Rinnovabili • Transizione energetica: il picco di emissioni energetiche sarà nel 2024 Rinnovabili • Transizione energetica: il picco di emissioni energetiche sarà nel 2024

Nonostante il boom delle rinnovabili, la transizione energetica non è ancora iniziata davvero

Oggi l’aumento dell’output rinnovabile riesce solo a coprire l’aumento della domanda di energia ma non erode quote alle fossili. Il punto di svolta sarà l’anno prossimo quando raggiungeremo il picco di emissioni nel settore energetico globale. Ma il calo delle emissioni sarà troppo lento (-4% al 2030, -46% al 2050): rispettare gli 1,5°C “è più improbabile che mai”

Transizione energetica: il picco di emissioni energetiche sarà nel 2024
Foto di Zbynek Burival su Unsplash

Le previsioni dell’Energy Transition Outlook di DNV

(Rinnovabili.it) – Il boom di crescita delle rinnovabili non sta realmente facendo avanzare la transizione energetica. Per ora, l’aumento dell’energia pulita nel mix sta soltanto assorbendo l’aumento della domanda globale, ma non è abbastanza per iniziare a rimpiazzare i combustibili fossili. Il picco di emissioni legate al settore energetico dovrebbe arrivare nel 2024, ma la curva di riduzione dei gas serra è molto meno ripida di quanto servirebbe per non sforare 1,5 gradi.

La transizione energetica non è ancora iniziata

Il giudizio arriva dalla norvegese DNV ed è molto più duro di quello fornito dall’IEA solo poche settimane fa con l’aggiornamento della roadmap per gli 1,5 gradi. Nel rapporto Energy Transition Outlook appena pubblicato, DNV parte dalla constatazione che la transizione energetica, a ben vedere, non è ancora davvero iniziata. “Negli ultimi cinque anni le fonti rinnovabili hanno soddisfatto il 51% della nuova domanda di energia e le fonti fossili il 49%. In termini assoluti, l’uso dei combustibili fossili è ancora in crescita”, sottolinea l’azienda.

Un calo troppo lento delle emissioni energetiche

Fino al picco delle emissioni energetiche, previsto per il 2024, di transizione energetica non si potrà parlare. Ma anche dopo quella data, il passaggio all’energia pulita sarà troppo lento per centrare li obiettivi dell’Accordo di Parigi. Nel 2050, le emissioni di CO2 legate al settore energetico caleranno solo del 46% rispetto a oggi. E nel “decennio dell’azione climatica”, cioè da qui al 2030, la riduzione sarà appena del 4%. Sulla base di queste previsioni, per DNV “il ritmo della transizione è lungi dall’essere abbastanza rapido per un sistema energetico a zero emissioni entro il 2050” e “limitare il riscaldamento globale a 1,5°C è quindi meno probabile che mai”.

Le previsioni su fossili e rinnovabili

Questo non significa che già nei prossimi anni non si verificherà un cambiamento radicale dello scenario energetico globale. Dalla metà degli anni ‘20 le rinnovabili supereranno le fossili. L’uso del carbone diminuirà drasticamente nei prossimi 30 anni, passando dall’attuale 26% del mix energetico primario al 10% nel 2050. E dal 2030 in poi quasi tutte la nuova capacità installata sarà rappresentata da eolico e fotovoltaico, che cresceranno rispettivamente di 9 e 13 volte da qui a metà secolo. Tuttavia, “ci vorranno i prossimi 27 anni per aggiungere energie rinnovabili e rimuovere fossili per spostare il mix energetico, aumentando la quota di energie rinnovabili dal 20% al 52% entro il 2050”.