WWF: l’emergenza rifiuti affrontata in 5 mosse

Partendo dall’aumento dell’ecotassa, il WWF suggerisce la gestione razionale della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti per togliere l’Italia dallo stato di emergenza rifiuti

(Rinnovabili.it) – Si è ormai conclusa la riunione speciale che ha visto anche la partecipazione del ministro dell’Ambiente Clini concentrato sulla questione rifiuti nel Lazio. Sottoscacco per via di un piano di gestione inadeguato e di investimenti molto costosi in favore di discariche e inceneritori, la regione vanta una delle ecotasse più basse d’Europa che fa pervenire nelle casse dello Stato 42 milioni di euro l’anno.

E’ stato inoltre rivelato che circa l’85% dei rifiuti prodotti sul territorio viene conferito in discarica (2,8 mln di tonnellate/anno). I dati rilasciati durante l’incontro dal WWF rivelano un piano regionale che sembra non potersi esimere dall’investire il proprio budget in impianti di combustione e discariche, con risultati economici ed ambientali assolutamente inadeguati.

La mancanza di incentivi che favoriscano pratiche più ecologiche di gestione dei rifiuti sta facendo proliferare la scelta di progetti che non contemplano l’adeguato smaltimento dei rifiuti che finiscono quasi totalmente in discarica. Dall’Associazione arriva quindi il suggerimento di aumentare l’ecotassa così da disincentivare lo smaltimento e l’incenerimento dei rifiuti, destinando il ricavo del prelievo fiscale alle attività di prevenzione e di riciclaggio.

Evitando che i soldi finiscano in progetti per inceneritori si potrebbe altresì incentivare il sistema di raccolta differenziata in modo da evitare l’aumento del volume delle discariche.

“A pochi mesi dalla approvazione del Piano Regionale sui Rifiuti, – dichiara Vanessa Ranieri presidente WWF Lazio – pubblicato lo scorso 14 marzo, insomma, si ha già la convinzione che lo stesso non solo non possa portare quei benefici legati alla corretta pianificazione, prevista dalla gerarchia dei rifiuti comunitaria, ma addirittura ad una sicura condanna da parte della Comunità Europea avendo lo stesso di fatto puntato sulla realizzazione degli impianti per la produzione di CDR e sulla combustione dello stesso. Si aprano immediatamente i siti di compostaggio senza i quali è impensabile prevedere l’avvio di una serie puntuale raccolta differenziata porta a porta.

Convertire gli attuali TMB (trattamento meccanico-biologico, una tecnologia di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati) in siti di compostaggio potrebbe essere una scelta di facile realizzazione nel breve termine. A Roma, per esempio, abbiamo solo l’impianto di Maccarese che riceve il 35% dell’organico raccolto nella Capitale, destinando al Nord il rimanente, con enormi costi gestionali che erroneamente vengono imputati al sistema porta a porta”, conclude Ranieri.

Pr migliorare la situazione il WWF ha quindi presentato 5 proposte per permettere al paese di uscire da un’emergenza:

  1. Attivare un programma di prevenzione con precisi obiettivi e relative scadenze.
  2. Raggiungere il 65% di raccolta differenziata utilizzando il sistema porta a porta.
  3. Sostenere l’attività di riciclaggio attraverso il finanziamento di impianti di compostaggio, ma soprattutto curarne l’effettiva loro realizzazione;
  4. Aumentare l’ecotassa, per disincentivare il trattamento termico e lo smaltimento.
  5. Vincolare l’ecotassa al sostegno delle attività di prevenzione e di riciclaggio.

Oltre alle buone pratiche da adottare l’associazione ha voluto ricordare i buoni esiti della raccolta “porta a porta”, effettuata in 6 quartieri di Napoli e premiata dal WWF che l’ha inserita tra le 9 buone pratiche nell’ambito del concorso “City Challenge – Reinventiamo le città”, lanciato in occasione di Earth Hour 2012 (31 marzo).

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