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Le politiche del Green Deal tentennano, l’innovazione sostenibile no

Il decimo Rapporto ASVIS conferma i ritardi sull'Agenda 2030 e il Green Deal in crisi. Ma nonostante i ripensamenti politici, l'innovazione delle imprese è inarrestabile

Le politiche del Green Deal tentennano, l'innovazione sostenibile no

Il decimo Rapporto dell’ASVIS ci conferma quanto andiamo registrando da tempo, quantomeno dall’avvio della nuova legislatura europea: l’indebolimento e l’arretramento, sotto i colpi di un elettorato sempre più impaurito, delle politiche avviate dal Green Deal nel 2019 con l’obiettivo di rendere l’Europa entro il 2050 climaticamente neutrale, riducendo del 55% le emissioni climalteranti già nel 2030. Cioè tra cinque anni: domani. Ebbene l’ASVIS ci dice che la gran parte dei diciassette obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU e i relativi 38 target specifici non saranno raggiungibili alla data prevista.

Troppi ripensamenti, annacquamenti, troppe contraddizioni, troppo forte la rivolta contro “l’ideologismo” della politica green della UE e della precedente Commissione che voleva portare l’Europa all’avanguardia sul terreno della sostenibilità dove avrebbe potuto così contare su un rilevante vantaggio competitivo. Ma oggi, come ci ha detto il presidente Mattarella, “la sostenibilità viene percepita come un fastidio più che un investimento”, e  altre urgenze premono: la difesa, e da qui la corsa al riarmo, la politica di potenza commerciale che materializza e annuncia la ricerca di un nuovo equilibrio di forza tra le nazioni. Eppure non è così lontano quel 2015 in cui si materializzò l’accordo di Parigi sul riscaldamento globale firmato da 193 paesi, in cui  l’ONU adottò l’Agenda 2030 e Papa Francesco scrisse la Laudato sii, il manifesto green più seguito e rispettato. Un anno magico per molti aspetti cui seguì la Next Generation UE e il Green Deal europeo che oggi viene accusato di ideologismo, di astrattismo, di aver devastato l’automotive europea, ecc. 

E tuttavia nel Rapporto ASVIS c’è anche qualche elemento positivo, e va ricordato. Sia in Italia che in Europa quelli, tra i 17 Goal dell’Agenda, che segnano un miglioramento riguardano le energie rinnovabili, l’energia pulita e accessibile, la lotta al cambiamento climatico. E in Italia in particolare si rileva un forte aumento dell’economia circolare. Non solo, tutti i dati confermano che le aziende che hanno investito in sostenibilità e innovazione sono le più resilienti, progrediscono e ottengono migliori risultati: non è un dato nuovo ma si conferma ancora una volta 

Molti elementi portano a dire, come fa il Rapporto ASVIS, che per quanto le politiche nazionali e comunitarie oggi tentennino sul fronte della transizione ambientale ed energetica, l’intensità della spinta  innovativa delle imprese, dei centri di ricerca, delle università, dell’associazionismo e del volontariato continua a dispiegarsi e ha una sua forza non facilmente comprimibile. C’è da pensare che il negazionismo climatico possa essere sconfitto da chi sa che, volenti o no, la strada per un futuro migliore ha un tracciato non eludibile.

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About Author / Marco Frittella

Per quarant’anni ha raccontato la vita politica italiana, ma ora Marco Frittella si è appassionato alla transizione ecologica ed energetica: l’esordio quando ha pubblicato “Italia Green, mappa delle eccellenze del made in Italy” (RAI Libri, 2020). Da lì è seguita una intensa attività pubblicistica e convegnistica. Frittella ora dirige la Comunicazione di RAI-COM dopo essere stato direttore editoriale di RAI Libri. Volto storico del TG1, era a Berlino nel 1989 quando il Muro è caduto, a Beirut nelle ultime fasi della guerra civile, in diretta a Saxa Rubra quando a Parigi sparavano al Bataclan, a Unomattina durante il COVID. Editorialista del “Giornale di Brescia” e dell’”Eco di Bergamo”, ha insegnato a Tor Vergata e alla Scuola di Perugia, e svolge attività di formatore nel media-training.