Washington cancella 4 miliardi di contributi dalla JETP, la Just Energy Transition Partnership che aiuta Indonesia, Sudafrica e Vietnam a liberarsi del carbone

Gli Stati Uniti hanno formalizzato il proprio ritiro dalla Just Energy Transition Partnership (JETP), l’iniziativa lanciata durante la COP26 di Glasgow nel 2021 per supportare i paesi in via di sviluppo nella transizione dal carbone. Un accordo, il JETP, di cui Washington era uno dei maggiori finanziatori. Con impegni superiori a 4 miliardi di dollari, tra prestiti commerciali e sovvenzioni.
Il Dipartimento di Stato americano ha motivato il ritiro con la necessità di riorientare le risorse verso priorità nazionali. In linea con una politica estera, quella portata avanti dall’amministrazione di Donald Trump, che si vuole muovere sull’asse delle fossili e punta a ridurre gli aiuti allo sviluppo.
Transizione dal carbone, le conseguenze dell’addio degli Stati Uniti
La Just Energy Transition Partnership è stata lanciata nel 2021 su iniziativa di Francia, Germania, Regno Unito, Canada e Unione Europea. Riunisce 10 economie avanzate nell’obiettivo di mobilitare risorse pubbliche e private per aiutare le economie emergenti più dipendenti dal carbone a sostituire questa fonte fossile con energie rinnovabili.
Sudafrica, Indonesia e Vietnam — tra i maggiori consumatori globali di carbone — sono stati i primi beneficiari:
- Il Sudafrica, dove l’80% dell’elettricità deriva dal carbone, aveva ottenuto impegni per 11,6 miliardi di dollari, di cui 1,063 miliardi dagli USA.
- L’Indonesia, con una domanda energetica in crescita del 5% annuo, aveva accesso a un pacchetto da 21,6 miliardi.
- Mentre il Vietnam aveva pattuito un finanziamento da 15,5 miliardi, di cui 3 miliardi dagli Stati Uniti.
- Anche il Senegal è tra i paesi in trattativa per accedere ai finanziamenti per la transizione dal carbone. Gli Stati Uniti non avevano però preso impegni sul carbone con il paese africano.
A conti fatti, anche se gli altri paesi donatori hanno ribadito il proprio impegno, l’addio statunitense riduce del 9% il pacchetto totale per il Sudafrica (ora a 12,8 miliardi) e del 2,6% per l’Indonesia.
Più grave ancora è la perdita di garanzie USA sui prestiti commerciali, un volano per gli investitori istituzionali. Senza l’appoggio degli Stati Uniti, gli osservatori temono che le agenzie di rating alzino i tassi d’interesse sui debiti sovrani legati a progetti green, rendendoli insostenibili per paesi come il Vietnam, già alle prese con un debito pubblico al 37% del pil.
Con il passo indietro di Washington, le conseguenze saranno immediate. Perché l’annullamento ha effetto retroattivo. I fondi già stanziati, ma non erogati, vengono congelati. Mentre i progetti in fase avanzata, come l’ammodernamento della centrale sudafricana a carbone di Komati (1 GW), perderanno il contributo USA.