di 4,60 dollari, arrivando a 73,96 dollari al barile, dopo aver toccato un massimo di 78,50, il prezzo più alto dal 27 gennaio. Il greggio statunitense West Texas Intermediate è salito di 4,99 dollari, guadagnado il 7,33%, e viene scambiato a 73,03 dollari al barile, dopo aver toccato un massimo di 77,62 dollari, il valore più alto dal 21 gennaio. La corsa del petrolio di venerdì 13 giugno segna i guadagni giornalieri più alti dal febbraio 2022, quando la Russia ha invaso l’Ucraina causando un’impennata dei prezzi dell’energia.

Il governo israeliano riferisce di aver colpito gli impianti nucleari, le fabbriche di missili balistici e i comandi militari iraniani nel quadro di un’operazione prolungata per impedire a Teheran di dotarsi dell’arma atomica. “La domanda fondamentale da chiedersi ora è questa: La rappresaglia di Teheran sarà limitata a Israele o l’Iran cercherà di sfruttare l’attacco di stanotte per prendere di mira le infrastrutture economiche critiche della regione?, ha commentato l’analista di RBC Capital, Helima Croft.

Lo scenario peggiore prospettato dagli analisti e che il conflitto si estenda agli altri produttori di petrolio in Medio Oriente e al commercio marittimo, arrivando a interrompere anche il flusso di petrolio nello Stretto di Hormuz. Da lì transita ogni giorno quasi un terzo del commercio marittimo mondiale di petrolio. L’Iran occupa una posizione strategica sul lato settentrionale dello stretto, all’uscita del Golfo Persico. Dunque, Teheran potrebbe decidere di bloccare le esportazioni di petrolio e gas naturale degli altri produttori della regione come rappresaglia per l’attacco subito.

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